Il Quadriregio. Frezzi Federico
percossi, e quivi il colpo giunse
180 dell'arco mio, che mai invan si tira.—
E quel che segue, col parlar, soggiunse.
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CAPITOLO II
Nel quale l'Amore prova per molti esempli che nessuno può far resistenza a lui ed alle sue saette.
—Né ciel, né mar, né aer mai, né terra
potêro al foco mio far resistenza,
né all'arco dur, che mai ferendo egli erra.
Dall'alta sede della sua eccellenza
5 fatt'ho discender piú fiate Iove
colle saette della mia potenza.
E lui mutai in cigno ed anco in bove,
ed in altre figur bugiarde e false,
senza mostrar le mie ultime prove.
10 Nettunno freddo in mar tra l'acque salse
accese tanto il mio fuoco sacrato,
che l'Oceáno estinguer non gli valse.
Ma come fortemente innamorato
della fiera Medusa, che a lui piacque,
15 e di cui 'l viso tanto gli fu grato,
gridava:—Io ardo tra le gelid'acque;—
perché ammortar non potea in sé l'ardore
mercé chiamando, a me soggetto giacque.
Pluton d'inferno, ove non fu ma' amore,
20 infiammai tanto col mio caldo foco,
che 'l feci innamorar col mio valore.
Proserpina, che stava in balli e gioco,
fei che rapío e feila far regina
del tristo inferno e dell'opaco loco.
25 A Febo l'arte della medicina
niente valse contra l'arco mio,
né sapienza, né virtú divina;
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ché, bench' e' fosse saggio e fosse dio,
correndo il feci andar dietro a colei,
30 la qual nel bello allòr si convertío.
Ahi quanti sono stati quelli dèi,
ch'i' ho feriti, e quante le persone,
ch'i' ho domate con li dardi miei!
Ercole forte, che vinse il lione
35 e che all'idra sette teste estinse,
Cerbero prese e mozzòe Gerione;
in scambio della spada poi si cinse
la rocca e 'l fuso per la bella Iole:
tanto la fiamma e mia saetta il vinse.
40 Per piú piacer, di fiori e di viole,
esperta all'elmo, adornava sua testa,
come dalle donzelle far si suole.
Tosto vedrai e tosto manifesta
sará a te in effetto la percossa,
45 ch'io fe' a Filena al sommo della vesta,
che gli ha passato giá la carne e l'ossa;
è giá intrato il caldo alle midolle
e giunto al core, ov'egli ha maggior possa.—
E poi mi fe' sguardar su verso il colle
50 ad una naida, che venia alla 'ngiúe,
alla quale io parlai com'ello volle;
ché quando insino a noi venuta fue,
la domandai:—Perché a quest'acqua amena
venuta se'? E, dimmi, chi se' tue?
55 —Una ninfa gentil ditta Filena
smarrita ha qui una bella grillanda
—rispose quella—e di questo ha gran pena.
E perché io la ritrovi ella mi manda,
e disse a me:—Io vidi un giovinetto,
60 che corse lí, e però ne 'l dimanda.—
Ed anco d'altre cose ella m'ha detto:
saresti tu colui, che loda tanto,
che parve a lei di sí benigno aspetto?—
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Cupido inver' di me sorrise alquanto,
65 quasi dicendo:—Or vedi la promessa
e la percossa, ch'io gli diei sul manto.—
E come chi da compagni si cessa,
perché parlar vuol tacito e quieto,
mi cessai solo per parlar con essa.
70 —Naida mia—diss'io,—or mi fa' lieto:
dimmi dov'è Filena, se tu 'l sai,
e se tu hai da lei alcun segreto.
—Rifa chiamata sono e seguitai
—rispose quella—giá la dea Diana,
75 e fui nel suo cospetto accetta assai.
Ma una volta in una parte strana
fece una caccia in uno aspro paese,
ed io cacciando andai molto lontana.
Trovai un centauro, e per forza mi prese:
80 oh lassa me, ch'i' non ebbi potere
contra sua forza usar le mie difese!
Però Diana non vuol sostenere
ch'io vada piú con lei, ed hammi posta
che in guardia un fiumicel debba tenere.
85 Io era lí, di lá dall'altra costa,
quando le ninfe con la smorta faccia
vidi fuggire, e nulla facean sosta,
sí come cervi che son messi in caccia,
quando dietro il lion va seguitando,
90 o altra fiera fuggendo l'impaccia.
Ed io della cagion facea 'l domando
del fuggir loro, e Diana non vòlse
darme risposta insino allora quando
tutte le ninfe sue ella raccolse.
95 Allor mi disse:—Qui mi fa fuggire
Cupido falso e sue infocate polse.
Ma io farò querela al sommo sire,
ché 'l regno mio piú volte a tradimento
con falsitá venuto egli è a assalire.—
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100 Poi cercò tutte e solo il vestimento
trovò a Filena, ch'era alquanto acceso,
il qual con l'acqua crese avere spento.
Ma giá quel foco sacro era disceso
dentro nel sangue, sí come s'accende
105 un picciol foco nella stoppa appreso.
Il dí seguente, quando il sol risplende,
Diana prese le saette cónte;
ed ogni ninfa ancor suo arco prende,
però che seppon che di lá dal monte