Saluta Il Mio Cuore Con Un Bacio. Dawn Brower

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      Saluta Il Mio Cuore Con Un Bacio: L’intento del cuore 4

SALUTA IL MIO CUORE CON UN BACIO L’INTENTO DEL CUORE 4 DAWN BROWER TRADUZIONE DI GIULIA BUSSACCHINI EDITO DA TEKTIME

      Questo libro è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi e fatti citati sono frutto dell’immaginazione dell’autore o sono usati in modo fittizio. Ogni riferimento a persone vive o morte, luoghi e organizzazioni è puramente casuale.

      Saluta Il Mio Cuore Con Un Bacio, diritti d’autore © 2017 Dawn Brower

      Modifiche e realizzazione della copertina da parte di Victoria Miller

      Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo libro può essere usata, riprodotta elettronicamente o stampata senza permesso, ad eccezione di brevi citazioni comprese nelle recensioni.

      PROLOGO

      Dieci anni prima

      Era un pomeriggio d’estate specialmente umido. Il sudore si formava sulla fronte di Lisanna Kelly mentre la ragazza fissava fuori dalla finestra al piano superiore della villa Brady. Sua madre era la colf della proprietà, e vivevano nell’appartamento sopra al garage. Non avevano però sempre vissuto lì. Per un periodo lei aveva soggiornato in una stanza della casa principale. Ma era prima che il mondo dei Brady venisse sconvolto dalla scomparsa della loro figlia, Daniella.

      Avrebbe dovuto pulire le finestre come le aveva chiesto di fare sua madre. Era difficile non sognare ad occhi aperti e desiderare ciò che non aveva mai avuto. Pulire le finestre era noioso e tedioso. Che divertimento c’era? Invece di svolgere il lavoro che le era stato assegnato, Lisanna era catturata dalla scena all’esterno. In sua difesa, ogni femmina vivente e respirante lo sarebbe stata.

      Sullivan Brady si era tolto la maglietta e stava facendo stretching nei pressi della piscina. Il suo petto muscoloso brillava alla luce del sole. La sua pelle si era scurita di una bella tonalità dorata, ed ora dei colpi di sole color caramello ravvivavano i suoi capelli scuri. Lisanna si leccò le labbra dimenticandosi di pulire. Beh—forse Sullivan aveva bisogno del suo aiuto. Avrebbe potuto lavarlo…Lisanna allontanò l’idea dalla sua mente. Lui non l’avrebbe mai guardata. Lei era la figlia della colf, e lui era…tutto. Non aveva mai trovato un altro maschio simile a lui. Per lei, lui era dannatamente perfetto.

      “Lisanna” gridò sua madre.

      “Sì, mamma” rispose.

      “Che costa stai guardando, ragazza?” la raggiunse alla finestra. Lisanna si morse il labbro. Era nei guai. Se sua madre si fosse resa conto che stava fissando Sullivan, l’avrebbe rimproverata a lungo. Era troppo grande per lei, e doveva allontanare quei sogni ad occhi aperti dal suo cervello di adolescente. Sua madre guardò fuori dalla finestra e si accigliò. Lisanna si preparò per le parole di sua madre, “è una bella giornata” disse sua madre prima di sospirare. “La piscina sembra invitante. Se finirai le finestre chiederò al Signor Brady se potrai andare a nuotare”.

      Il corpo di Lisanna si riaccese di gioia. Sarebbe stato bellissimo trascorrere un po’ di tempo in piscina. Però era confusa…quando aveva guardato aveva visto Sullivan accanto alla stessa. Ora non osava sbirciare per non dare nessuna indicazione a sua madre che stesse guardando qualcos’altro oltre alla piscina. “Davvero?” domandò speranzosa. Forse lui sarebbe stato lì quando lei avrebbe nuotato.

      “Sì, cara” disse dolcemente. “Dev’essere difficile per te. Vivere qui senza però essere parte di tutto questo”. Indicò la sontuosa camera e le decorazioni costose. “Hai diciassette anni. Voglio che ti diverta”.

      Odiava quando sua madre le ricordava quanti anni aveva. Non era abbastanza grande per fare niente. Non abbastanza sofisticata per Sullivan. Lui avrebbe compiuto ventun anni la settimana seguente. Poi, qualche settimana dopo sarebbe tornato al College. L’estate sarebbe finita prima che se ne sarebbe resa conto.

      “Grazie” disse Lisanna dolcemente. “Adesso finisco le finestre”.

      “Vedi di farlo” disse sua madre. “Quando hai finito raggiungimi in cucina”.

      Lisanna annuì ed afferrò gli attrezzi per le pulizie che aveva abbandonato per ammirare Sullivan. Applicò lo spray sui vetri e li pulì fino a quando brillarono. Non sapeva dove fosse andato Sullivan mentre sua madre aveva guardato fuori dalla finestra, ma ora era ritornato. Le ci volle tutto il suo auto controllo per non ammiccargli mentre puliva. Aveva intenzione di nuotare in piscina, e se fosse stata abbastanza fortunata lui sarebbe stato lì insieme a lei.

      Si asciugò il sudore dalle sopracciglia e raccolse gli attrezzi. Ogni finestra era stata pulita. Era ora di essere ripagata. Le sue labbra s’incurvarono in alto. La piscina e del tempo con Sullivan Brady. Che cos’altro poteva volere una ragazza? Uscì dalla stanza e si diresse al piano inferiore. Poi andò in lavanderia e depositò gli stracci nel cesto dei bianchi. Una volta finito, entrò in cucina.

      “Ho finito…” lasciò la frase in sospeso quando si rese conto che sua madre non era sola. Sullivan era entrato in cucina mentre la donna si stava occupando delle stoviglie. Era ancora più bello da vicino, e non si era preoccupato di indossare una maglietta. Lisanna si leccò le labbra e si ricordò di respirare. Dopo essersi schiarita la voce disse, “ho finito le finestre al piano disopra”.

      Sua madre sorrise. “Grazie. Sei libera di fare ciò di cui abbiamo parlato prima. Ricordati di applicare la crema solare in modo da non scottarti”.

      Sullivan le rivolse un ghigno. “Ti posso aiutare quando esci. La Signora Kelly dice che nuoterai in piscina”.

      Lisanna arrossì. Lui le avrebbe messo la crema solare? Sarebbe morta—oh, ma che bel modo di morire. Era certa che avrebbe preso fuoco quando lui le avrebbe messo le mani addosso. “Uhm, sì” esitò. “Grazie”. Perché non riusciva a formulare una frase di senso compiuto in sua presenza?

      “Adesso va’” disse sua madre. “Goditi la giornata”.

      Non dovette farselo dire due volte. Lisanna si affrettò fuori dalla cucina. Un intero pomeriggio a non fare niente…non si ricordava quand’era stata l’ultima volta in cui aveva avuto del tempo libero. Sua madre le chiedeva sempre di fare qualcosa. Quando andava a scuola aveva più tempo per sé stessa perché sua madre voleva che si concentrasse sull’ottenere buoni risultati. In estate però la Signora Kelly non credeva nel concedere del tempo a sua figlia per oziare. Non aveva cresciuto una figlia pigra.

      Lisanna salì le scale dell’appartamento sopra al garage, ed andò in camera sua. Tutto all’interno della piccola stanza era pulito e perfettamente ordinato. Almeno così credeva. Aprì un cassetto dal quale estrasse il suo costume. Si trattava di un tankini verde smeraldo che aveva convinto sua madre a comprarle. Ne era stata attirata perché era in tinta con gli occhi di Sullivan. Sì, era ossessionata da lui. Non poteva farne a meno.

      “È una causa persa” mormorò fra sé e sé. “Sullivan Brady è fuori dalla mia portata”.

      Lisanna scosse il capo e si preparò per la sua nuotata. Indossò il costume ed acconciò i suoi capelli ramati scuri in una coda di cavallo alta. Soddisfatta del risultato, afferrò un pareo bianco e si diresse alla piscina.

      L’accolsero delle risate quando raggiunse il giardino posteriore. Credeva che avrebbe trovato Sullivan da solo, ma si sbagliava. Era in compagnia di qualcuno, e non sembrava un maschio. Forse aveva sentito male. Oh, c’era sicuramente una femmina con lui. La sua risata briosa era difficile da confondere, ma forse ce n’erano altre. Girò l’angolo e tirò un sospiro di sollievo. L’ultima cosa che voleva, era essere il terzo incomodo durante un appuntamento di Sullivan.

      Con lui c’erano altre persone. Altre due ragazze ed un altro ragazzo—tutti suoi amici che riconobbe. La coppia che si coccolava nei pressi della piscina era composta dal migliore amico di Sullivan, Aaron Taylor, e la sua ragazza, Sienna Kent. L’altra ragazza era Victoria Masters. Era bionda, dagli occhi azzurri, e tutta curve. Tristemente, Lisanna notò che lui era attirato da lei. Vicky, come lui la chiamava, faceva arrossire la parola ‘stupenda’.

      “Sei troppo dolce” disse Vicky a Sullivan in tono condiscendente. “Perché permetti a quella ragazza di unirsi a noi?”

      “Non essere cattiva” la rimproverò lui. “Non è come noi. È una bella


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