Per Costruire L'amore Coniugale. Ricardo E. Facci

Per Costruire L'amore Coniugale - Ricardo E. Facci


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di ascoltare amando dipende da quanto sia profondo il desiderio di essere raggiunti dall’altro. Ascoltare richiede apertura.

      È necessario saper ascoltare per raggiungere un dialogo approfondito. Tutto è possibile per coloro che si amano, specialmente lavorare nella ricostruzione o nella crescita del dialogo. Per iniziare questo cammino, è necessario un vero esame per scoprire la responsabilità personale di ognuno, riguardo al perché il dialogo coniugale non è arrivato ancora ad essere pienamente profondo.

      Non si raggiunge l’ideale del dialogo:

      + Quando le conversazioni si riferiscono permanentemente al passato, ricominciando sempre le stesse discussioni, gli stessi argomenti.

      + Quando uno dei due costantemente rifiuta le idee dell’altro.

      + Quando per mancanza di capacità d’ascolto non si scopre che entrambi dicono la stessa cosa.

      + Quando l’accettazione di un punto, ha per rivincita l’opposizione di dieci altri.

      + Quando si espongono ostinatamente i temi che separano, invece di far risaltare quelli che uniscono.

      + Quando si elabora la risposta, senza aspettare quello che l’altro sta dicendo.

      + Quando l’odiosa abitudine di contraddire, di interrompere e di alzare il tono della voce non si dà per vinta.

      + Quando si dicono solo parole che feriscono e si interpretano le parole dell’altro in un senso falso e poco impegnativo per se stessi.

      + Quando si vogliono sostenere le proposte più discutibili come verità fondamentali.

      + Quando per essere orgoglioso, superbo e intollerante, si preferisce continuare a vivere nel fango di pozzanghere contaminate anziché cercare sorgenti d’acqua viva cristallina.

      + Quando ci si aspettano attenzioni e ringraziamenti e si ricevono solo rimproveri.

      + Quando alle idee che uno è disposto a difendere fino alla morte, l’altro le combatte con stupidaggini.

      Quando succede tutto questo in una coppia, si costruisce il vero inferno, però un inferno di freddo.

      Costruire il dialogo, “ascoltando con amore”, è solidificare l’armonia coniugale.

      Per dialogare in coppia

      1. Siamo disposti ad “ascoltare amando”?

      2. Che sentimenti ha prodotto in noi dialogare di questo capitolo?

      Per pregare insieme

      Signore,

      quanti hanno perso l’opportunità,

      quanti continuano nelle tenebre,

      per non ascoltare la tua Parola

      con un cuore aperto.

      Non vogliamo che nel nostro matrimonio

      capiti la stessa cosa,

      restare ognuno nelle tenebre

      per non far crescere la luce

      di conoscerci di più e meglio.

      Signore,

      vogliamo conoscerci più profondamente,

      attraverso un dialogo

      basato su una manifesta

      capacità d’ascolto,

      e così, non solo ricevere la parola dell’altro,

      bensì lui stesso.

      Aiutaci, ad “ascoltare amando”.

      Amen.

      Il Dialogo non verbale

      “Molti altri segni fece Gesù”

      (Gv 20,30)

      “Toccando il tuo corpo,

      possiedo tutto il tuo essere”.

      Dio è arrivato fino a noi per rivelarsi, mostrarsi, dialogare. Si fece uomo attraverso altri, o nel suo proprio Figlio, per parlarci di chi fosse lui. La cosa interessante è che realizzò tutto alla nostra maniera, utilizzando segni e parole che potessimo comprendere.

      Lui sa che noi uomini comunichiamo tra noi con parole e anche con segni. Dobbiamo scoprire che possiamo costruire dialoghi “verbali” e “non verbali”.

      Il dialogo verbale è quello in cui, per realizzarlo, utilizziamo parole, del quale abbiamo già parlato nei due capitoli precedenti. Rifletteremo, qui, sul dialogo “non verbale”. Quello che si realizza con gesti, sguardi, carezze, eccetera.

      Quando una coppia vive i suoi primi tempi d’innamoramento, pensa che starà sempre insieme e che con il passar del tempo la relazione sarà uguale o migliore.

      Mentre sono fidanzati e nei primi tempi del matrimonio la coppia si accarezza sempre, sperimenta come qualcosa di bello il prendersi per mano, non gli passa nemmeno per la mente che più avanti non si accarezzeranno con la stessa frequenza e sensibilità.

      Pochi anni dopo il matrimonio cominciano alcuni cambiamenti. E quasi non sfiora loro l’idea di una carezza. Forse le loro mani sono sempre occupate con un giornale, una sigaretta, un libro, un attrezzo o qualche lavoro in casa? Quando uno va al ristorante si accorge subito di quali siano le coppie di sposati e quali di fidanzati… o la differenza che vi è nel passeggiare o nell’andare in automobile tra una coppia di giovani innamorati e una coppia che da tempo vive da sposati…

      La coppia giovane condivide tutto: si abbracciano, guardano le vetrine insieme, non si separano mai fisicamente. Al contrario, la coppia con più anni lo vive in maniera diversa: lei guarda la vetrina, lui fermo al margine del marciapiede (la vetrina lo annoia e ha paura che risulti caro guardarla insieme). In automobile: i fidanzati, quanti sono in auto? Uno o due? Gli sposi: meno male che la portiera ha i braccioli per appoggiarsi, quando poi non c’è il figlio grandicello che manda la madre sul sedile posteriore.

      Qualcuno mi diceva un giorno che l’essere romantici è per gli adolescenti innamorati, per gli immaturi, alla fine, cosa da bambocci. Gli ho risposto semplicemente: che povero matrimonio il tuo!

      Una coppia si avverte mutuamente quando si accarezza. È diverso dal dialogare solo verbalmente. Esiste un vincolo definito quando si accarezza o si è accarezzati. Allo stesso modo si crea una distanza quando non c’è contatto fisico. Il non stare uniti, ma separati, produce una relazione lontana, impersonale. Un elemento speciale di unità non è presente quando si sta, per tanto tempo, senza qualche contatto fisico. Una coppia di sposi non ha bisogno di accarezzarsi in ogni momento, però quando le carezze sono meno frequenti, sparisce dalla relazione una certa tenerezza e dolcezza.

      È più difficile “ascoltare” e “concentrarsi” nell’altro solo con gli occhi e le orecchie. C’è bisogno, anche, delle mani. Si sperimenta facilmente quando uno non è compenetrato nell’altro, le mani evitano questa dimostrazione.

      La diminuzione delle carezze è segno di un raffreddamento della relazione, della maggior concentrazione della persona nei propri interessi e appare una sensazione di essere ferito. Inizia solitamente una sensazione di essere isolato, incompreso, utilizzato. Il matrimonio può trasformarsi in una funzione. Si pensa che il tempo del romanticismo sia passato e questo non significa necessariamente che sono disgustati l’uno dell’altro o che rifiutino la responsabilità matrimoniale, però che peccato, hanno perso la “scintilla”, il nuovo che deve essere ogni giorno la vita di coppia, diventa tutto insipido, monotono, l’attenzione risulta dominata da altre cose e non dal coniuge. Si perde la sintonia con l’altro. L’interiorità ha bisogno del corpo per esprimersi. Quando due sposi si toccano giungono a possedersi pienamente.

      Per dialogare in coppia

      1. Quanto ci accarezziamo? Che effetti scopriamo quando ci accarezziamo meno?

      2. Perché ci accarezziamo meno?

      3. Chi di noi accarezza con più frequenza?

      4. Che cosa ci diciamo quando ci prendiamo per mano?

      5.


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