Sangue Che Crea Dipendenza. Amy Blankenship

Sangue Che Crea Dipendenza - Amy Blankenship


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mosse sfacciatamente i fianchi finché quell’estremità rigonfia non fu premuta contro la propria umidità. Oddio, era così grande. Mosse i fianchi avanti e indietro con movimenti lenti mentre lo sentiva entrare in lei.

      Titus la vide piegare la testa all’indietro mentre cercava di prenderlo lentamente. Scuotendo la testa, la afferrò per le spalle e la spinse bruscamente verso l’alto, poi la penetrò con forza togliendole il fiato.

      Non si aspettava di sentirla così contratta e la sensazione di essere spremuto gli fece quasi cedere le ginocchia.

      Prima che lei potesse riprendersi, si ritrasse e poi la spinse di nuovo giù, spingendosi a sua volta verso l’alto e tenendola con una presa salda.

      Jade si premette contro il suo petto e gemette quando, all’improvviso, si sentì girare e si ritrovò con la schiena sul materasso. L’altezza del letto era perfetta perché Titus restasse in piedi con le gambe di lei strette ancora strette attorno alla sua vita. Jade si aggrappò alle lenzuola quando lui le afferrò il sedere, spingendosi dentro e fuori dalla sua calda apertura.

      Con il respiro affannoso, alzò lo sguardo verso di lui e vide che era intento a guardarsi mentre la penetrava. I muscoli delle sue braccia si contraevano ad ogni movimento e lei abbassò lo sguardo sugli addominali. L’immagine di lui in piedi, possente e fiero mentre si spingeva dentro di lei, era la cosa più sexy che avesse mai visto. La sensazione di essere soddisfatta centimetro dopo centimetro, con spinte forti e lente, la fece godere.

      Titus distolse lo sguardo infuocato dal proprio membro quando la sentì gemere. Era così sensuale, durante quell’orgasmo, che lui dovette sforzarsi per ricordarsi che Jade non lo considerava nient’altro che uno strumento per disfarsi del proprio calore. O lo avrebbe fatto lui, o lo avrebbe fatto un umano qualsiasi. Il pensiero di altri uomini che la toccavano e le provocavano un orgasmo lo aiutava a mantenere il controllo mentre spingeva e si ritraeva, flettendo tutto il corpo ad ogni movimento.

      Jade faceva fatica a respirare poiché le pulsazioni degli orgasmi continuavano al punto da farle implorare quasi pietà. Piegando la testa all’indietro, s’inarcò e aprì gli occhi. Quel po’ di respiro che le era rimasto si bloccò quando vide gli occhi furiosi di un alfa che la fissavano. Presa dal panico, liberò le proprie gambe e cercò di scostarsi da lui.

      “Basta.” gli disse senza fiato, e si sentì sollevata quando lui la lasciò andare. Sentendo ancora gli spasmi tra le gambe, cercò di allontanarsi.

      Titus la vide reggersi sulle mani nel tentativo di strisciare via da lui. Sentì l’odore improvviso della sua paura e s’infuriò, lo stava paragonando di nuovo agli uomini che temeva soltanto perché era un alfa. Scosse la testa e la braccò all’istante.

      Jade trattenne il respiro quando sentì quel corpo accarezzarle la schiena e quelle braccia abbassarsi sulle sue. Sentì la sua dura estremità penetrarla di nuovo e gemette, raddrizzandosi e poggiandogli la testa sulla spalla in segno di resa.

      Titus la bloccò con le braccia e la tirò indietro contro il proprio petto mentre si spingeva di nuovo dentro di lei. Avvicinandole le labbra all’orecchio, sussurrò con voce roca “Non è mai abbastanza.”. Le strofinò il naso sul collo e sentì la sua umidità risucchiarlo ancora di più.

      Jade sentì il proprio battito accelerare mentre la sua voce le riecheggiava nella mente, ma era ancora abbastanza lucida per prestare attenzione a quei denti che erano così vicini alla propria pelle. Quasi tutte le femmine venivano marchiate durante il sesso e lei non poté impedire alla paura di tornare ad assalirla, mentre veniva sopraffatta da un altro orgasmo.

      Alzando lo sguardo, Titus notò il loro riflesso nell’enorme specchio sul comò. L’immagine di lei con gli occhi chiusi e la bocca leggermente aperta mentre accoglieva le sue spinte era erotica. Afferrandola per i fianchi, la sollevava e la riportava giù ad un ritmo che la fece ansimare mentre iniziavano a tremarle le gambe. Con una mano le afferrò un seno, poi fece scivolare l’altra verso il basso e la affondò tra le sue gambe.

      “Apri gli occhi.” le ordinò con voce dura e, con la guancia, le girò il viso verso lo specchio.

      Jade aprì gli occhi e vide il loro riflesso mentre lui le faceva aprire le gambe. Il contrasto tra la propria carnagione scura e quella chiara di quel dio greco era erotico da morire. Quando lui le sfiorò il piccolo fascio di nervi appena sopra il punto in cui la stava penetrando, Jade gemette e si morse il labbro inferiore mentre veniva di nuovo. Quando quelle dita non smisero di torturarla si sentì quasi esplodere.

      “Titus, ti prego.” gridò Jade, premendosi contro di lui mentre rabbrividiva e si contorceva tra le sue braccia.

      Gli occhi di Titus brillavano mentre la guardava allo specchio. Le stava dando qualcosa che finora non aveva mai avuto, e non era ancora finita. Se Jade era convinta che avevano fatto sesso solo perché lui aveva provato pietà a causa del suo calore, allora non l’avrebbe lasciata scendere tanto facilmente da quel letto.

      Continuò a stuzzicarla tra le gambe, poi la liberò e lei ricadde in avanti, reggendosi sulle mani. Jade trattenne il respiro ed emise un sibilo quando lui, mettendole una mano su un fianco e l’altra sulla schiena, si ritrasse quasi del tutto per poi riaffondare lentamente e inesorabilmente dentro di lei.

      Quel ritmo sensuale la eccitava e le dava la possibilità di riprendere fiato allo stesso tempo. Si aggrappò alle lenzuola quando si rese conto che, in quella posizione, lui poteva penetrarla ancora più in profondità. Mai nessuno aveva raggiunto la sua essenza in quel modo, prima d’ora, e quella sensazione nuova la faceva contrarre e godere ad ogni spinta. Prima di riuscire a trattenersi, lei si spinse all’indietro cosicché lui entrasse ancora più in profondità.

      “Titus...” esclamò Jade quando lui la tenne ferma per un secondo prima di muoversi di nuovo.

      Titus ringhiò in gola quando perse quasi il controllo. Allungando una mano, le scostò i capelli di lato e la afferrò per una spalla. Con un respiro profondo e tremante, la tirò verso di sé con impeto, spingendosi in lei e dandole quello che voleva.

      “Oddio Titus.” gemette Jade mentre lui accelerava il ritmo, dandole molto più di quanto si era aspettata. Dopo diversi minuti, si sentiva quasi morire e scattò in avanti, cercando ancora una volta di strisciare via da lui.

      Titus, respirando affannosamente, la afferrò e la fece rotolare sulla schiena. Lei era debole e così rossa in viso da eccitarlo ancora di più, oltre il limite del possibile. Allargandole le gambe, la guardò negli occhi mentre si faceva strada dentro di lei, reggendosi su un braccio. Con l’altra mano le sollevò una gamba, spingendosi ad un ritmo lento e implacabile.

      Quel ritmo lento gli si ritorse contro... si sentiva intrappolare, stringere e risucchiare da lei, centimetro dopo centimetro. Sentendo i loro odori mescolarsi e vedendo il desiderio negli occhi di Jade, gli venne voglia di reclamarla. Strinse i denti quando la sentì pulsare attorno al proprio membro.

      Afferrandola di nuovo per le spalle, la bloccò sul materasso e iniziò a spingere velocemente e a dimenarsi. La schiena di lei si strofinava sulle lenzuola e lui continuava a ripetere quel movimento, ricorrendo alla forza di volontà per superare i propri limiti.

      Jade non poté far altro che resistere e abbandonarsi alle sensazioni. Quando lui poggiò la fronte sulla sua, gli avvolse le braccia attorno al collo e si sentì sollevare tra le sue braccia.

      Titus la tenne stretta e alzò la testa verso il soffitto per non marchiarla mentre il proprio seme esplodeva in profondità dentro di lei, pulsando al ritmo implacabile del proprio battito cardiaco. Rimasero in quella posizione per alcuni minuti, respirando affannosamente e tremando, prima che Titus la lasciasse ricadere sul materasso all’improvviso.

      Jade si accigliò quando lui le si stese accanto senza dire una parola né cercare di toccarla o trattenerla. Girò lentamente la testa e lo vide in posizione supina, respirava affannosamente come lei ma aveva gli occhi chiusi e un’aria rilassata.

      Si accigliò ancora di più quando, dopo un po’, il respiro di Titus si calmò mentre si addormentava con facilità. Sentì l’aria


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