Sangue Che Crea Dipendenza. Amy Blankenship
e s’impossessò delle sue labbra in un bacio ardente ma gentile, che durò parecchi secondi. Scostandosi, notò l’espressione incredula di Kriss e la impresse nella propria mente, poi fece un cenno a Tabatha e lasciò l’appartamento.
I due rimasero a fissare il punto in cui si trovava Dean. Quel gesto aveva sorpreso Kriss al punto da lasciarlo senza parole, mentre Tabatha aveva un’aria pensierosa. “E quello che diavolo era?” gli chiese piano, non avendo mai visto una tale dimostrazione di affetto da parte di Dean. Non pensava che ne sarebbe mai stato capace.
Kriss, ancora scioccato, scosse la testa “Non ne ho idea.”. Si strofinò le mani sulle braccia quando sentì dei brividi improvvisi che gli sembrarono un brutto segno, e il petto gli si strinse dolorosamente. Fece per seguire Dean ma la voce di Tabatha lo fece fermare.
“È stata la cosa più dolce che l’ho mai visto fare.” Tabatha ridacchiò, poi sospirò. “Sembra quasi che lo hai reso parecchio felice.”. Gli diede una gomitata scherzosa. Si augurò che lei avesse ragione. Sentendosi osservato, sorrise e scrollò le spalle “Oppure non voleva restare a guardare quel mieloso film sui vampiri che ho già inserito nel lettore DVD.”.
*****
“È enorme.” disse Aurora quando Kane si fermò davanti a una casa, molto grande e bellissima, proprio di fronte ad una chiesa dall’aspetto gotico. “Michael ci vive da solo? È così grande... troppo grande per una sola persona. Non soffre di solitudine?”.
Lanciò un’occhiata a Skye, chiedendosi se lui stesse ripensando alle piccole capanne e alle tende in cui vivevano prima che il loro mondo venisse distrutto. Non c’era alcuna concezione di “casa” nel mondo dei demoni e, da quello che Skye le aveva raccontato, lui aveva vissuto soltanto nella fredda oscurità di una grotta. La casa di Michael poteva anche incutere soggezione per le sue dimensioni, ma lei sentiva già il calore che essa emanava.
Kane non poté fare a meno di sorridere per lo stupore che leggeva negli occhi di Aurora. Piegò la testa di lato e ammirò quella casa vittoriana come se fosse la prima volta, concluse che lei aveva ragione... era a dir poco stupenda.
“Sì, Michael vive da solo, ma fino a un paio di settimane fa ci abitavo anch’io. Insieme a nostro fratello Damon e a una femmina di puma di nome Alicia. Fidati, questa casa era tutt’altro che solitaria e silenziosa.” rispose Kane, ma poi si ricordò che Michael aveva vissuto da solo per quarant’anni, quindi forse la ragazza ci aveva visto giusto.
Sentendo nominare Damon, Aurora fece una leggera smorfia. Non si fidava ancora di lui, dopo averlo sentito parlare a proposito di uccidere Michael. Che fosse in grado di tornare in vita o no... nessuno doveva parlare di uccidere Michael in sua presenza. Finì per desiderare di aver gettato Damon giù dalle scale, non Kane.
Kane sogghignò, sentendo chiaramente i pensieri di Aurora come se li avesse rivelati ad alta voce. Se avesse conosciuto Damon, probabilmente avrebbe ritrattato su quell’idea. A Damon non importava di quale specie fosse il suo avversario, avrebbe scatenato l’inferno se avesse temuto che Alicia era in pericolo. Eh no... Damon non sarebbe stato gentile con lei come lo era stato lui.
“Chi è Alicia e perché ve ne siete andati tutti?” chiese Skye, cercando di nascondere la propria curiosità.
Kane sogghignò, sapendo che stava per rallegrare la giornata di Aurora con la storiella che stava per inventarsi... la parte su Damon, almeno.
“Alicia è diventata da poco la compagna di Damon ed è una delle poche persone che conosco in grado di tenerlo a bada. In realtà lui è troppo concentrato a sorvegliarla per fare altro. È una storia divertente, davvero. Si sono incontrati solo un paio di settimane fa e la prima cosa che Alicia ha fatto è stata pugnalarlo al cuore con un paletto di legno, per poi lasciarlo lì credendolo morto.”. Kane scrollò le spalle, poi cercò di non ridere quando Aurora lo guardò con gli occhi spalancati.
“E adesso stanno insieme...” ripeté lei dubbiosa, poi si morse il labbro... quando aveva incontrato Michael per la prima volta aveva fatto l’amore con lui e poi lo aveva spinto via per fuggire. Però non aveva cercato di ucciderlo, almeno.
“Eh già, amore a prima vista.” disse Kane con un sorriso malizioso. “Si sono trasferiti nell’edificio che tu chiami ‘santuario’.”. Tralasciò la storia del suo incontro con Tabatha, non era migliore della storia di Damon e Alicia. “Siccome Tabatha ed io ci eravamo appena messi insieme, e Damon era un po’ una mina vagante, abbiamo pensato che fosse meglio vivere con loro per aiutare Alicia a tenerlo d’occhio.”.
L’espressione di Aurora s’intenerì “Ti prendi cura dei tuoi fratelli, eh?”.
Kane si sentì un po’ in imbarazzo, i ruoli si stavano invertendo spesso, ultimamente. “Damon e Michael non hanno un bel trascorso, a causa della rivalità tra fratelli e roba del genere, e io sto combattendo ancora contro l’oscurità. Ma sono anche il fratello maggiore, perciò sì... io cerco di badare a loro quando non sono occupati a badare a me.”.
Pensò di dirle anche che Syn badava a tutti loro, ma si trattenne. Se Aurora provava rancore nei confronti di Damon per come aveva cercato di calmare Michael, allora probabilmente non avrebbe nutrito simpatia per il paparino che lo aveva ucciso per aver quasi distrutto la metropolitana.
Mentre si dirigevano verso la casa, Kane socchiuse gli occhi, chiedendosi quanti problemi avrebbe causato Michael con la sua dipendenza dal sangue demoniaco. Fece un respiro profondo e raddrizzò le spalle, decidendo che quello era il momento giusto per scoprirlo.
Allungando una mano, bussò sulla massiccia porta di legno e si mise le mani in tasca, iniziando a camminare avanti e indietro. Adesso c’era da divertirsi.
Aurora fece un passo avanti, poi sentì la mano di Skye su una spalla e lo guardò. Vedendo quello sguardo, si ricordò del suo avvertimento di non saltare addosso a Michael appena lo avrebbe visto. Gli fece una smorfia e fece un passo indietro, lui scostò la mano e sorrise.
Michael era in biblioteca e stava esaminando la sua collezione di libri. Aveva iniziato con l’intenzione di scegliere qualcuno dei suoi libri preferiti per Aurora; sentendo bussare alla porta, si destò dal senso di confusione che stava provando e rimase sorpreso quando si rese conto di essere finito davanti agli scaffali con i libri sui demoni. Rimise a posto il libro di pelle nera e abbassò lo sguardo.
“Aspettavi qualcuno?” chiese a Scrappy, che gli si era fermato accanto, poi sorrise quando il cagnolino abbaiò e si mise a correre verso l’ingresso.
Michael lo seguì e non poté fare a meno di ridacchiare quando lo vide saltare su e giù davanti alla porta. La sua espressione si addolcì quando sentì il calore che soltanto la vicinanza di Aurora poteva dargli, e il sangue gli si scaldò mentre pensava a un modo per distrarsi da quell’ossessione demoniaca temporanea.
Aprì la porta, pronto per l’impellente attrazione che di solito li assaliva prima ancora che si salutassero, ma rimase sorpreso nel vedere Kane insieme ad Aurora e Skye. Kane sorrise e allargò le braccia, facendo indietreggiare Michael.
“Tesoro, sono a casa!” gridò, poi saltò verso la porta e gli si avvinghiò.
“Kane...” Michael si lamentò e cercò di divincolarsi dalla stretta di suo fratello. Quello non era esattamente il contatto fisico che aveva in mente, per non parlare della persona sbagliata che gli teneva le gambe avvolte attorno alla vita.
“Mi sei mancato un sacco.” disse Kane fingendo di singhiozzare. “Non mi chiami e non mi scrivi mai.”.
Vedendo Skye e Aurora che sorridevano divertiti, Michael divenne serio. “Sono passate solo ventiquattr’ore.”.
Kane gli posò la testa su una spalla “Già, è troppo tempo, vero?”.
Michael sospirò e fece cenno ai Caduti “Benvenuti a casa mia. Vi prego, mettetevi comodi mentre io mi occupo di questa piaga.”. Spinse Kane cercando di liberarsi, ma fu inutile.
Aurora si accigliò, non capendo la battuta “Piaga?”.
Skye