Cuori Infuriati. Amy Blankenship
e cercando di non perdere il controllo. «Kyoko, io voglio solo che tu venga con me». Le sue parole, pronunciate dolcemente, erano piene di dolore per il rifiuto. La frangetta gli era ricaduta davanti agli occhi, nascondendo tutte le sue emozioni.
Lei scivolò dietro l’anta dell’armadio e prese una camicia, indossandola in fretta. Quando fece un passo indietro, Toya era sparito. Sospirò, poi trasalì quando sentì sua madre bussare alla porta.
«Kyoko, è arrivato Tasuki. Gli ho detto di aspettare e che sarai pronta tra un attimo, okay?» la voce dolce di sua madre la raggiunse. Kyoko diede un’ultima occhiata alla finestra, poi di nuovo allo specchio. Si portò le dita alle labbra, sentendo ancora il formicolio di quel bacio così infiammato. Con un sospiro di sconfitta, chiuse l’armadio e scese. Non trovando Tasuki in casa, si avvicinò alla porta e lo trovò fuori.
Toya vide Tasuki e Kyoko salutarsi. Rimanendo sull’albero, si allungò, afferrò un ramo di modeste dimensioni e lo lanciò verso Tasuki, colpendolo dietro la testa.
«Ahi.» borbottò il ragazzo, massaggiandosi la nuca e guardandosi intorno confuso. Non vedendo altri oggetti volanti, si girò di nuovo verso Kyoko. «Sei pronta? Ho pensato che potremmo vedere un film e poi mangiare qualcosa.».
Kyoko annuì e gli prese la mano, portandolo lontano da casa prima che Toya decidesse di lanciargli qualcosa che avrebbe davvero potuto ferirlo sul serio.
Più tardi, Tasuki riaccompagnò Kyoko a casa. Ridevano di gusto quando giunsero alla porta d’ingresso. «Tasuki, non ti ringrazierò mai abbastanza. Sono stata benissimo.». Gli sorrise, vedendo quanto lui fosse felice. Si era davvero divertita.
Tasuki le si avvicinò, accorciando la distanza finché i loro respiri non furono quasi vicini. «Kyoko, posso darti il bacio della buona notte?» le chiese a bassa voce sapendo che, in qualche modo, lei stava per sparire di nuovo.
Kyoko si guardò intorno con circospezione, sperando che nessuno stesse guardando. Annuì pensando: “Perché no… gli altri mi hanno baciata, perché non lasciare che anche Tasuki lo faccia, visto che è più gentile di loro?”.
Alzò il viso verso di lui e chiuse gli occhi in attesa. Sentendo le sue labbra scivolarle sulla guancia in un bacio innocente, aprì subito gli occhi per vederlo arrossire mentre la ringraziava e se ne andò. Kyoko rimase lì a pensare quanto fosse divertente la cosa. L’unica persona a cui aveva dato il permesso di baciarla non le aveva nemmeno dato un bacio vero. Ridacchiò tra sé, girandosi per entrare in casa.
Si sentiva meglio riguardo tutto ciò che era accaduto negli ultimi due giorni. Si sentiva anche pronta ad affrontare di nuovo il gruppo, così iniziò a preparare una borsa da portare via. Aveva promesso a Suki che avrebbe portato loro qualcosa di buono.
E poi, Toya aveva ragione. Non doveva essere così egoista da farli aspettare. Infilò nella borsa più cose che potesse e scrisse un messaggio dicendo alla sua famiglia che stava tornando nell’altro mondo e che sarebbe ritornata il prima possibile. Avrebbero capito… come sempre.
Dopo aver baciato Kyoko, Toya era tornato al campo dagli altri erano, decidendo di non pensarci più. Non aveva intenzione di pensare al fatto che lei fosse uscita con quel tizio. Non poteva fregargliene di meno. Si mise a camminare rabbiosamente avanti e indietro accanto al fuoco che avevano preparato per la notte.
Kamui lo guardò con diffidenza, massaggiandosi ancora la testa dove lo aveva colpito poco prima. Gli aveva solo chiesto se Kyoko stava bene… Toya non avrebbe dovuto colpirlo. Suki guardò Shinbe e alzò le spalle quando lui trovò il coraggio di chiedere: «Toya, ti ha detto per caso quando sarebbe tornata?».
Toya si voltò e strinse gli occhi verso Shinbe. «Come diavolo faccio a saperlo? Non sta parlando con me in questo momento e, per quanto mi riguarda, non mi interessa quello che fa.». Continuò a camminare avanti e indietro.
Shinbe sorrise, «Sì, ci siamo accorti che non ti interessa dal modo in cui stai consumando il terreno con i tuoi passi.».
«Sta’ zitto.» rispose Toya, consapevole che non l’avrebbe data a bere a nessuno… neanche a se stesso. Se avesse saputo che non lo avrebbe respinto, le avrebbe detto quello che provava per lei. In quel momento, ciò che gli dava più fastidio era il fatto che avrebbe potuto perderla. Era più spaventoso di qualsiasi altra cosa.
Smise di camminare vedendo il solco che Shinbe aveva appena indicato e sospirò. Non lo aveva mai detto ad alta voce né in mente prima d’ora, ma Kyoko era parte di lui e questo lo faceva impazzire. Toya se ne andò a passo veloce per controllare il santuario e vedere se era tornata.
Kyoko uscì dal portale del tempo così rapidamente che la pesantezza del suo zaino le fece perdere l’equilibrio. Poco prima che cadesse, una mano si allungò e la sostenne. Kyoko vide Kyou che era lì, illuminato dalla luce della luna, regale come un principe. Perché continuava a comparire in quel modo?
Allontanandosi da lui, deglutì nervosamente. «Kyou, che ci fai qui?». Quell’abitudine di avvicinarsi a lei furtivamente stava iniziando a sfuggire di mano.
Kyou osservò le emozioni che le scorrevano sul viso, notando meraviglia e una traccia di paura nei suoi occhi. Sapeva che aveva paura di lui e non gli importava perché era solo una timida paura, poiché non le avrebbe fatto del male. Lui glielo avrebbe fatto capire pian piano.
Senza voltarsi, guardò la statua vergine e poi di nuovo lei. «Perché sei andata a casa, sapendo che il Cuore di Cristallo Protettore è ancora qui?», il suo tono era pacato.
Kyoko si morse il labbro. Non voleva che nessuno lo sapesse. «Io… mi sentivo in imbarazzo.». Per qualche ragione, non riuscì a mentire fissando quegli occhi dorati.
«Fai bene a non mentirmi, sacerdotessa.» la voce di Kyou sembrava quasi seducente e Kyoko si sentiva come se stesse cercando di attirarla a sé. Come faceva a sapere che stava pensando di mentirgli? Lei sapeva che non le avrebbe fatto del male. «Non dovresti mai sentire il bisogno di mentirmi. Dopotutto, non sono uno dei tuoi guardiani?».
“Ci risiamo.” pensò Kyoko, “È come se stesse leggendo la mia mente.”. Rimase a bocca aperta mentre lo guardava. Cercò di non pensarci ma il ricordo le balenò nelle mante. Il bacio che avevano condiviso, mentre lei era sotto l’effetto dell’incantesimo d’amore. Kyoko non riusciva a distogliere lo sguardo da lui mentre ricordava il suo sapore e il modo in cui le teneva una coscia tra le gambe.
Sentì una scossa di calore attraversarla a quel ricordo e arrossì quando lo sguardo si abbassò sulle sue labbra perfette. Sussultò quando lui allungò una mano e la strinse tra le braccia, premendo quelle magiche labbra sulle sue in un bacio che le tolse il respiro. Non appena iniziò a rispondere al bacio, lui la lasciò e lei alzò lo sguardo per vedere i suoi occhi diventare oro scuro.
«Perché fai così, Kyou?» chiese lei con voce tremante. «Non mi conosci neanche, né tanto meno io. Hai anche cercato di uccidermi quando sono arrivata qua con il Cuore di Cristallo Protettore. Dicesti che non ero altro che un essere umano e indegno. Allora perché adesso ti comporti così?».
In un istante, Kyou la prese e la guardò negli occhi «Se avessi voluto ucciderti… lo avrei già fatto.».
Kyoko sentiva il cuore batterle nel petto. Lo guardò negli occhi, solitamente glaciali, e le parve di vedere un accenno di emozione che lui nascose rapidamente.
Stringendola ancora di più, Kyou la rimproverò: «Non pensare di sapere che cosa provo.». Le strofinò le labbra sulla guancia, stringendola sempre di più. Avrebbe alimentato il fuoco che c’era in lei finché non si sarebbe arresa. «Presto capirai fino a che punto può amare un guardiano.».
Detto questo, catturò le sue labbra in un altro bacio che le accese l’anima di desiderio… o era puro bisogno? Poi si scostò e le accarezzò una guancia delicatamente, come una piuma.
Kyoko era sbalordita da come un tale potente Signore dei guardiani, in grado di uccidere così tante persone, potesse essere così gentile. Quand’è che aveva iniziato a guardare Kyou in una luce diversa? Lo osservò dubbiosa, chiedendosi che cosa lo avesse cambiato.
«Che cosa vuoi