Incantesimo D'Amore. Kristen Strassel

Incantesimo D'Amore - Kristen Strassel


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in cui era stato commesso quel crimine, ce ne eravamo accorti. «Ha il tipo di curve morbide che sono pericolose perché non pensi di dover rallentare quando le incontri. Ma, ovviamente, se non stai attento, ti fa andare a sbattere dritto contro un muro di mattoni. Come ha fatto con te oggi. E se stesse lavorando con Nora per tenerci lontani dalla scatola?»

      «È potente.» Non sapevo nemmeno il suo nome, ma aveva fatto sfrigolare l’elettricità sulla mia pelle, e io desideravo ardentemente provare ancora quella sensazione. «Solo che non credo che lei lo sappia ancora.»

      «Ottimo. Può annullare la maledizione in modo da farci finalmente mutare, cazzo.» Tanner sorrise. «Se non hai preso la scatola, sei riuscito almeno a recuperare il codice che contiene?»

      «Non ancora.» Ma avevo intenzione di farlo.

      «Quindi sei stato distratto da quella piccola strega. Ma perché la scatola ce l’ha Nora e non tu?» chiese Rafe.

      La solita fortuna. «Perché penso che Nora mi abbia lanciato un altro incantesimo.»

      Mi aspettavo il coro dei gemiti. Cinquant’anni prima, quando il Tuono delle Rocky Mountains aveva perso tutti i suoi draghi fino ad allora sopravvissuti, eravamo rimasti noi l’unico tuono del Nord America. Ed eravamo solo in cinque. Eravamo nati per proteggere le montagne. Senza compagne, stavamo perdendo la nostra forza.

      Avevamo chiesto aiuto a Nora.

      Avevamo sperato che lei attirasse dei draghi femmine, in modo da farle avvicinare a noi. Sarebbero arrivate da altri tuoni, o magari sarebbero giunte a noi dopo essere state abbandonate o dimenticate ai piedi della massiccia catena degli Appalachi, di cui proteggevamo la sezione meridionale. Là fuori potevano esserci altre creature della nostra specie, che eravamo stati troppo deboli per accogliere, alla ricerca di noi come noi lo eravamo di loro.

      Non eravamo esattamente immortali, ma potevamo vivere per molti millenni. Non volevamo essere l’ultima generazione. Le montagne avevano bisogno di noi nella nostra piena potenza e gloria. Nora aveva promesso di lanciare un incantesimo che avrebbe attirato le nostre compagne, facendole venire da noi, in cambio di un enorme pezzo di quarzo dal nostro tesoro.

      Non era stata una decisione unanime a sancire quel patto. Rafe ancora insisteva, dopo tutti quegli anni, che le avevamo dato troppo potere. Era convinto che fosse quello il motivo per cui l’incantesimo era andato terribilmente storto, facendoci rimanere bloccati, da allora, nelle nostre forme umane.

      «Com’è che si dice, se male non fai...?» Chance scosse la testa. Non aveva bisogno di dirlo. Avevo fatto un casino. «Qualcuno ha bisogno di spruzzare della vernice sulla porta d’ingresso del suo negozio di tarocchi. Dannazione. Quando gli ultimi cinque draghi del Nord America moriranno, nessuno se ne accorgerà, perché siamo umani da troppo tempo. Probabilmente pensano già che siamo morti.»

      Quel pensiero faceva riflettere, perché probabilmente era vero. Dopo tanto tempo nella mia pelle umana, riuscivo a malapena a definirmi un drago. Summerland era una città sicura, ma se fosse successo qualcosa di serio, saremmo stati fottuti. I nostri poteri erano un ricordo e non una minaccia.

      «Ci ha fregati, ma prenderemo quella scatola e saremo pronti a combattere.» Oggi avevo fallito, ma quella scatola sarebbe presto stata mia. Senza di essa, nessuno sapeva cosa sarebbe potuto accadere.

      «Combattere per cosa?» ringhiò Rafe. «Non ci sono altri draghi nel Nord America. Abbiamo esaurito l’oro da vendere. E se fossimo costretti a dare via la nostra terra?»

      «Nessuno è intenzionato ad acquistare una catena montuosa» lo presi in giro.

      Mosse la mano davanti a sé. «Ci sono case che spuntano ovunque, sulle montagne. Alla fine, un imprenditore ci farà un’offerta che non potremo rifiutare. Se ci spostiamo, non avremo più alcuna protezione.»

      Jax alzò gli occhi al cielo. «Bel modo di scrivere i nostri necrologi, Rafe. Non dirmi come va a finire. Mi sdraierò in mezzo all’autostrada e aspetterò che un diciotto ruote mi macini le budella sull’asfalto prima di accettare di non poter mai più mutare.»

      «La scatola dovrebbe contenere il codice per spezzare l’incantesimo. Questo è quello che dice il grimorio.» Tanner, oltre a sapere ogni fottuta cosa sull’essere un drago, era quello che ci teneva sempre in riga. Se Chance era l’ideatore, era Tanner quello che eseguiva il piano.

      Ero sempre stato orgoglioso di lavorare ai loro ordini, ed ero un combattente dannatamente bravo. Ma da quando eravamo rimasti intrappolati in quell’incantesimo andato male, avevamo dovuto giocare secondo le regole umane.

      Non più.

      «Abbiamo tutto per cui lottare. Il nostro futuro. Le nostre compagne.»

      Rafe si fece beffe di me. «Hai la testa tra le nuvole se stai ancora aspettando una compagna.»

      «Recupera la scatola da Nora» ringhiò Chance. «Seduci la nipote, se devi. Non hai bisogno di un incantesimo d’amore. È l’unica speranza che hai di salvarti il culo.»

      **

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      L’ordine di Chance non era stato l’unico motivo per cui avevo pensato ininterrottamente alla nipote di Nora Whynot dopo la visita ai mercatini. Ogni volta che chiudevo gli occhi, lei era lì, più bella della volta precedente, con i suoi riccioli color miele, gli occhi azzurri e quelle labbra carnose e rosa. Mio fratello non scherzava nemmeno sulle curve pericolose. Sentii la pelle d’oca formarsi sulle braccia. Vedevo quella donna nei miei sogni da anni. La mente mi stava giocando brutti scherzi.

      Non poteva essere un incantesimo vecchio di cinquant’anni che finalmente funzionava. La vecchia strega aveva lanciato una sorta di blocco magico sul mio cammino.

      Oppure quella donna, la nipote di Nora Whynot, era la mia compagna.

      La vibrazione che emanava era rimasta con me sin dal mercatino. Una sensibilità maggiore.

      Lussuria.

      Ero stato con molte donne, mi piacevano il loro corpo e la loro compagnia, ma mi ero sempre allontanato da loro senza pensarci due volte.

      Ma la mia magia non era abbastanza potente da scuotere quella donna. Un essere umano non avrebbe avuto alcuna possibilità con di lei. Si sarebbe reso ridicolo solo a stare in sua presenza.

      E non c’era nessuna garanzia che io non facessi lo stesso.

      Quella sensazione si intensificò quando arrivai in città. Il negozio di carte di Nora si ergeva orgoglioso al centro del paese, e, per un momento, mi preparai a umiliarmi abbastanza da oltrepassare la sua soglia.

      Per anni, il nostro tuono aveva maledetto quella donna dopo il suo incantesimo fallito. Non potevo chiedere il suo aiuto o quello di sua nipote, nemmeno se avesse potuto aiutarmi a mettere le mani su quel manufatto. Nemmeno se mi avesse fatto scorrere fuoco nelle vene come non mi capitava da quando non ero nella mia forma di drago.

      Se avessi avuto mezzo cervello in testa, sarei stato lontano dalla nipote di Nora Whynot.

      Ma quel mezzo cervello era pronto a mettere tutto a repentaglio, perché se il tuono stava per spezzare quel maledetto incantesimo, avrei dovuto fare cose che non avevo mai fatto prima. Rischiare e agire in base a una fede pura e cieca.

      La vibrazione si intensificò di nuovo. Ero di fronte al negozio di tarocchi, ma non era da là che proveniva. Era il Summerland Brew Shop a ronzare così forte che pensai che le vetrine stessero per andare in frantumi.

      Ed eccola lì, in tutta la sua gloria, con i colori del miele e del sole, seduta di fronte al vetro con la mano stretta attorno a una tazza, a sorridere al suo laptop. Mi chiesi cosa facesse per lavoro. Qualunque cosa fosse, la rendeva felice.

      Volevo sapere tutto di lei.

      Summerland aveva solo un bar ed era sempre pieno. C’era un cartello sul bancone che supplicava gli avventori di condividere i tavoli, qualora rimanessero lì


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