Il lampionaio. Maria S. Cummins

Il lampionaio - Maria S. Cummins


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certo del mio sincero desiderio d'esserle utile. E s'è un conforto per voi il sapere che in caso di vostra morte io sarò lieta di prenderla meco, d'aver cura della sua educazione, e di provvedere a lei finchè io viva, abbiatevi la mia formale promessa — e così dicendo pose la sua destra su quella di True — che questo sarà fatto e che m'adoprerò con tutte le mie forze perchè ella sia felice. —

      Il primo impulso di Gertrude fu di slanciarsi verso Emilia e gettarle le braccia al collo, ma la rattenne nell'atto la vista di True che piangeva come un fanciullo. Ella fece posare la testa del vecchio sul suo seno e asciugò con la mano le lacrime che gli sgorgavano dagli occhi: lacrime di gioia però, della gioia che lo soverchiava in quel suo stato di debolezza, di prostrazione.

      La proposta della signorina Graham gli giungeva così inopinata e di tanto superava le sue aspettazioni, da sembrargli una speranza troppo bella perchè osasse affidarvisi: e ad un tratto un dubbio gli balenò, ed accrebbe la sua trepidanza:

      — Ma vostro padre! — disse esitando. — Il signor Graham! Egli ha le sue idee particolari, le sue consuetudini, e non è più giovane.... Ho gran paura che non gli garberà avere in casa una bambina....

      — Mio padre è molto indulgente con me, — rispose Emilia. — Certo non vorrà opporsi a un disegno che mi sta a cuore. Io mi sono affezionata a Gertrude; la sua presenza mi sarebbe utile e vi troverei un conforto. Mi confido, signor Flint, che voi riacquisterete, almeno in parte, la salute e le forze, e rimarrete con lei ancora molti anni: ma affinchè non siate in ansia per la sua sorte, colgo quest'occasione d'assicurarvi che s'io vi sopravvivo la mia casa sarà la sua.

      — Ah, signorina Emilia! — esclamò il vecchio — il mio tempo quaggiù è finito, lo sento; e giacchè volete incaricarvi di questa creatura, sarete presto chiamata a compiere la vostra opera di carità. Ricordo com'ero turbato il giorno dopo ch'io me l'ebbi portata qui, pensando che forse non ero capace d'educarla, e non avevo la possibilità di tenerla ammodo. E voi, cara signorina, ricordate che mi diceste per incoraggiarmi? «Avete fatto bene,» mi diceste, «e il Signore vi benedice e vi ricompenserà.» Quante volte da allora ho ripetuto in cuor mio che le vostre parole erano state una vera profezia, che il Signore stesso ve le aveva ispirate! Ed ora che voi vi proponete di prendere il mio posto perchè Egli mi chiama a Sè, e ch'io vedo più chiaramente che mai le sue vie, vi dico a mia volta, signorina Emilia: «Fate bene!» E se Dio vi ricompensa come ha ricompensato me, verrà il giorno che l'amore e la gratitudine di questa orfanella vi ripagheranno di ciò che avrete fatto per lei.... Gertrude?

      — Non è qui, — disse la cieca — l'ho udita correre nella sua camera.

      — Povero uccellino! — fece True. — Non le piace sentirmi parlare del momento che dovrò lasciarla. Mi rattrista il pensiero della sua desolazione. Mi par di vederla struggersi il cuore in lacrime dietro il suo vecchio zio. Basta, non importa. Io volevo raccomandarle d'essere una buona figliuola per voi, ma credo che non ci sia bisogno di raccomandazioni.... Le dirò quando torna quel che ho da dirle. Addio, cara signorina, — egli soggiunse, poichè Emilia s'era rizzata e Giorgio, il servitore, l'aspettava sulla soglia — se non vi rivedo più, sappiate che voi avete reso un povero vecchio tanto felice, da non lasciargli nulla da desiderare sulla terra, e che portate con voi la benedizione d'un morente. Vi conceda Iddio di finire i vostri giorni in perfetta pace come io finisco i miei! —

      Quella sera, quando Trueman si fu coricato, e che Gertrude ebbe finito di leggergli secondo il consueto qualche pagina della sua piccola Bibbia, egli, chiamatala al suo capezzale, la pregò, come spesso faceva ultimamente, di ripetere la preghiera per i malati, da lui prediletta.

      Ella s'inginocchiò, e con solenne e commovente ardore sodisfece alla sua richiesta.

      — E adesso, tesoro, la preghiera per i moribondi.... Ce n'è una, non è vero, nel tuo libriccino? —

      Gertrude tremò. Sì, c'era, e bellissima. La pensosa fanciulla, cui l'idea della morte era familiare, la sapeva a memoria. Ma come avrebbe potuto proferirne ad alta voce le parole senza tradire la commozione che la scoteva tutta? Eppure doveva provarvisi. Lo zio True desiderava udirla, e sarebbe stato un conforto per lui. Concentrando tutta la propria energia, dominandosi con uno sforzo, ella incominciò, e guadagnando vigore man mano che proseguiva, arrivò fino in fondo. Due o tre volte la voce le fallì, soffocata nel nodo che le serrava la gola, ma subito, per un nuovo sforzo della volontà, risonò tanto limpida e calma, che la divozione dell'infermo non fu disturbata dal dolore della sua bimba diletta. Fortunatamente egli non poteva sentire i palpiti del piccolo cuore spasimante che minacciavano di spezzarlo.

      Recitata la preghiera, ella rimase in ginocchio, accanto al letto, con la faccia nascosta nelle coperte. Non era in grado di rizzarsi. Per qualche minuto un silenzio solenne regnò nella stanza. Poi il vecchio le posò una mano sul capo.

      Ella alzò gli occhi verso di lui, ed egli disse:

      — Tu ami la signorina Emilia, non è vero, uccellino mio?

      — Oh, sì, molto!

      — Mi prometti d'essere una buona figliuola per lei quando io me ne sarò andato? —

      Gertrude ruppe in singhiozzi.

      — O zio True, non mi lasciate! Caro, caro zio True, io non posso vivere senza di voi!

      — Dio vuole ch'io vada a Lui, Gertrude. Egli è stato sempre buono con noi, e non dobbiamo ora dubitare della Sua bontà. La signorina Emilia può fare per te più ch'io non potessi. Tu con lei sarai felice.

      — No, no! Mai più non sarò felice in questo mondo! Non fui mai felice prima d'esser venuta a stare con voi! E se voi morite, desidero di morire anch'io....

      — Tu non devi desiderare questo, mio tesoro: sei giovane, e il tuo dovere è di compiere sulla terra il tempo che t'è assegnato procurando di fare il bene. Io sono vecchio, e oramai non altro che un peso inutile....

      — Non lo dite, zio True, non lo dite! Voi non siete, non potete essere di peso a nessuno. Vorrei io piuttosto non aver cagionato tanto incomodo a voi....

      — Al contrario, uccellino, Dio sa che tu sei stata tutti questi anni la gioia del mio cuore. Ciò che mi affligge è il vederti adesso sempre sacrificata qui in casa a sfaticare invece d'andar a scuola. Ma quaggiù, noi dipendiamo gli uni dagli altri.... in primo luogo da Dio.... e poi gli uni dagli altri.... E questo mi rammenta le cose che ho da dirti. Io sento che il Signore mi chiamerà presto, assai più presto che tu non creda. E tu allora piangerai e sarai oltremodo afflitta, senza dubbio.... Ma la signorina Emilia ti prenderà seco, e ti dirà parole sante che ti conforteranno, ti dirà come ci rivedremo e saremo felici in un mondo migliore; dove non ci separeremo più.... Anche Guglielmo farà tutto il suo possibile per consolarti nel tuo dolore.... E, col tempo, sorriderai di nuovo.... Da principio, ed a lungo forse, tu sarai a carico della signorina Emilia che avrà da pensare a tutto per te: scuola, vestiario, e via dicendo. Ebbene, questo ti voglio dire: lo zio True s'aspetta che tu ti comporti con lei da buona figliuola, e l'obbedisca sempre. E quando sarai più grande forse potrai fare a tua volta qualche cosa per provarle la tua gratitudine. Ella è cieca, e i tuoi occhi dovranno essere i suoi: non è robusta, e tu dovrai essere il suo sostegno come sei stata il mio. Se tu sarai buona e paziente, Gertrude, Dio ti darà la pace e la serenità dell'anima per aver fatto quanto potevano le tue forze, in pro degli altri. E quando avrai qualche dispiacere (nessuno ne va esente) ricordati dello zio True che ti diceva in questi casi: «Su, allegri, uccellino, perchè a parer mio tutto finirà bene!» Andiamo, non addolorarti ora: va' a letto, cara.... E domani faremo una bella passeggiatina; sai che Guglielmo verrà con noi.... —

      Gertrude si fece cuore per amor suo, e andò a coricarsi. Stette qualche ora vegliando, ma alfine cadde in un sonno profondo e non si destò fino a giorno.

      Sognò ch'era già il mattino e che lei, lo zio True e Guglielmo facevano una passeggiata deliziosa; lo zio True aveva ricuperato la salute e le forze, camminava con passo fermo, gli occhi gli brillavano; Guglielmo e lei erano felici e ridenti.

      E mentre ella sognava il suo bel sogno, ed era tanto lontana dal pensare che mai più non avrebbe calcato a fianco del suo primo amico le vie terrestri,


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