Ariion XXIII. Charley Brindley

Ariion XXIII - Charley Brindley


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della stanza.

      “Eccomi.” Cameron si alzò.

      “Mettiti in coda per primo,” disse l’ufficiale giudiziario senza alzare lo sguardo dal suo block notes. “Proprio qui.” Indicò il pavimento alla sua sinistra.

      Cameron fece come gli era stato detto.

      “Sanders.”

      “Sì, signore.” Ariion si alzò di scatto.

      Qui, dietro St. Lawrence.”

      Corse al suo posto.

      L’ufficiale chiamò altri cinque nomi. Una giovane donna, due uomini e due ragazzi si misero in coda dietro Ariion. Dopo che l’ufficiale ebbe controllato i nomi sul modulo, li consegnò a un ometto panciuto in uniforme grigia, che li fece salire su un minibus e li portò a Central Park.

      “Voi sarete da soli,” disse l’autista dopo averli allineati sul marciapiede di Central Park. “Il pranzo ci sarà a mezzogiorno preciso. Se non sarete puntuali, dovrete arrangiarvi per conto vostro. Tornerò alle cinque per riportarvi in prigione. Poi, sarete liberi fino alle otto del mattino, quando ricomincerà tutto daccapo.”Guardò ogni persona della fila. “Qualche domanda?”

      “Sì,” disse uno dei due uomini. “Che cosa dobbiamo fare per tutto il giorno?”

      “Raccogliere la spazzatura e metterla nel sacco.” Si diresse al retro del minibus e aprì una piccola portiera. Prese un rotolo di sacchi di plastica, poi tirò fuori parecchi lunghi bastoni che sembravano manici di scopa con dei chiodi all’estremità. “Mi aspetto che tutti questi sacchi alle cinque siano pieni.”

      “Cosa? Non ci sarà nessuno a sorvegliarci?”

      L’uomo panciuto lo fissò per un attimo. “Sorvegliarvi mentre raccogliete la spazzatura? Non è esattamente un piacere.”

      “Fico,” disse l’uomo al suo amico. “Uno zuccherino.”

      “Già.” L’autista porse loro i sacchi di plastica. “Prendetene un po’.”

      Cameron lasciò gli altri e si diresse verso un argine erboso vicino al lago, dove usò il bastone per arpionare una lattina di Coca e l’involucro di un preservativo.

      Capitolo Due

      Cameron percorse il sentiero che portava al Central Park Zoo. Quando sentì qualcuno chiamarlo per nome, si fermò e si voltò.

      “Posso camminare con te?” chiese Ariion. “Le alter persone sono spaventose.”

      “Spaventose?” Si guardò. “Non pensi che io sia spaventoso?”

      “Tu non sputi, non fai commenti stupidi e non ti gratti.”

      “Bè, va bene. Vieni, andiamo verso lo zoo. Ci sono sempre Ci sono sempre buone scelte di fronte al cancello principale.”

      “Buone scelte?” chiese la ragazza. “Per la spazzatura, intendi?”

      “Uhm, sì certo, per la spazzatura.”

      Passarono due ore a camminare per lo zoo, a raccogliere la spazzatura e a guardare gli animali.

      All’altezza della gabbia delle scimmie, Ariion lasciò cadere due monetine in un distributore di cibo per animali e ricevette in cambio un sacchetto di noccioline.

      “Non una brutta vita.” Gettò una nocciolina a un piccolo di scimmia. “Si limitano a pregare per il cibo e dormono in una bella gabbia sicura.” Offrì il sacchetto a Cameron.

      “Grazie.” Aprì un’arachide e mangiò il contenuto. “Già, non una brutta vita.”

      Lasciarono lo zoo e si diressero verso il lago. A mezzogiorno, ritirarono il pranzo dall’autista del minibus. I due sedettero su una collina erbosa, guardando l’acqua increspata. Il loro pranzo consisteva in un panino con mortadella e formaggio, una bibita e una mela.

      Dopo la pausa pranzo, Cameron si mise la mela in tasca e tornarono a lavoro.

      Mentre percorrevano il prato verso la General Sherman Square, Cameronpuntò il bastone verso un uomo che vagava sul sentiero.

      “Ehi, c’è Rantolo.”

      “Rantolo?”

      “Ha un solo polmone, ma fuma come una ciminiera. Deve fermarsi ogni due passi per prendere fiato.” Quando si avvicinarono al vecchio, Cameron disse, “Ehi Rantolo, come va?”

      “Eh? Oh, ciao, Cam.” Rantolo si lasciò cadere su una panchina, respirando pesantemente. “Sto… bene.” Cercò nelle tasche della sua vecchia e consunta giacca, ma non trovò nulla. “Hai una sigaretta… con te?”

      “Sai che non fumo.”

      “Cosa mi dici…della tua amica?” Senza denti e con le spalle storte, ansimava in cerca d’aria.

      La ragazza scosse la testa.

      “Continua a fumare, Rantolo,” disse Cameron, “e ti toglieranno anche l’altro polmone.”

      “Lo so.” Fece un paio di respiri profondi. “Allora sarà…davvero difficile respirare. Smetterò domani, certamente.” Rantolo puzzava di vestiti sporchi e di corpo non lavato. Indicò il sacco nero di Cameron. “Perché raccogli la spazzatura?”

      “Il giudice mi ha assegnato dei lavori socialmente utili.”

      “E perchè l’ha fatto?”

      Cameron disse a Rantolo che era stato arrestato per una rapina alla banca, poi che gli erano stati date tre settimane di lavori socialmente utili.

      “E’ coinvolta anche lei?” Rantolo indicò Ariion.

      “No,” disse Cameron. “Ha fatto una cosa peggiore di una rapina alla banca.”

      “Davvero?” Rantolo la guardò con evidente ammirazione.

      “Ecco.” Cameron tirò fuori la mela dalla tasca e la porse a Rantolo.

      Il vecchio esitò. “Non la vuoi?”

      “No, ho fatto un pasto abbondante,” disse Cameron.

      “Grazie.” Rantolo tirò fuori un coltellino e tagliò una fettina della mela. “Come si chiama la tua amica?” Puntò la mela verso la ragazza.

      “Lei è Ariion.”

      “Piacere. Io e il mio vecchio amico…” indicò Cameron, “…Cam abitiamo qui… al parco da almeno quattro anni.”

      “Quattro anni?!” disse Ariion. “Come riuscite a sopravvivere?”

      “C’è un gruppo di… benefattori, che vengono qui… due, tre volte a settimana.” Si interruppe per respirare. “Diglielo tu, Cam.”

      “Ci danno cibo, dentifricio, sapone, queste cose qua. Non è così male, tranne che d’inverno.”

      “Sì, l’inverno,” disse Rantolo. “Parlare dell’inverno.”

      “Nelle notti molto fredde, andiamo in un rifugio.”

      “Non penso che potrei farlo per quattro giorni,” disse Ariion, “figuriamoci per quattro anni.”

      Cameron e Rantolo si guardarono.

      “Molti di loro…non lo fanno.”

      Cameron spostò il proprio peso da un piede all’altro. “Immagino che faremmo meglio a tornare al lavoro, amico. Mettimi da parte qualcosa da mangiare per stasera.”

      “Certo.” Rantolo si alzò. “Vado giù fino a Wall Street. Quando escono gli agenti di borsa… a volte sanno essere molto generosi.”

      Mentre Cameron e Ariion lasciavano Cameron e si dirigevano verso Sheep Meadow, il telefono di Ariion squillò. Lo prese dalla tasca posteriore dei pantaloni e guardò lo schermo, ma non rispose. Sospirò, poi lo rimise in tasca.

      “Cattive notizie?” Cameron infilzò un bicchiere da cappuccino con il suo bastone chiodato.

      Scosse la testa. “E’ mia madre. Non sarà a casa


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