Terra vergine. Anton Giulio Barrili

Terra vergine - Anton Giulio Barrili


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i lagni.

      Per altro, i buoni indizi non facevano difetto. Numerosi stormi di passeri campagnuoli trascorrevano alti sopra le navi, spiegando il volo verso libeccio. Era dunque di là che bisognava cercare il nuovo continente? Cristoforo Colombo incominciò a dubitare di aver commesso qualche errore di latitudine; e perciò, nella sera del 7, si risolse di piegare alquanto verso la parte a cui aveva veduto avviarsi i passeri campagnuoli.

      Tre giorni di seguito veleggiò verso libeccio, e crescevano sempre gl'indizi di terra. Sciami di uccelli di svariati colori svolazzavano intorno alle navi; i tonni scherzavano numerosi a fior d'acqua; passarono a breve distanza un airone, un pellicano ed un'anitra; erbe fresche e verdi galleggiavano [pg!47] intorno alla Santa Maria, che parevano staccate quel giorno istesso dal lido.

      Ma quante volte non si erano già veduti questi segni ingannatori? Le ciurme non potevano più pascersi di quelle illusioni. Domandarono ad alta voce di ritornare indietro.

      Proprio allora? C'era da perdere il lume degli occhi. Cristoforo Colombo affrontò quel giorno risolutamente la sua marinaresca. Lo facessero pure a pezzi, ma egli avrebbe resistito fino all'ultimo. La spedizione era destinata dal re e dalla regina alla scoperta delle Indie; qualunque cosa accadesse, egli, non nato Castigliano, avrebbe serbato obbedienza ai reali di Castiglia; sarebbe andato avanti nella sua intrapresa, fino a che, per grazia di Dio, non giungesse a compirla.

      Cosma e Damiano si erano piantati in prima fila, non per tener bordone ai rivoltosi, intendiamoci, ma per consentire con le parole e con gli atti ad ogni frase dell'almirante, e preparati, caso mai, a menar le mani in sua difesa. Ma per allora non fu mestieri; i rivoltosi non erano andati più avanti; la fermezza di Cristoforo Colombo da un lato, l'accenno alla lealtà castigliana dall'altro, fors'anche il dubbio di non esser tutti d'accordo nel proposito di ribellarsi alla volontà dell'almirante, li rimandò indietro come un'onda di mar lungo; che si ritragga spumeggiando e brontolando da un ostacolo che non ha potuto rovesciare.

      Nondimeno, la condizione di Cristoforo Colombo si faceva sempre più difficile e pericolosa. Si poteva egli durare in quello stato di contrasto, non più sordo, ma palese e a volte clamoroso, tra lui e la sua marinaresca? Per fortuna, il giorno dopo quella scena di rivolta, si fecero più frequenti e più notevoli gli indizi della terra vicina. Oltre una quantità [pg!48] di erbe fresche, e di quelle che nascono lungo le rive dei fiumi (e c'erano persino dei giunchi), fu colto un pesce verdognolo, di quelli che vivono solamente tra gli scogli. Su quella erba, su quei giunchi, sul pesce verdognolo, stavano almanaccando i marinai, quando ad uno dei due genovesi, a Cosma, che stava guardando sul mare, venne veduto qualche cosa, che lo persuase a spogliarsi in fretta e a tuffarsi nell'acqua.

      Damiano aveva fatto voto di non spiccarsi mai dal fianco di Cosma. Si spogliò in fretta anche lui, e tenne dietro al compagno.

      —Dove andate, voi altri?—chiese l'almirante, maravigliato di tanta, fretta dei due genovesi.

      —Ma!... Io non lo so;—rispose Damiano nell'atto di tuffarsi a sua volta.—Cosma va in acqua, ed io lo seguo. Egli ha un occhio di lince e l'altro di falco; due animali che vedono molto lontano. Ma io ho due braccia e due gambe che vanno più svelte delle sue.—

      Cosma, per altro, aveva otto o dieci bracciate di vantaggio sull'amico, e Damiano lo raggiunse quando egli aveva già afferrato l'oggetto per cui si era tuffato nell'acqua.

      —Oh bello!—gridò Damiano, vedendo la preda che Cosma teneva sollevata fuor d'acqua.—E per me nulla?

      —Vedi? C'è dell'altro laggiù;—rispose Cosma.—Mi pare una canna.

      —Ah, si! ed anche qualcos'altro di più nero,—disse Damiano, nuotando verso il punto che gli era stato indicato da Cosma.

      Questi, frattanto, ritornava verso il bordo della Santa Maria, nuotando sul fianco destro, per poter tenere in alto, agitandola davanti agli occhi dell'equipaggio, la sua bellissima preda.

      [pg!49]

      —Non è alga, per bacco!—gridò, come fu sotto al capo di banda.—Non è neanche erba, che si possa scambiare per alga. Gettatemi un cavo, da poter tirarmi a bordo, senza guastare questo raro presente. È destinato al signor almirante.

      —E a me, perdiana! un cavo anche a me;—gridò Damiano, a cinque o sei braccia più indietro,—non vengo neppur io con le mani vuote.—

      Il cavo era stato gittato, Cosma vi si era aggrappato, anzi attorcigliato con tutta la persona, ed era stato issato a bordo. Con la stessa manovra, fu pronto a seguirlo Damiano.

      —Ebbene, che cos'è?—disse Cristoforo Colombo, verso di cui s'inoltrava Cosma, tutto grondante d'acqua salata.

      —Signor almirante,—gridò Cosma, levando nel pugno un bel ramo di spino fiorito,—questo è il presente che manda a voi una bella sconosciuta.—

      Cristoforo Colombo prese il ramo di spino fiorito dalle mani di Cosma, ammirò i bei fiori del color dell'oro che ne adornavano le vette, e sorridendo rispose:

      —Conosco la bella dama, quantunque non abbia ancora avuto l'onore di vederla.

      —Ma ella, signor almirante,—replicò prontamente Cosma,—vi dice con questo ramo fiorito che voi la scoprirete fra poco. Fregiatevi intanto dei colori di lei, come suo cavaliere.

      —Così farò;—rispose Cristoforo Colombo.—Ma ecco dell'altro;—soggiunse, vedendo Damiano, che si avanzava anch'egli col suo donativo.—Questo non è un presente della dama. Potrebb'essere del marito, figliuoli miei, ed ammonir tutti noi a guardarci ben bene.—

      Damiano, infatti, oltre una canna verde, offriva un lungo bastone di legno, di colore tra il rosso e [pg!50] il nero, tutto tagliato a rozzi disegni geometrici. Cristoforo Colombo osservò lungamente anche questo, e poi lo concesse alla curiosità de' suoi ufficiali di bordo.

      —La terra è vicina, signori;—diss'egli poscia.—Con un ramo di spino ella si annunzia; ma con questi altri segni ci ammonisce che dove ella è, possono anche trovarsi i frangenti. Non ci stanchiamo di gettar lo scandaglio, per conoscere quando saremo finalmente atterrati; ma sopra tutto raddoppiamo di vigilanza nella notte.—

      Piloti e gentiluomini di poppa risposero con vivi segni di approvazione; i marinai, grandemente mutati da quelli dei giorni innanzi, batterono le mani.

      L'almirante si ritirò nella sua cameretta; e là, deposto il ramo di spino fiorito a piè d'una immagine di Maria Vergine, che pendeva dell'assito, stette lungamente raccolto nella muta preghiera dell'anima.

      Quella sera, in coperta, dopo che fu recitata la Salve Regina, l'almirante fece il gesto di voler parlare, e trattenne tutta la sua marinaresca davanti al castello di poppa. Fecero cerchio intorno a lui, religiosamente silenziosi ed intenti, tutti quegli uomini che pochi giorni addietro avevano fatto il proposito di buttarlo a mare, e ancora un giorno prima s'erano levati contro di lui a tumulto.

      Ma egli non ricordava più quelle brutte scene, e generoso le aveva perdonate. Parlò con semplice dignità, come uomo di alti spiriti, che non ha nulla a temere dagli altri uomini, neanche la loro invidia, nulla a sperare, neanche il loro amore, tutto avendo il suo conforto in sè stesso ed aspettando il suo giudizio da ben altro giudice che non sia la moltitudine sciocca.

      Notò, incominciando, come la bontà divina, scortandoli [pg!51] con dolci e propizi venti sovra il mare tenebroso, da lei fatto limpido e cheto, avesse ad ogni tratto con nuovi indizi ravvivato il loro coraggio, moltiplicando quei segni in proporzione dei folli terrori da cui erano così spesso agitati, e conducendoli quasi per mano in una nuova terra promessa. Rammentò l'ordine da lui dato alle navi, prima di salpare dalle Canarie, di mettere in panna alla notte, dopo che avessero fatto il cammino di settecento leghe a ponente. Le recenti apparenze comandavano di attenersi oramai a quella precauzione, essendo probabile che in quella notte medesima si ritrovassero in vista di quella terra sospirata. Conchiudeva raccomandando di stare attentamente alle vedette sull'alto del gavone di prora, promettendo a chiunque scoprisse primo la terra, non solo la pensione assicurata dai Reali di Castiglia, ma ancora una cappa di velluto, ch'egli avrebbe pagata del suo.

      Il vento


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