Minotauro. Sergio Ochoa
brava a parlare con gli occhi.
“Esagerate come al solito! Andrea, Luisa, perché vi siete messe in cerimonie! Questa borsa vi deve essere costata una fortuna!”
“Sì e no, Marianita. E poi, lo sappiamo che le borse ti piacciono molto!”
“Comunque, visto che ci è costata una fortuna – intervenne Luisa, ridacchiando- ti conviene dire che ti piace e che la userai tutti i giorni! Altrimenti ci offendiamo!”
E di nuovo tutte a ridere.
Intanto Andrea, una delle amiche di Mariana, non la smetteva di girarsi intorno e guardare di nascosto in direzione del tavolo di Jorge.
Aveva notato gli sguardi di ammirazione dell’uomo per Mariana ma, più lo guardava, più le pareva che l’uomo avesse un’aria distaccata e poco interessata. Un paio di volte i loro sguardi si erano anche incrociati, ma 20
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Jorge non aveva fatto alcun tipo di avances.
Forse, si era sbagliata, concluse la ragazza.
Nel tempo necessario per due giri di bevande, o di una birra come nel caso di Jorge, era riuscito a capire che le amiche della festeggiata erano entrambe sposate, ma lei no. Nel frattempo il cameriere aveva portato al tavolo delle ragazze lo champagne ordinato da lui, e le ragazze si girano tutte insieme verso il suo tavolo, con la faccia sorpresa, mentre il cameriere sussurra, come da prassi.
” Lo champagne lo offre quel signore laggiù per il compleanno della signorina, con tanti auguri.”
Mariana arrossisce. Miguel, il cameriere, deve aver fatto molto bene il suo lavoro.
Il ghiaccio si è rotto, le donne prendono i calici in mano, li alzano e brindano tutte nella direzione di Jorge, che si unisce da lontano
al
brindisi.
Esclama”
Buon
Compleanno!” di rimando, e finalmente riesce a incrociare lo sguardo di Mariana, che lo ringrazia con gli occhi. Ormai è sicuro che, prima di andarsene, lei verrà al suo tavolo per ringraziarlo della gentilezza.
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Il brindisi si è concluso, e le ragazze decidono di riunirsi a casa di Mariana, per continuare i festeggiamenti. Una esclama: “Allora, andiamo?” E l’altra ammicca a Mariana: “
Noi
ti
aspettiamo
fuori…”
Entrambe
sorridono ma guardano anche con un po’ di sospetto quell’uomo gentile seduto al tavolo che fa finta di non accorgersi di nulla, e se ne sta a capo chino per i fatti suoi a dare un’occhiata al giornale.
Mariana si avvicina al tavolo di Jorge, per ringraziarlo. E’ bellissima! Indossa un abito in tinta unita molto elegante e una classica collana di perle a un filo al collo, uguale agli orecchini. Ricorda vagamente Diana Spencer per lo stile, ma i capelli scuri la fanno apparire più bella.
Lei lo saluta a voce alta, e Jorge fa finta di essersi accorto di lei solo in quel momento.
“Salve! Posso sedermi?” chiese, appoggiando sul tavolo la borsa Halston in stile clutch che portava sotto il braccio destro,e quando lo fa le borchie metalliche sulla pelle della borsa scintillano come piccoli soli dorati.
“Prego, con piacere!” esclama Jorge, come risvegliandosi da un lungo sonno.
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Con leggero imbarazzo Mariana gli dice:
“Ha presente? Sono la ragazza che ha festeggiato il compleanno al tavolo accanto al suo.” E gli sorride con calore.
“Ah, certo, mi scusi, mi presento: Jorge Ledezma, ai suoi ordini.” Esclamò Jorge, con finta indifferenza, come se in realtà non gl’importasse nulla di lei.
“Mariana Salgado, molto piacere – rispose lei, un po’ contrariata – ma vedo che è occupato. Forse è meglio che me ne vada.” E
si alzò per andarsene. Ma Jorge la trattenne.
“No ... no, mi scusi. Non sto facendo nulla d’importante, anzi sono felice che lei sia venuta a salutarmi.”
Lei si rimise a sedere, per cortesia.
“Indossa un bellissimo anello: è un regalo di suo padre?” esclamò Jorge, senza immaginare di toccare un tasto dolente.
La sua intenzione non era certamente quella di farle del male, ma il risultato fu che quella frase colpì la ragazza come una mazzata, con una violenza tale che lei sbattè gli occhi per un attimo. Quando si riprese era tutta rossa e aveva lo sguardo perso nel vuoto: quella 23
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frase le aveva risvegliato un lontano ricordo legato a quell’anello. La persona che glielo aveva regalato ormai non c’era più..
“Sì! Era di mio padre. Me lo ha regalato per la maturità, e lo ha fatto adattare per me. Ci sono delle incisioni, sopra.”
Mariana si sfilò l'anello e lo mise nelle mani di Jorge, che lo osservò con grande attenzione. Era un bel gioiello pesante in oro 14
carati,
con
due
incisioni:
una
rappresentava
lo
scudo
della
loggia
massonica del rito scozzese di El Paso in Texas, l'altro era una "X" formata da due pergamene arrotolate su una foglia d'ulivo, il che indicava il gruppo di appartenenza del padre, che evidentemente era custode della biblioteca e depositario degli accordi, e poi c’era la classica bussola sul monte e la piazza, emblema della massoneria. Sotto a tutto due grossi rubini e le iniziali G11.
“Il simbolo della massoneria.” mormorò Jorge.
Mariana non si era mai sfilata quel pezzo d’oro dal dito per mostrarlo a qualcuno, e quando all’improvviso se ne rese conto sulle prime si sentì in imbarazzo, ma poi il suo istinto la convinse che non aveva nulla da 24
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temere, da quell’uomo pacifico che la guardava con sincera ammirazione.
“Sei un Massone, o che? - chiese Mariana –
Come ha fatto a capirlo?”
“No, non appartengo alla Massoneria!”
esclamò Jorge, di slancio. E non era una bugia. Aveva avuto a che fare spesso con dei Massoni, nella sua carriera da poliziotto, ma non di più.
“Davvero? E che lavoro fa?” indagò la ragazza.
“Sono un dipendente del governo, e faccio un lavoro "legale."
“Cioè?”
“Sono Avvocato, ma non seguo cause.”
“Davvero? E allora cosa fa, di preciso?”
“Faccio il consulente, sa, quelli che consigliano solo ... E adesso, dove va di bello a festeggiare?” provò a cambiare discorso Jorge.
Mariana si sentì di nuovo a disagio, non era abituata a così tante domande e in un attimo Jorge aveva saputo su di lei più cose di 25
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quante ne sapessero i suoi amici, che frequentava da anni.
“Beh,