Sangue Saziato. Amy Blankenship

Sangue Saziato - Amy Blankenship


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all’ID del chiamante. Se lo portò all’orecchio con un sorriso smagliante.

      “Ehi Micah, che succede?”.

      “Hai un po’ di tempo per il tuo fratellone?” chiese lui, voltando le spalle agli altri due nella stanza in modo che non potessero vedere l’espressione di sollievo sul suo viso. Si aspettava quasi che fosse Damon a rispondere al suo telefono.

      Alicia scrollò le spalle “Sì, credo di sì. Damon è fuori con Michael e Kane. Probabilmente starà via ancora per un po’.”.

      “Bene, perché mi serve un favore.” iniziò Micah. “In una cella c’è una lupa che abbiamo appena salvato dai commercianti di schiavi. Non si è ancora trasformata ma, quando lo farà… le serviranno dei vestiti. Pensi di poterle portare qualcosa qui in centrale?”.

      Alicia guardò il suo enorme armadio pieno di vestiti prima di annuire “Sì, penso di riuscire a trovare qualcosa. Quando vuoi che venga?”.

      “Appena sei pronta.” rispose Micah. “Non sappiamo quando finirà l’effetto del tranquillante.”.

      “Arrivo subito.” disse Alicia. “Ti serve qualcos’altro?”.

      “Sono contento che me l’hai chiesto.” rispose Micah, facendole percepire il proprio sorriso. “Ho bisogno che tu lanci l’incantesimo su un altro lupo e lo costringi a rispondere ad alcune domande per noi. Pensi di farcela?”.

      “Sì.” rispose lei un po’ troppo in fretta. “Dammi un po’ di tempo per vestirmi e prendere qualcosa per quella povera ragazza e arrivo.”.

      Riagganciò, e un sorriso smagliante le apparve sul viso mentre si affrettava a vestirsi. Era bello avere qualcosa da fare mentre Damon era via. Almeno adesso si sentiva utile e, con un po’ di fortuna, avrebbe potuto dimostrargli che era davvero capace di fare qualcosa da sola.

      Infilandosi i suoi jeans preferiti e una maglietta nera abbottonata di Damon, tirò fuori un borsone di pelle e prese due completi dall’armadio. Uno nel caso in cui alla ragazza piacessero le cose frivole e l’altro che la facesse sentire forte e sicura di sé. Perché non darle la scelta tra elegante o tosta? E poi, Damon aveva riempito più della metà del suo armadio con abiti da cattiva ragazza, che si abbinavano alle sue stesse azioni da cattivo ragazzo.

      Una volta piegati i vestiti, rovistò tra alcuni capi di biancheria intima che non aveva ancora mai indossato e li mise nel borsone insieme a qualcosa da usare per la notte. Pensò che qualsiasi ragazza, dopo essere stata tenuta prigioniera, avrebbe apprezzato piccole cose come la biancheria intima pulita, lo spazzolino da denti e magari un po’ di trucco.

      Diede un’ultima occhiata in giro per la stanza, per assicurarsi di non aver dimenticato nulla. Posando lo sguardo sui suoi accessori per capelli, prese un pettine e una spazzola insieme ad alcuni elastici cosicché la ragazza potesse legarsi i capelli, se voleva.

      Alicia sorrise, si mise il borsone a tracolla e si diresse verso la porta. Era bello sapere che stava per rivedere Micah, anche se erano passati soltanto pochi giorni. Le mancava.

      Il fatto che avesse chiesto aiuto proprio a lei era abbastanza emozionante. L’idea di lanciare un incantesimo di obbedienza per fini legittimi, e il fatto che il suo obiettivo fosse un lupo mannaro e non un umano, erano una sfida per lei.

      Gli umani erano molto più facili da controllare perché non erano immuni, a meno che non fossero sensitivi o indossassero un ciondolo come il suo. Damon le aveva detto che era più difficile controllare i mutanti perché i loro sensi erano più acuiti. Purtroppo non aveva avuto molte occasioni per fare pratica sugli umani, Damon la lasciava uscire a malapena dalla camera da letto.

      Alicia raddrizzò le spalle. Quella era la sua occasione per fare un po’ di pratica senza distrazioni sessuali. Proprio mentre usciva dalla camera da letto, Kane si fiondò attraverso la porta d’ingresso borbottando sottovoce.

      “Tutto bene?” gli chiese Alicia.

      Kane non sembrò ascoltarla e continuò a borbottare a proposito di una donna di nome Olivia. All’improvviso si bloccò e imprecò a gran voce.

      “Accidenti!” gridò. “Victoria… non Olivia!”.

      Michael e Damon entrarono proprio in quel momento, ridacchiando entrambi per la scenata di Kane.

      Alicia quasi si lamentò per il tempismo di Damon. Era felice di vederlo tornare sano e salvo, tuttavia aveva sperato di avere il tempo di andare e venire dalla centrale prima che lui tornasse.

      “E così tu saresti quello che si ricorda il nome di tutte le donne con cui è stato.” disse Damon lentamente.

      “Certo che me li ricordo.” ringhiò Kane.

      “E allora chi è Olivia?” chiese Michael.

      “Va’ all’inferno!” borbottò Kane, prima di dirigersi verso la sua camera da letto.

      “Chissà qual è la risposta a questa domanda.” disse Michael dirigendosi verso la tromba delle scale, poi si fermò vedendo Alicia in piedi sulla soglia della sua camera da letto, con l’espressione di chi è appena stato colto sul fatto.

      Kane chiuse la porta della sua camera e trovò Tabatha in piedi, con le braccia incrociate sul petto.

      “Allora, chi sono Olivia e Victoria?” gli chiese.

      “Le ex di Damon e Michael.” rispose lui senza esitazione, e posò le labbra sulle sue.

      Nell’atrio, Damon fu subito attirato da Alicia e quasi sorrise quando la vide con indosso una delle sue magliette. Tuttavia, si accigliò per il modo in cui lei si stava mordendo il labbro inferiore, e la scrutò attentamente. I suoi occhi si socchiusero pericolosamente quando vide il borsone a tracolla su una spalla.

      Alicia sbatté le palpebre quando Damon apparve improvvisamente a pochi centimetri da lei, bloccandole la strada con i palmi sugli stipiti della porta e intrappolandola contro la superficie di legno. Si sporse e la guardò senza dire una parola, ma lei conosceva bene quell’espressione nei suoi occhi.

      Si sentiva un po’ nervosa e cercò di nascondere la cosa sorridendo “Sono felice che tu sia tornato.”.

      “Ah davvero?” chiese lui, incapace di impedire che il proprio lato oscuro avesse la meglio. “Se fossi arrivato qualche minuto dopo… ti avrei trovata ancora qui ad aspettarmi?”.

      Alicia non poté resistere all’istinto di autoconservazione e alzò la mano per toccarsi la collana che non aveva più al collo. Si ricordò di averla data a Nick e sussultò quando si accorse che Damon aveva seguito con gli occhi il suo movimento nervoso, per poi lanciarle uno sguardo cupo color ametista.

      A quel punto lei sapeva che mentire sarebbe bastato a farlo scattare, con il rischio di tante altre cose… compresa l’ennesima sculacciata. Sentendo il rossore affiorarle sulle guance, alzò il mento in segno di sfida e gli disse tranquillamente la verità.

      “No.”.

      Sospirò quando Damon girò la maniglia e la spinse indietro nella camera da letto. Sussultò quando la porta sbatté. L’espressione che vide sul volto di Michael prima che la porta si chiudesse la fece preoccupare.

      “Dove stavi andando?” chiese Damon, assicurandosi di usare il verbo al passato.

      “Stavo andando da Micah.” disse Alicia nel tentativo di chiarire l’equivoco, prima di ritrovarsi di nuovo a faccia in giù sulle ginocchia di lui.

      “Pensavi di passare la notte da Micah?” le chiese Damon a bassa voce.

      Un’espressione confusa apparve sul viso di Alicia prima che lei posasse lo sguardo sul borsone. Vide la biancheria intima e la spazzola in bella vista e sospirò. Okay… poteva capire il punto di vista di Damon, ma questo non le avrebbe impedito di punirlo con le parole per i suoi pensieri contorti.

      “Ha bisogno di me.”. Le venne voglia di ringhiare quando lui la interruppe all’istante.

      “Oh, ci scommetto.”. Damon si raddrizzò facendo un passo in avanti con imponenza. Quello di cui Micah aveva davvero bisogno era un prete per il suo funerale.

      “Sai


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