L'evoluzione di Giosuè Carducci. Alfredo Panzini

L'evoluzione di Giosuè Carducci - Alfredo Panzini


Скачать книгу
ragione di un complesso di fatti per modo che l'azione del Carducci uscisse giustificata, anzi lodata.

      Ma l'onorevole Ferdinando Martini volle con un breve confronto affrontare la questione; e dopo aver deplorato questo rifiorire di spirito settario (mormorio all'estrema sinistra; approvazioni a destra) «sì, spirito settario, — aggiunse — perchè chi rimprovera l'evoluzione del Carducci, applaude poi a Victor Hugo che di evoluzioni ne fece parecchie (approvazioni).»

      Già: Victor Hugo monarchico diventò repubblicano e Giosuè Carducci repubblicano è invece diventato monarchico. È un'equazione perfetta che non fa una grinza e non c'è nulla a ridire!

      Ma è possibile pensare che Giosuè Carducci dopo avere speso tutto il suo genio e le sue forze a sostegno di un determinato principio civile e politico, nella giovanile età di cinquantaquattro anni passati si ricreda e professi una fede opposta?

      Ammettere questo è ammettere implicitamente la demolizione di un uomo.

      Il vero è che questo mutamento sostanziale non esiste se non in alcune forme apparenti che Egli volle accentuare con la sua rude e coraggiosa franchezza. Non è l'evoluzione dell'individuo ma è l'evoluzione dei tempi che, giunti a maturità, hanno necessariamente determinato nel Carducci un'attitudine che prima o non appariva così manifesta o si fingeva di non vedere.

      Il paragone parve felice; ma in verità non regge sotto niuno aspetto.

      Victor Hugo, anche per speciali circostanze intime e famigliari, monarchico ne' primi anni della giovanezza, a trent'anni si professa di non dubbia fede repubblicana; e in fine la sua mutazione segue e s'accompagna gradatamente al corso dei tempi. Essa è logica e naturale.

       Ora tale non si potrebbe dire la mutazione del Carducci se essa fosse, come fu nell'Hugo, cagionata da un nuovo ordine di convincimenti politici.

      In oltre, pur prescindendo da diverse condizioni di civiltà e di nazione, non credo possibile un paragone fra i due uomini attesa la diversità della loro indole: il Carducci rigido, schietto, appassionato, ingenuamente semplice ed eroico, naturalmente ribelle; il poeta francese invece ammaliante e accarezzante il pubblico col fascino della continua sua enfasi trascendentale, cui sempre, forse, non corrisposero le intime convinzioni e la pratica della vita[4].

      Può darsi che la parola o la concitazione del momento abbiano tradito il pensiero dell'oratore; ad ogni modo sarei curioso di sapere se il Carducci rese grazie all'onorevole amico del servizio resogli.

       * * *

      Ma ritornando all'effetto che il fatto dell'11 marzo produsse sul pubblico, aggiungerò che un osservatore pessimista potrebbe anche insinuare questa supposizione, che gli studenti fischiatori ingenuamente si prestarono alla gratuita vendetta della non breve schiera dei letterati e dei poeti o invidi, o percossi, o schiacciati dal solo muoversi del gigante, senza che questi nemmeno ne avesse intenzione. Altri poi soverchiamente malevolo potrebbe pensare che a qualcuno de' nostri critici ed eruditi, più o meno grave, più o meno giovane (il quale certo per conto suo non avrebbe mai osato levare la voce verso il Carducci se non in tuono di grande reverenza) nel segreto que' fischi e quegli insulti allargassero piacevolmente il cuore e movessero il pensiero a formulare presso a poco questa considerazione: «È deplorevole, ma era da prevedersi: il Carducci avrebbe dovuto accontentarsi di essere un poeta e basta, invece volle invadere tutto, anche il campo della critica, che spetta di diritto a noi, anche la politica che spetta ad altri.»

      Il vero è che la dimostrazione contro il Carducci non oltrepassò nel pubblico le dimensioni di un semplice fatto di cronaca universitaria.

      Ora nel non aver notato in quel tumulto che un avvenimento scolastico, consiste gran parte dell'importanza storica e morale del fatto stesso. Tanto è vero che se l'universale degli italiani e della stampa fossero stati in condizioni di giudicarlo nel suo valore, esso non sarebbe potuto avvenire, nè il Carducci vi avrebbe dato pretesto.

      Si possono obbiettare le infinite testimonianze di sdegno e di affetto che il Poeta ricevette, ma esse hanno un carattere o privato o ufficiale e sono infine manifestazioni di una minoranza.

      La contro dimostrazione del 12, indetta dagli studenti monarchici, cui prese parte la classe più eletta della cittadinanza bolognese, è in parte una giusta protesta contro un insulto volgare fatto ad un illustre concittadino e per altra parte è di natura essenzialmente politica. Vero è che se gli studenti monarchici avessero avuto conoscenza precisa della evoluzione del Carducci, per così darle un nome, non avrebbero avuto molto da rallegrarsi o da vantarsi come di un loro speciale acquisto.

       * * *

      Nei fenomeni fisici vi sono cause che sfuggono ai sensi, e nei fenomeni morali vi sono cause che sfuggono all'analisi del pubblico: eppure senza giungere alla conoscenza di quelle non è possibile dare esatta ragione di certi fatti. È la gran forza dell'imponderabile!

       L'evoluzione del Carducci non segna, come già dissi, un mutamento sostanziale dell'uomo ma dell'universale. Egli non si è mosso che in certe sue attitudini esteriori, dovute all'imperiosa forza che lo costringe a dare risalto netto ad ogni sua opinione; ma è la maggioranza che si è notevolmente spostata, specie in questi ultimi anni ed ora vede il Poeta sotto un aspetto che prima rimaneva come nell'ombra.

      Per provare ciò in verità non fa mestieri di battaglia alcuna di parole, o di speciosi equilibri di ragionamento, o di arte dialettica; ma, come a me pare, basta il semplice studio e commento dell'opera del Carducci.

      E se nel mio ragionare per avventura mi sfuggiranno parole amare, voglia chi legge attribuirle non a malevolenza verso persona, sì a passione e ad amore di verità. Così pure se alcune affermazioni avranno più l'aspetto di paradossi che di verità, pensi il lettore benevolo che il paradosso talvolta ci appare tale non per assurdo che vi si contenga, ma per soverchia sintesi di vero; e che tal altra esso è nello scrivere ciò che nell'arte del dipingere è lo scorcio. Bisogna osservarlo da lungi che sarebbe a dire nell'intensità e nella solitudine del pensiero.

      Конец ознакомительного фрагмента.

      Текст предоставлен ООО «ЛитРес».

      Прочитайте эту книгу целиком, купив полную легальную версию на ЛитРес.

      Безопасно оплатить книгу можно банковской картой Visa, MasterCard, Maestro, со счета мобильного телефона, с платежного терминала, в салоне МТС или Связной, через PayPal, WebMoney, Яндекс.Деньги, QIWI Кошелек, бонусными картами или другим удобным Вам способом.

/9j/4AAQSkZJRgABAgAAAQABAAD/2wBDAAgGBgcGBQgHBwcJCQgKDBQNDAsLDBkSEw8UHRofHh0a HBwgJC4nICIsIxwcKDcpLDAxNDQ0Hyc5PTgyPC4zNDL/2wBDAQkJCQwLDBgNDRgyIRwhMjIyMjIy MjIyMjIyMjIyMjIyMjIyMjIyMjIyMjIyMjIyMjIyMjIyMjIyMjIyMjIyMjL/wAARCBLAC7gDASIA AhEBAxEB/8QAHwAAAQUBAQEBAQEAAAAAAAAAAAECAwQFBgcICQoL/8QAtRAAAgEDAwIEAwUFBAQA AAF9AQIDAAQRBRIhMUEGE1FhByJxFDKBkaEII0KxwRVS0fAkM2JyggkKFhcYGRolJicoKSo0NTY3 ODk6Q0RFRkdISUpTVFVWV1hZWmNkZWZnaGlqc3R1dnd4eXqDhIWGh4iJipKTlJWWl5iZmqKjpKWm p6ipqrKztLW2t7i5usLDxMXGx8jJytLT1NXW19jZ2uHi4+Tl5ufo6erx8vP09fb3+Pn6/8QAHwEA AwEBAQEBAQEBAQAAAAAAAAECAwQFBgcICQoL/8QAtREAAgECBAQDBAcFBAQAAQJ3AAECAxEEBSEx BhJBUQdhcRMiMoEIFEKRobHBCSMzUvAVYnLRChYkNOEl

Скачать книгу