Sangue Che Crea Dipendenza. Amy Blankenship
alto e oscuro poco prima.
Capitolo 2
Jade sentiva svanire la beatitudine del sonno, ma si sentiva così bene da non voler ancora affrontare la realtà. Sentiva il corpo caldo premuto contro il suo e quasi gemette. Ripensandoci... forse svegliarsi non era stata una cattiva idea.
Aprì lentamente gli occhi e vide un petto nudo, abbronzato e muscoloso. A giudicare dal battito costante che sentiva nell’orecchio, Titus stava ancora dormendo e sarebbe stato crudele scacciarlo o spingerlo giù dal letto solo perché i loro corpi si stavano toccando. Non era ancora guarito del tutto, perciò decise di essere tollerante... per questa volta.
Probabilmente era stata lei a rannicchiarsi accanto a lui durante la notte, visto che aveva l’abitudine di abbracciare parecchi cuscini quando dormiva. Non fu sorpresa di trovarsi con una gamba e un braccio addosso a lui. Era decisamente un buon sostituto dei suoi soliti cuscini.
Spostò un po’ la gamba e sospirò tra sé quando sentì il proprio interno coscia sfiorare la durezza nei suoi pantaloni. Anche se odiava ammetterlo, quell’uomo era possente anche mentre dormiva. Jade sentì quella durezza strofinare contro il proprio inguine e si sforzò per non piegare di più la gamba, moriva dalla voglia di farlo. In realtà, moriva dalla voglia di fare sesso con lui.
Jade inalò lentamente il suo odore inebriante e chiuse gli occhi, gustando quel maschio che avrebbe potuto soddisfare così facilmente il suo doloroso calore pulsante. Lei era una tipa testarda e, finora, era stato abbastanza facile resistere all’impellente desiderio sessuale provocatole dalle iniezioni di ormoni.
Sentì una sensazione calda scendere verso il basso e i suoi muscoli addominali si contrassero. Prima di riuscire a fermarsi, il suo corpo la tradì facendole inarcare i fianchi. La sensazione era così incredibile che, invece di tirarsi indietro, Jade rimase lì, sentendo il bisogno di quel contatto pressante.
Pensò all’ironia della sorte. Titus pensava che l’odore del suo calore lo avrebbe fatto impazzire. Beh, aveva una notizia per lui... in quel momento, lei non era l’unica ad aver bisogno dello spray per mascherare gli odori. Si accigliò, sapendo di non essere mai stata attratta dall’odore di un maschio umano, e che non lo sarebbe mai stata... o sì?
Ciò era la conferma della sua teoria secondo cui sarebbe stato molto meglio svegliarsi accanto ad un umano, così adesso avrebbe avuto un termine di paragone.
Più si premeva contro il corpo di Titus, più la sua mente correva veloce, poi si mosse di nuovo e i suoi pensieri si bloccarono. Si rese conto che si stava strofinando contro la sua durezza per soddisfare il proprio desiderio. Jade fece una smorfia, imprecando perché prima si era vantata della propria testardaggine e adesso si stava smentendo.
Nel preciso istante in cui si svegliò dal suo profondo sonno ristoratore, Titus afferrò quel corpo sinuoso e rotolò finché non vi si trovò sopra. Bloccò i polsi di Jade sul materasso e si premette più forte contro la sua calda umidità. La guardò negli occhi e capì che aveva bisogno di lui. Aveva gli occhi lucidi e vispi, le sue guance erano arrossate e quella bocca imbronciata era leggermente aperta per il respiro veloce. Come diavolo aveva fatto a dormire, con lei che gli stava accanto in quel modo?
Jade lo guardò, sbalordita dalla velocità con cui si era appena mosso per dominarla. Voleva saggiare quella velocità e quella forza rude, solo una volta. Voleva sentire la differenza tra la passione di un umano e la rude sessualità di quel lupo. Gli si strofinò addosso sapendo che era troppo tardi per tirarsi indietro, e non era colpa di Titus... era colpa sua.
Titus gemette e ringhiò allo stesso tempo, sentendosi eccitare all’istante in maniera dolorosa. Sapeva che lei aveva superato le sue barriere ma, anche se era contento che i suoi pregiudizi fossero crollati, voleva sentirle dire che aveva bisogno di lui, così dopo non avrebbe potuto rinfacciarglielo.
Chinandosi quasi fino a sfiorarle le labbra, le chiese “Cosa vuoi da me, Jade?”.
Sentire la sua voce roca e profonda la fece avvampare ancora di più. Jade si sollevò e rabbrividì. Aveva quasi oltrepassato il limite della razionalità, ma si calmò e lo guardò dritto negli occhi. Aveva ancora abbastanza autoconservazione per capire di essere pericolosamente vicina all’oltrepassare più di un limite.
Con voce quasi terrorizzata, rispose alla sua domanda “Sostieni di essere un uomo d’onore, allora voglio la tua parola di alfa che non mi marchierai e mi permetterai di continuare ad essere libera. Puoi accettarlo e farmi vedere che vuol dire stare con un lupo, così mi tolgo il pensiero?”.
Titus si sentì trafiggere dalle sue parole disperate e la guardò. “Se gli ormoni non ti avessero dato alla testa tu non mi avresti mai voluto, perché sono un alfa.” la accusò. Non gli piaceva l’idea di aiutarla a ‘togliersi il pensiero’. “Non ti preoccupare... non ho intenzione di marchiarti. Non sei l’unica ad avere dei principi morali.”.
Jade trattenne il respiro, sentendo l’accenno di rabbia nella sua voce. Riaffondò nel materasso per creare distanza. Incapace di guardarlo negli occhi, posò lo sguardo sulle sue labbra perfette. “Affare fatto, allora. Una volta lasciato questo letto, niente vincoli.” gli ripeté, augurandosi di avere la forza di alzarsi se lui avesse rifiutato quelle condizioni.
“Se vuoi solo una botta e via così sarà... vedrai la differenza tra stare con un umano e stare con un lupo.” ribatté Titus, e non gli importava che le proprie parole fossero sembrate una minaccia.
Jade aprì la bocca per rispondergli a tono ma lui la bloccò, fiondando le proprie labbra sensuali sulle sue, in un bacio infuocato. A quel punto, non aveva più motivi per recriminare... stava per ottenere quello che voleva. Si allungò verso di lui e gemette per quel bacio impetuoso. Se stava per accadere davvero, allora voleva prendere tutto quello che poteva.
Titus aveva deciso la stessa cosa. Se quella era l’unica volta che aveva il permesso di toccarla, allora avrebbe fatto in modo che lei se lo ricordasse per sempre. Liberandole le mani, intensificò il bacio mentre si strofinava su di lei. Afferrando la camicia da notte, le abbassò una spallina per scoprirle un seno.
Terminò bruscamente il bacio e scivolò all’indietro sul materasso, afferrandole le mutandine e tirandole giù con un solo movimento. Provò soddisfazione sentendola sussultare.
Poi la guardò, con quei capelli scuri sparsi sulle lenzuola bianche e quella soffice collina rosa che spuntava dalla camicia da notte, e concluse che mancava un’ultima cosa per completare il quadro. Afferrando l’orlo della camicia da notte, la strappò al centro, fermandosi a pochi centimetri dallo scollo.
Poi scostò la stoffa, che si aprì come un sipario e lasciò Jade nuda dal seno in giù.
Jade sogghignò, sembrava come se stessero ancora combattendo e, d’istinto, quell’energia le piaceva. Si sollevò e gli mise una mano sul petto per tenerlo a bada. Liberando le proprie gambe, si mise in ginocchio di fronte a lui e sorrise con finta timidezza quando lui fu costretto a scendere dal letto finché non fu fuori dalla sua portata.
Lo osservò mentre si abbassava i pantaloni e li scalciava di lato. L’ultima volta che l’aveva visto nudo pensava di aver già visto la sua erezione ma, adesso, notava la differenza... era enorme.
Strisciando verso il bordo del letto, Jade s’inginocchiò e scattò in avanti, impadronendosi delle labbra di Titus in un bacio infuocato che lui iniziò a dominare. Gli accarezzò i fianchi, poi fece scivolare una mano verso il basso per afferrare quella dura erezione.
Sapendo che adesso Jade aveva una presa salda sull’unica cosa che voleva da lui, Titus le passò una mano tra i capelli e le fece piegare la testa, ringhiando mentre continuava a baciarla. Sentiva il suo capezzolo scoperto sfregare contro il proprio petto mentre si muoveva avanti e indietro nella sua mano.
Titus sorrise tra sé, stava per darle una lezione. Quella piccola lupa non sapeva in cosa si era cacciata. Era abituata alla forza degli umani quando poi neanche un lupo normale poteva reggere il confronto con la forza di un alfa. Tirandola giù dal letto, la girò e la