Pasquale Paoli; ossia, la rotta di Ponte Nuovo. Francesco Domenico Guerrazzi
egli e i suoi ci si adoperassero attorno con tutti i nervi, rimasero ributtati valorosamente. Egregie opere in vero sono queste, però con troppo sangue acquistate e per dir più per causa non sua. Oh quanto meglio vivere liberi in pace all'ombra della vite e del fico proprii! Se togli Bonifazio, la intera Corsica venne in potestà di Alfonso; ond'ei un bel giorno, buttata giù buffa, impose una taglia di arbitrio. Il popolo comincia a bollire: allora Vincentello gli dice: «Da pignatta che bolle si allontana la gatta; leva la tassa.» E il re: «Oh bella! e se non posso mettere taglie come e quanto a me piace, a che sarei venuto a fare il re?» E Vincentello: «Qui tra noi non costuma imporre tasse senza il consenso dei popoli.» Il re, guardatolo fosco, conchiuse: «Questa è mala sudditanza e se non la sanno i Côrsi, gliela insegneremo noi.» La provvidenza volle che, invece di farla a noi, noi facessimo la lezione a lui, e di che tinta! La più parte dei Catalani lasciò le ossa in Campoloro; al punto stesso Calvi, per ardimento di Pietro Baglioni, si rivendica in libertà, e quasi presago che il cognome antico sarebbe un giorno infamato dal più grande traditore comparso al mondo dopo Giuda, smesso quello di Baglioni, Pietro assunse meritamente l'altro di libertà. La famiglia Libertà partorì di ogni ragione uomini illustri: trapassata in Francia tenne cariche supreme; uno de' suoi difese Marsiglia contro gl'imperiali; e in cotesto paese si estinse. E' pare destino che, nome o cosa, la libertà, nata e cresciuta in altre terre, o in Francia o per cagione di Francia, deva morire! Alfonso, conosciuto che aveva preso a menare l'orso a Modena, maledicendo le fatiche durate e i quattrini rimessi, si parte lasciando l'isola a cui se la vuol pigliare. I Genovesi, arrabattati a strapparsi di mano la patria, adesso non badano a noi, e i baroni riarsi dalla superbia antica si legano insieme per ricuperare la perduta dominazione: il popolo, non sapendo che pesci pigliare, consulta i vescovi, e, come se avesse la virtù della bettonica, questi propongono Roma: chi ce la vuole, e chi non ce la vuole: chi ce la vuole manda gente ad offrire l'isola alla Chiesa. Eugenio IV con fronte romana bandisce accettarla perchè la commette alla sua fede il consenso universale dei popoli; e intanto manda parecchie migliaia di armati a dare sul capo a cui contradicesse. Da quello che pare, a Roma avevano dimenticato la storia côrsa; gliela rinfrescarono alla memoria i Côrsi mettendo in pezzi i papalini e Monaldo Paradisi che li capitanava. Allora il papa Niccolò V conobbe più sicuro attenersi alle pratiche de' suoi antecessori, e vendè cotesta manata di spine a Ludovico Campofregoso. Ora, sebbene non cessino qui i guai cagionati da Roma alla mia povera patria, domando a voi se da persone che rappresentano sopra questa terra il nostro Signore Gesù Cristo, potevamo aspettarci più e peggio?
— Che vi dirò io, signor frate? — rispose il Boswell. — Da per tutto Roma suona la stessa musica. Quel vostro Gregorio VII trasferiva dai Sassoni nei Romani l'Inghilterra, perchè eglino si fossero mostrati poco premurosi di osservare la legge di Canuto circa al pagamento del tributo annuale da farsi a Roma. Offa, dopo ammazzato a tradimento Edelberto, domanda l'assoluzione al papa: concedergliela a patto che l'Inghilterra gli paghi ogni anno il denaro di san Pietro, il quale era tassa di un denaro per casa. L'Inghilterra scontava a contanti il delitto regio! Indi a breve passando il prete improntissimo i modi più avari, instituisce decime sopra i salari, le mercanzie, le paghe ai soldati, che più? fino sul turpe guadagno delle meritrici, indegnissima cosa e non però la più rea: nel vero voi troverete come Gregorio II, inviando il frate Agostino nella Britannia, per convertire gli abitanti, gli desse per precetto di provvedere cauto, avanzarsi bel bello, chiudere un occhio, se trovasse duro non si opponesse ai sacrifizi delle vittime; quanto sopra la religione cattolica potesse innestarsi di pagano accettasse, allo scopo che la gente rozza, senza che se ne accorgesse, all'antica religione trovasse sostituita la nuova: così, rinnegata la tradizione di Cristo dentro e fuori, la Chiesa cattolica è pagana. Tira, tira, un bel giorno la corda si stiantò, e l'Inghilterra si divise per sempre da Roma.
— E fece male.
— Come male? Anzi, dopo quanto vi ho inteso ragionare, io non concepisco come voi la duriate monaco. Sareste di quelli, salvo vostro onore, che parlano bene e razzolano male?
— Adagio ai ma' passi, signor Inglese. Io sento e parlo in modo unico. Nè io solo, ma quanti ecclesiastici viviamo in Corsica, conoscendo le rovine originate alla Chiesa dai peccati dei supremi correttori, massime dall'appetito disordinato dei beni terreni, senza rispetto ne riprendiamo gli abusi. Affermano i curiali di Roma il potere temporale necessario allo splendore della Chiesa. Santa fede! Oh quale altro splendore può pareggiare quello che le viene dalla faccia di Dio? Ma, conoscendo tuttavia e deplorando le abominazioni della Chiesa, e di quelle con tutto lo spirito supplicando dal Signore riparo, noi non la crediamo meno santa; ammiriamo la vastità del concetto, la efficacia degli ordini secolari, e ci affatichiamo; per quanto è dato a noi oscurissimi figliuoli suoi, a mantenerne incolume la stupenda unità. Ditemi che avete fatto voi altri Inglesi, e con esso voi i luterani, i calvinisti, i zuingliani e socii vostri? Avete preso il male per medicina: invece di rammendare la veste di Cristo, l'avete strappata peggio di prima: non operarono lo stesso i soldati della sua crocifissione?
— Signor frate, — rispose imperturbato il Boswell, — questi argomenti desiderano discussione positiva, messi da parte tropi, metafore e figure rettoriche di ogni maniera. Voi altri siete i soldati della riscossa, e levate i pezzi della disciplina per salvare il dogma. Ora voi sapete come il cattolicesimo arrivasse a mettere i suoi dogmi in custodia di Dio nel cielo, e degli sbirri in terra: inondando la barbarie, preti rozzi stettero al governo spirituale e sovente al temporale di popoli più rozzi: costoro fecero a gara a cui guastava di più, ma le sconcezze nel buio non apparivano. Più tardi, anzi troppo tardi, alcuni prelati romani, dotti, quanto pii, conobbero dove stringeva la scarpa, ma che farci? Ormai la natta tanto era ingrossata, che tagliandola correvano risico di ammazzare l'infermo; e la sbagliarono, perchè i medici pietosi sono proprio i babbi del canchero: di fatti gl'increduli trassero pro dagli errori per dissuadere da ogni fede gli empii per mandare tutto a rifascio sotto il flagello dello scherno. Dio è la regola, il Vangelo la chiosa; chiosa su chiosa è mestiere da mozzorecchi. Il cristianesimo, che taglia dalla pazza e può accomodare ottimamente di vesti la umanità mano a mano che scesce: i preti cattolici vollero stringere troppo e per sempre, quindi la cintura stiantò in più parti e tornerà a stiantarsi da capo: avendo eglino preteso non solo il concetto, bensì ancora le parole infallibili, adesso discredono l'uno e le altre. Che abbiamo fatto noi? domandate. Noi abbiamo rotto i cancelli alla libera indagine, la quale, come le altre libertà sorelle, deve appuntare in Dio padre misericordioso di tutte.
— Zucche! Voi avete, rinnovata Babele. Tot capita tot sententiae. Fortunato quegli che sa distinguere con voi da che parte tira la tramontana e da quale altra mezzodì! Per me quello starsi fermo come torre che fa la Chiesa per bene diciotto secoli contro le persecuzioni dei suoi nemici, e più ancora contro le prevaricazioni dei suoi indegni pastori, emmi non dubbia prova dello aiuto divino. Se Dio non la governasse con le sue sante mani, ormai pei papi la Chiesa avrebbe dato in secco chi sa da quanti secoli!
— Codesto vostro è l'argomento di Abramo giudeo quando, dopo essere stato in corte di Roma, volle il Battesimo; lo racconta il Boccaccio nelle Novelle....
— Io l'ho letto dentro il commento della Divina Commedia scritto da Benvenuto da Imola, — rispose fra Bernardino con voce alterata.
— Bene; egli è tutto uno, che la botte non fa il vino. Ma diamo un taglio a questi discorsi, chè io non venni in Corsica a disputare di teologia: torniamo sul tasto dei forastieri.
Alfonso ordinò l'assalto,..... ma rimasero ributtati valorosamente. (pag. 76)
— La Corsica adesso è capitata nelle branche a san Giorgio, voglio dire della Banca di S. Giorgio. Questa compagnia è un banco che ha leggi e governatori a parte, prestava e presta al governo, il quale gli commise in appalto bestie, cristiani, gabelle, rendite, città, castelli e provincie quando il governo ne aveva: San Giorgio arrolò eserciti, allestì armate, sottomise paesi, dettò codici, istituì tribunali, fece giustizia; insomma fu ed è Stato dentro lo Stato: non manca gente che lo ammiri; gusti da donne gravide. Quanto a me lo giudico censura solennissima della repubblica ligure; imperciocchè badate a me, aut, aut: lo sperimentano buona cotesta amministrazione in preferenza del governo ordinario, e allora quella si tengano, questo mandino allo scorticatoio;