Il nome e la lingua. Ariele Morinini

Il nome e la lingua - Ariele Morinini


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viene aggiunto «e Mendrisiotto», estendendo di fatto la varietà all’intero Sottoceneri; al punto concernente i dialetti delle Valli Svizzere italiane è aggiunta nell’intestazione la nota «e affini» e sono incluse, in coda all’elenco, le varietà del «Locarnese» e del «Grigione di Val Bregaglia», posto tra parentesi. La parentetica segnala un’esitazione, ribadita dal fatto che la Val Bregaglia è inclusa, mediante un’aggiunta autografa, anche in coda al paragrafo dedicato al Romanzo o Retico o Rumaunsch.13 Trascrivo di seguito le sezioni relative al dialetto milanese e al romancio complete delle postille autografe, aggiunte in una data posteriore non determinabile con certezza:

      SUDDIVISIONI PARTICOLARI corretto della mia giunta all’AdelungAdelungFriederich von

      I. Il Lombardo

      […]

      2. Il Basso Lombardo

      α. Il Milanese, che ha per suddialetti

       a. Il Pavese

       b. Il Lodigiano

       c. Il Novarese

       d. Il Comasco

       e. Il Piacentino

       f. Il Cremonese

       g. Il Cremasco.

       h. Quelli del lago maggiore.

       j. Il Luganese e Mendrisiotto.

       l. Il Basso Valtellinese.

       m. Quelli delle Valli Svizzere italiane e affiniLucernone o Onsernone.Magia e Lavizzara.Centovalli e Intragna.Verzasca.Pian di Magadino e Bellinzona e il Locarnese.(Il Grigione di Val Bregaglia)*

      […]

      IV. Il Romanzo o Retico o Rumaunsch (in parte latino e in parte germanico).

      Nelle Valli Svizzere italiane

      1 Leventina

      2 Bregno o Blenio o Brejn o Blegno.

      3 Engaddina.

      1 Alta. Val Bragaglia.

      2 Bassa.14

      Questo tentativo giovanile è rifiutato alcuni decenni più tardi nell’Introduzione alla Dialettologia italiana, nella quale si legge: «Quel mio scritto fu ben lontano, non che dalla precisione dovuta, neppur da una mezzana verità».15

      Tra le carte di CherubiniCherubiniFrancesco, una fase intermedia della classificazione dei dialetti si osserva nello schema intitolato Divisione generale dei dialetti, tràdito da un autografo legato nel codice M 68 suss., che raccoglie disordinatamente alcuni documenti relativi al progetto della Dialettologia italiana. Trascrivo di seguito i paragrafi che riguardano l’area lombarda e svizzero-italiana:

      DIVISIONE GENERALE DEI DIALETTI

      I. Il lombardo si divide in alto lombardo e basso lombardo

      All’alto lombardo appartengono i subdialetti

      1° milanese

      2° piemontese

      3° bresciano

      Al basso lombardo appartengono i subdialetti

      1° mantovano

      2° ferrarese

      3° parmigiano

      4° modanese

      5° bolognese

      Appartengono al dialetto milanese i subdialetti

      1° pavese

      2° novarese

      3° comasco

      4° lodigiano

      5° cremonese

      6° del Lago Maggiore

      7° delle Valli prossime alla Svizzera

      1 Onsernone, Lucernone

      2 Bregno

      3 Intragna

      8° del Lago di Lugano

      9° del Lago di Como

      […]

      XV. La lingua romanza dividesi in

      1° Valtellinese

      2° dell’Engaddina

      3° della Valle di Bregno16

      Questa schedatura modifica la distinzione tra «alto» e «basso lombardo» proposta nel 1824, pur mantenendo la struttura di base dello schema. La fisionomia dei due gruppi è infatti sensibilmente modificata: l’etichetta «Alto lombardo o Piemontese» del Prospetto nominativo dei dialetti d’Italia è ridotta a «Alto lombardo», che raggruppa i suddialetti piemontesi e lombardi, risultando così speculare al «Basso lombardo», la famiglia che include i suddialetti emiliani. Nel sottoparagrafo relativo ai suddialetti del gruppo milanese sono inoltre censite separatamente le varietà del Lago Maggiore (6°) e di Lugano (8°), oltre a quelle delle «Valli prossime alla Svizzera» (7°). Ovvero, secondo l’indice stilato dall’autore: «a. Onsernone | b. Lucernone | b. Bregno | c. Intragna».17 Come osservato nella classificazione precedente, nell’ultimo paragrafo dello schema, intestato la «Lingua romanza», sono distinte tre aree riconducibili o contigue al territorio della Svizzera italiana: «1° Valtellinese | 2° Dell’Engaddina | 3° Della Valle di Bregno».18 L’inclusione della Valtellina e della valle di Blenio tra le regioni nelle quali si parla una varietà di romancio è indicativa del fatto che a quest’altezza cronologica permaneva la poca chiarezza relativa ai confini linguistici delle vallate alpine. Questo fatto, assieme alla mancata distinzione tra il bresciano e il bergamasco, rappresenta un indizio utile per stabilire una datazione approssimativa del manoscritto. Infatti, nella presente schedatura, come in quella proposta nel 1824, il bresciano è considerato una famiglia dialettale, suddivisa internamente nelle sottovarietà bergamasca e in quella del lago di Garda (il gardesano). Questa classificazione, come osservato nell’estratto citato sopra, è corretta da Giuseppe BoerioBoerioGiuseppe nel 1827 ed è di conseguenza modificata nella catalogazione definitiva del 1851, che vedremo fra breve. Sulla scorta di queste informazioni interne è possibile congetturare che il documento raccolto in M 68 suss. sia redatto prima del 1827, in un periodo imprecisato tra il 1824 e la ricezione della missiva di BoerioBoerioGiuseppe.

      L’ultimo stadio della classificazione dei dialetti d’Italia curata da CherubiniCherubiniFrancesco risale al 1851 ed è trasmessa nell’abbozzo manoscritto della Dialettologia italiana oggi conservato nel codice T 40 inf. della Biblioteca Ambrosiana di Milano. Questa versione, forte dell’esperienza maturata negli anni dal lessicografo e del ricco materiale lessicale raccolto mediante indagini sul campo o con la collaborazione di una fitta rete di informatori, presenta delle significative innovazioni. La più importante, per quel che ci concerne, è il superamento della distinzione tra il dialetto alto e basso lombardo. Ne consegue che il piemontese è separato dal milanese. Allo stesso modo, anche le varietà della Svizzera italiana (definite Valligiano italo-svizzero, rovesciando gli elementi della formula oggi più consueta e impiegata da CherubiniCherubiniFrancesco nel 1824) acquistano autonomia: i dialetti sopracenerini sono infatti distinti dalla famiglia lombarda; fanno eccezione, coerentemente alla suddivisione elaborata nelle classificazioni cronologicamente precedenti, le varietà «Luganese e Mendrisiotto», incluse al settimo punto del paragrafo Suddialetti del Lombardo Milanese.19

      L’elaborazione della geografia dialettale sulla quale si sarebbe dovuta articolare la monumentale descrizione dei dialetti d’Italia fu all’origine di dubbi e frequenti ripensamenti da parte di CherubiniCherubiniFrancesco. Lo documenta la tormentata redazione manoscritta della Suddivisione generale dei dialetti inclusa nel primo capitolo della lunga Introduzione alla Dialettologia italiana, fitta di correzioni e cancellature.20 A questa segue, nel secondo capitolo dell’Introduzione, la sintesi schematica della classificazione dei dialetti d’Italia nell’ultima versione allestita


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