Il Quadriregio. Frezzi Federico

Il Quadriregio - Frezzi Federico


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percossi, e quivi il colpo giunse

       180 dell'arco mio, che mai invan si tira.—

      E quel che segue, col parlar, soggiunse.

      p. 9

       Indice

      Nel quale l'Amore prova per molti esempli che nessuno può far resistenza a lui ed alle sue saette.

      —Né ciel, né mar, né aer mai, né terra

       potêro al foco mio far resistenza,

       né all'arco dur, che mai ferendo egli erra.

      Dall'alta sede della sua eccellenza

       5 fatt'ho discender piú fiate Iove

       colle saette della mia potenza.

      E lui mutai in cigno ed anco in bove,

       ed in altre figur bugiarde e false,

       senza mostrar le mie ultime prove.

      10 Nettunno freddo in mar tra l'acque salse

       accese tanto il mio fuoco sacrato,

       che l'Oceáno estinguer non gli valse.

      Ma come fortemente innamorato

       della fiera Medusa, che a lui piacque,

       15 e di cui 'l viso tanto gli fu grato,

      gridava:—Io ardo tra le gelid'acque;—

       perché ammortar non potea in sé l'ardore

       mercé chiamando, a me soggetto giacque.

      Pluton d'inferno, ove non fu ma' amore,

       20 infiammai tanto col mio caldo foco,

       che 'l feci innamorar col mio valore.

      Proserpina, che stava in balli e gioco,

       fei che rapío e feila far regina

       del tristo inferno e dell'opaco loco.

      25 A Febo l'arte della medicina

       niente valse contra l'arco mio,

       né sapienza, né virtú divina;

       p. 10

       ché, bench' e' fosse saggio e fosse dio,

       correndo il feci andar dietro a colei,

       30 la qual nel bello allòr si convertío.

      Ahi quanti sono stati quelli dèi,

       ch'i' ho feriti, e quante le persone,

       ch'i' ho domate con li dardi miei!

      Ercole forte, che vinse il lione

       35 e che all'idra sette teste estinse,

       Cerbero prese e mozzòe Gerione;

      in scambio della spada poi si cinse

       la rocca e 'l fuso per la bella Iole:

       tanto la fiamma e mia saetta il vinse.

      40 Per piú piacer, di fiori e di viole,

       esperta all'elmo, adornava sua testa,

       come dalle donzelle far si suole.

      Tosto vedrai e tosto manifesta

       sará a te in effetto la percossa,

       45 ch'io fe' a Filena al sommo della vesta,

      che gli ha passato giá la carne e l'ossa;

       è giá intrato il caldo alle midolle

       e giunto al core, ov'egli ha maggior possa.—

      E poi mi fe' sguardar su verso il colle

       50 ad una naida, che venia alla 'ngiúe,

       alla quale io parlai com'ello volle;

      ché quando insino a noi venuta fue,

       la domandai:—Perché a quest'acqua amena

       venuta se'? E, dimmi, chi se' tue?

      55 —Una ninfa gentil ditta Filena

       smarrita ha qui una bella grillanda

       —rispose quella—e di questo ha gran pena.

      E perché io la ritrovi ella mi manda,

       e disse a me:—Io vidi un giovinetto,

       60 che corse lí, e però ne 'l dimanda.—

      Ed anco d'altre cose ella m'ha detto:

       saresti tu colui, che loda tanto,

       che parve a lei di sí benigno aspetto?—

       p. 11

       Cupido inver' di me sorrise alquanto,

       65 quasi dicendo:—Or vedi la promessa

       e la percossa, ch'io gli diei sul manto.—

      E come chi da compagni si cessa,

       perché parlar vuol tacito e quieto,

       mi cessai solo per parlar con essa.

      70 —Naida mia—diss'io,—or mi fa' lieto:

       dimmi dov'è Filena, se tu 'l sai,

       e se tu hai da lei alcun segreto.

      —Rifa chiamata sono e seguitai

       —rispose quella—giá la dea Diana,

       75 e fui nel suo cospetto accetta assai.

      Ma una volta in una parte strana

       fece una caccia in uno aspro paese,

       ed io cacciando andai molto lontana.

      Trovai un centauro, e per forza mi prese:

       80 oh lassa me, ch'i' non ebbi potere

       contra sua forza usar le mie difese!

      Però Diana non vuol sostenere

       ch'io vada piú con lei, ed hammi posta

       che in guardia un fiumicel debba tenere.

      85 Io era lí, di lá dall'altra costa,

       quando le ninfe con la smorta faccia

       vidi fuggire, e nulla facean sosta,

      sí come cervi che son messi in caccia,

       quando dietro il lion va seguitando,

       90 o altra fiera fuggendo l'impaccia.

      Ed io della cagion facea 'l domando

       del fuggir loro, e Diana non vòlse

       darme risposta insino allora quando

      tutte le ninfe sue ella raccolse.

       95 Allor mi disse:—Qui mi fa fuggire

       Cupido falso e sue infocate polse.

      Ma io farò querela al sommo sire,

       ché 'l regno mio piú volte a tradimento

       con falsitá venuto egli è a assalire.—

       p. 12

       100 Poi cercò tutte e solo il vestimento

       trovò a Filena, ch'era alquanto acceso,

       il qual con l'acqua crese avere spento.

      Ma giá quel foco sacro era disceso

       dentro nel sangue, sí come s'accende

       105 un picciol foco nella stoppa appreso.

      Il dí seguente, quando il sol risplende,

       Diana prese le saette cónte;

       ed ogni ninfa ancor suo arco prende,

      però che seppon che di lá dal monte

      


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