Delitto (e baklava). Блейк Пирс

Delitto (e baklava) - Блейк Пирс


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adulti stanno parlando, tesoro” la donna ripeté.

      “OK.”

      A quel punto, Bret si girò e si allontanò. In quello stesso momento, le due ragazze quasi  investirono il bambino, irrompendo in cucina, munite di spade laser a led, in stile Guerre Stellari, con cui cercavano di farsi a pezzi l’una con l’altra. Bret emise un grido, e tentò inutilmente di afferrare una delle armi.

      A quel punto, Tia si limitò a ignorarli tutti.

      Era una causa persa, dopotutto, London comprese. Non appena Tia ebbe sedato la confusione in casa, un rumore più forte sorse proprio sotto i loro nasi.

      “E l’anello?” Tia chiese al di sopra del nuovo rumore.

      “Che cosa vuoi sapere?” London disse, non comprendendo esattamente la domanda.

      “È bello?”

      “Suppongo di sì. Grazioso. Costoso. Con i diamanti e il resto.”

      “Beh, allora, mostramelo” Tia disse.

      “Non ce l’ho.”

      Il corpo di Tia fu interamente scosso da un fremito. Emise un gridolino di puro orrore.

      “Oh, no! L’hai buttato via?”

      Entrambe le bambine cessarono di agitare le loro spade laser abbastanza a lungo da chiedere, quasi all’unisono: “Hai buttato via l’anello?”

      “Non si origlia” Tia scattò. “Tornate in soggiorno. Io e vostra zia abbiamo bisogno di parlare.”

      Poiché le ragazze non si muovevano, aggiunse: “Ne parliamo più tardi.”

      Ridacchiando, le bambine trotterellarono fuori dalla cucina con il fratellino al seguito.

      Quando se ne furono andate, London spiegò: “Non l’ho accettato. Non ho deciso se intendo sposarlo.”

      Tia dette un colpo sul tavolo con il palmo della mano.

      “Lascia che lo decida io per te. Adesso gli telefoniamo.”

      “Tia, no” London disse.

      Ma Tia continuò a parlare, come se lei non avesse detto nulla.

      “Gli dirai che sei stata una stupida ieri sera, e ti scuserai abbondantemente, e spiegherai che è stato solo un momento di follia temporanea, e gli dirai sì, sì, sì ancora e ancora, e poi, gli chiederai quando è un buon momento per rivederlo e gli darai un grande bacio e, presumibilmente, finirai a letto con lui. Chiamiamolo.”

      “No.”

      Il labbro inferiore di Tia cominciò a protendersi, con un effetto sinistro.

      Oh, no. Sta per mettere il broncio.

      “La prendo come una questione personale, London” disse.

      Naturalmente lo fai, London pensò.

      Tia continuò: “E sono sicura che Bernard reagirà allo stesso modo. Hai dimenticato che noi ti abbiamo presentata a Ian?”

      No, non l’ho dimenticato.

      Tia proseguì: “Non ricordi che eri uno straccio dopo la rottura con quell’idiota di Albert?”

      Certo che ricordo.

      E, all’epoca, London era stata profondamente grata a Tia e suo marito, Bernard, per aver sistemato le cose con un uomo così normale, solido e piacevole. Era sembrato esattamente quello di cui aveva avuto bisogno dopo la relazione avuta con un imprevedibile sociopatico.

      Bernard era socio nell’attività di gestione della contabilità di Ian. In realtà Bernard e Ian erano migliori amici. Bernard era andato a golf quella mattina, e London suppose che lui e Ian fossero andati insieme. Avrebbero discusso i piani che Ian aveva in progetto per London?

      No, lei pensò. Più probabile che discutano di tassi d’interesse a lungo termine.

      Il labbro inferiore di Tia ora stava tremando.

      “Fa male, London” aggiunse.

      London avrebbe voluto ridursi ad una palla auto-protettiva, come un armadillo. La capacità della sorella maggiore di farla sentire in colpa si era sempre rivelata inspiegabile.

      Tia continuò: “Io e Bernard volevamo solo che tu avessi il nostro stesso tipo di felicità. Sento che entrambe lo meritiamo, tu ed io, dopo l’infanzia che abbiamo vissuto.”

      Oh, per favore, non dirlo, London pensò.

      “I nostri genitori ci hanno cresciute bene” London replicò.

      “Beh, non abbiamo avuto un’infanzia esattamente stabile.”

      London fu sollevata, quando il campanello suonò.

      “Vado io” Tia gridò, balzando in piedi e precipitandosi ad aprire la porta.

      London restò a fissare il suo caffè in un momento di temporanea calma, nonostante la confusione intorno. Notò che un insieme di giocattoli si era materializzato dal nulla sul tavolo, ma decise di ignorare la cosa.

      Pensando alle parole di Tia, London dovette ammettere che la loro infanzia non era stata stabile. Farsi crescere da due assistenti di volo significava vivere con molti disagi e spostamenti. Ma London aveva sempre avuto una maggiore tolleranza nei confronti dell’instabilità rispetto alla sorella, e un maggiore senso dell’avventura.

      Persino il fatto che, quando lei e Tia erano piccole, il padre si fosse dichiarato gay, era stato vissuto da London come un eccitante cambiamento nelle loro vite. I genitori non avevano divorziato, e l’intera famiglia aveva continuato a vivere sotto lo stesso tetto, felicemente come sempre. E i genitori avevano continuato a fungere da buoni modelli.

      Ma la loro famiglia felice non era durata per sempre. Durante i primi dell’adolescenza delle due sorelle, la madre aveva deciso di fare un giro dell’Europa da sola.

      Non era più tornata.

      Nessuno aveva idea di che cosa le fosse accaduto.

      Non c’erano state segnalazioni di crimini di alcun genere. Apparentemente, era partita e si era allontanata per conto proprio. London aveva creduto che qualcosa di terribile dovesse esserle successo, ma Tia diceva sempre …

      “Immagino che non fosse così felice come voleva far sembrare.”

      London non amava arrivare a quella conclusione. Da adulta, aveva evitato l’intera questione, limitando il suo lavoro sulle crociere alle rotte caraibiche.

      Tia tornò e sedette nuovamente di fronte a lei.

      “Era solo il giardiniere con un problema” Tia la informò. “Ora, dov’eravamo?”

      Stava fissando London con un’espressione ferita sul volto, quasi come se stesse per scoppiare in lacrime.

      “Ho sempre provato ad essere una brava sorella, London” Tia disse. “Non ci sono riuscita?”

      “Certo che sì” London rispose.

      “Allora perché non puoi seguire il mio esempio? Guardati intorno. Questa è una bella vita, London. Quello che io e Bernard abbiamo qui con i bambini e i vicini è bello. È reale. Non puoi fuggire per il mondo per il resto della tua vita. Vivere equivale a responsabilità e impegno. E quelle sono cose meravigliose. Sono cose gratificanti. Certamente, te ne rendi conto.”

      London sobbalzò al rumore di un tosaerba, proveniente da fuori dalla finestra della cucina.

      Tia bevve un sorso di caffè, poi proseguì tranquillamente il discorso.

      “La cosa migliore” Tia disse, “è che tu e Ian vi sistemiate proprio in questo quartiere, forse proprio in fondo all’isolato.”

      London ebbe come una sorta di déjà vu a quelle parole.

      Poi, ricordò una frase che Ian le aveva detto proprio la sera precedente.

      “Vivremo al di sotto delle nostre possibilità, nello stesso quartiere con Tia e Bernard.”

      Ebbe


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