Orlando Furioso. Lodovico Ariosto
Quantunque il simular sia le più volte
ripreso, e dia di mala mente indici,
si trova pur in molte cose e molte
aver fatti evidenti benefici,
e danni e biasmi e morti aver già tolte;
che non conversiam sempre con gli amici
in questa assai più oscura che serena
vita mortal, tutta d'invidia piena.
2
Se, dopo lunga prova, a gran fatica
trovar si può chi ti sia amico vero,
ed a chi senza alcun sospetto dica
e discoperto mostri il tuo pensiero;
che de' far di Ruggier la bella amica
con quel Brunel non puro e non sincero,
ma tutto simulato e tutto finto,
come la maga le l'avea dipinto?
3
Simula anch'ella; e così far conviene
con esso lui di finzioni padre;
e, come io dissi, spesso ella gli tiene
gli occhi alle man, ch'eran rapaci e ladre.
Ecco all'orecchie un gran rumor lor viene.
Disse la donna: — O gloriosa Madre,
o Re del ciel, che cosa sarà questa? —
E dove era il rumor si trovò presta.
4
E vede l'oste e tutta la famiglia,
e chi a finestre e chi fuor ne la via,
tener levati al ciel gli occhi e le ciglia,
come l'ecclisse o la cometa sia.
Vede la donna un'alta maraviglia,
che di leggier creduta non saria:
vede passar un gran destriero alato,
che porta in aria un cavalliero armato.
5
Grandi eran l'ale e di color diverso,
e vi sedea nel mezzo un cavalliero,
di ferro armato luminoso e terso;
e vêr ponente avea dritto il sentiero.
Calossi, e fu tra le montagne immerso:
e, come dicea l'oste (e dicea il vero),
quel era un negromante, e facea spesso
quel varco, or più da lungi, or più da presso.
6
Volando, talor s'alza ne le stelle,
e poi quasi talor la terra rade;
e ne porta con lui tutte le belle
donne che trova per quelle contrade:
talmente che le misere donzelle
ch'abbino o aver si credano beltade
(come affatto costui tutte le invole)
non escon fuor sì che le veggia il sole.
7
— Egli sul Pireneo tiene un castello
(narrava l'oste) fatto per incanto,
tutto d'acciaio, e sì lucente e bello,
ch'altro al mondo non è mirabil tanto.
Già molti cavallier sono iti a quello,
e nessun del ritorno si dà vanto:
sì ch'io penso, signore, e temo forte,
o che sian presi, o sian condotti a morte. —
8
La donna il tutto ascolta, e le ne giova,
credendo far, come farà per certo,
con l'annello mirabile tal prova,
che ne fia il mago e il suo castel deserto;
e dice a l'oste: — Or un de' tuoi mi trova,
che più di me sia del viaggio esperto;
ch'io non posso durar: tanto ho il cor vago
di far battaglia contro a questo mago. —
9
— Non ti mancherà guida (le rispose
Brunello allora), e ne verrò teco io:
meco ho la strada in scritto, ed altre cose
che ti faran piacere il venir mio. —
Volse dir de l'annel; ma non l'espose,
né chiarì più, per non pagarne il fio.
— Grato mi fia (disse ella) il venir tuo; —
volendo dir ch'indi l'annel fia suo.
10
Quel ch'era utile a dir disse; e quel tacque,
che nuocer le potea col Saracino.
Avea l'oste un destrier ch'a costei piacque,
ch'era buon da battaglia e da camino:
comperollo e partissi come nacque
del bel giorno seguente il matutino.
Prese la via per una stretta valle,
con Brunello ora inanzi, ora alle spalle.
11
Di monte in monte e d'uno in altro bosco
giunsero ove l'altezza di Pirene
può dimostrar, se non è l'aer fosco,
e Francia e Spagna e due diverse arene,
come Apennin scopre il mar schiavo e il tosco
del giogo onde a Camaldoli si viene.
Quindi per aspro e faticoso calle
si discendea ne la profonda valle.
12
Vi sorge in mezzo un sasso che la cima
d'un bel muro d'acciar tutta si fascia;
e quella tanto inverso il ciel sublima,
che quanto ha intorno, inferior si lascia.
Non faccia, chi non vola, andarvi stima;
che spesa indarno vi saria ogni ambascia.
Brunel disse: — Ecco dove prigionieri
il mago tien le donne e i cavallieri. —
13
Da quattro canti era tagliato, e tale
che parea dritto a fil de la sinopia.
Da nessun lato né sentier né scale
v'eran, che di salir facesser copia:
e ben appar che d'animal ch'abbia ale
sia quella stanza nido e tana propia.
Quivi la donna esser conosce l'ora
di tor l'annello, e far che Brunel mora.
14
Ma le par atto vile a insaguinarsi
d'un uom senza arme e di sì ignobil sorte;
che ben potrà posseditrice farsi
del ricco annello, e lui non porre a morte.
Brunel