Storia dei musulmani di Sicilia, vol. II. Amari Michele

Storia dei musulmani di Sicilia, vol. II - Amari Michele


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stessi nomi: Amico, Lexicon Topographicum, in Val di Mazara e Val Demone; e Villabianca, Sicilia Nobile, tomo I, parte II, p. 23.

Il medesimo nome, sotto la forma di Belgi e Belgiân, si trova a Bassora e presso Marw in Khorassân, secondo il Merâsid-el-Ittilâ'. Inoltre un picciol fiume che si scarica nell'Eufrate presso Rakka, chiamato anticamente Bileka, porta oggi il nome di Belich, o Belejich, secondo la pronunzia inglese, come si nota nel Journal of the Royal Geographical Society, anno 1833, tomo III, p. 233.

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Volgarmente Dennisinni, fonte presso Palermo, tra i palagi della Cuba e della Zisa. In un diploma latino del 1213, presso Mortillaro, Catalogo dei diplomi della cattedrale di Palermo, p. 55, questo nome è scritto Aynscindi; e Aynisindi nello Anonymi Chronicon Siculum, opera del XIV secolo, presso Di Gregorio, Biblioteca Aragonese, tomo II, p. 129. Ibn-Haukal, nel X secolo, dava a questa fonte il nome di 'Ain-abi-Sa'id. Journal Asiatique, IV série, tomo V, p. 90 e 99 (20 e 29 dell'estratto).

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Del villaggio di Balharâ, fa menzione Ibn-Haukal, l. c. Il sito risponde senza dubbio a quel di Monreale; e il nome par sia rimaso a un mercato di Palermo, ch'era frequentato probabilmente dagli abitatori di Balharâ, il quale, nel medio evo, fu chiamato, come attesta Fazzello, Segehallaret, e oggi, tralasciata la voce suk o sug, “mercato,” si addimanda Ballarò. Io l'ho avvertito alla nota 33 alla mia versione di Ibn-Haukal. Or in India avvi un monte detto nel medio evo Balharâ, e scritto dagli Arabi precisamente con la stessa ortografia del testo di Ibn-Haukal. Ne fa menzione il medesimo autore, e, seguendo lui, Ibn-Sa'id, Moktaser-Gighrafia, MS. di Parigi, fog. 53. Balharâ era anche titolo di un principe d'India, al dir di Masudi, Morûg-ed-dscheb, versione inglese di Sprenger, tomo I, p. 193, e Reinaud, Mémoire sur l'Inde, p. 129.

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Ságana, vasto podere, e un tempo feudo, tra le montagne a ponente di Palermo. Il nome resta tuttavia. Se ne fa menzione in un diploma di Guglielmo II, del 1176, del quale v'ha una copia in arabico nell'archivio del Monastero di Morreale, con una versione latina contemporanea, pubblicata da Del Giudice, Descrizione del tempio di Morreale, appendice, p. 18.

Saghâniân chiamavasi una città della Tartaria independente, al sud-est di Samarkand; e scriveasi con le medesime lettere radicali che nel diploma di Morreale, se non che in questo l'accento e la finale son diversi: in luogo di Saghâniân, Sâghanû. È superfluo ricordare che nel IX secolo l'impero arabico si estendeva alla Tartaria fino a Fergana; e che Bokhara, Samarkand e altre città di quella provincia, furono patria di dottissimi scrittori arabi.

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Menzîl Sindi, ricordato da Edrisi, e situato presso Corleone; e Gebel-Sindi, vasto podere presso Girgenti, di cui si fa menzione in un diploma del 1408, presso Di Gregorio, Biblioteca Aragonese, tomo II, p. 49. Significano l'uno “la posta o villaggio,” e l'altro “il monte” del Sindî, o vogliam dire uom del Sind. Il nome di Sindis, a levante di Corleone, occorre di più in un diploma presso Pirro, Sicilia Sacra, p. 764. Mohammed-ibn-Sindi capitanò l'armatetta uscita di Palermo contro i Bizantini nell'855. Veggasi il Libro II, cap. V, p. 302 del primo volume.

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Dei nomi che presentano tal certezza, sei sono vicinissimi a Girgenti; due tra questa e Palermo; due presso Palermo; uno nei dintorni di Messina; uno in quei di Siracusa. Ecco i nomi:

I. Andrani, casale tra Sciacca e Girgenti, da un diploma del 1239, Constitutiones Regni Siciliæ, edizione del Carcani, p. 268. Andrani o Andarani è l'aggettivo etnico di Andara, tribù berbera, ricordata da Ibn-Khaldûn, Storia dei Berberi, testo arabico, tomo I, p. 108 e 178, e versione francese di M. De Slane, tomo I, p. 170, 275.

II. Kerkûd, nome di villa in Sicilia secondo il Merâsid-el-Ittilâ' e il Mo'gim di Iakût, MS. del British Museum, nº 16649 e 16650, nell'articolo Kerkeni (Girgenti): forse la Karches di un diploma del 1177 a favor del vescovo di Girgenti, negli Opuscoli di autori siciliani, tomo VIII, p. 334. Kerkûda è tribù berbera, secondo Ibn-Khaidûn, op. cit., testo, tomo I, p. 177; versione, tomo I, p. 274.

III. Mesisino, nome di collina nell'antica baronia di Belici presso Castelvetrano, secondo Villabianca, Sicilia Nobile, tomo II, p. 345. Meziza è tribù berbera, secondo Ibn-Khaldûn, op. cit., testo, tomo I, p. 153; versione, tomo I, p. 241. La mutazione della z in s non mette in forse la etimologia.

IV. Mechinesi, antico casale sul cui sito sorge in oggi Acquaviva, secondo Amico, Lexicon Topographicum. Miknas, o Miknasa è nome notissimo di tribù berbera.

V. Minsciâr, castello, secondo Edrisi, presso il sito presente di Racalmuto; e Muxaro (Sant'Angelo di) in oggi comune a 14 miglia da Girgenti, scritti entrambi con varianti nei diplomi del medio evo. Minsciâr era nome di una montagna in Affrica, appartenente alla tribù berbera dei Wezdâgia, secondo Ibn-Khaldûn, Histoire de l'Afrique et de la Sicile, versione di M. Des Vergers, testo arabo, p. 56, e versione, p. 128. Si vegga anche Edrisi, versione di M. Jaubert, tomo I, p. 275. Il Merâsid, di Iakût, edizione di Leyde, tomo III, p. 159, nota una fortezza Minsciâr presso l'Eufrate.

VI. Modiuni si addimanda in oggi il fiume detto anticamente Selinus, presso Selinunte. Madiûna è nome di tribù berbera, secondo Ibn-Khaldûn, Storia dei Berberi, testo, tomo I, p. 109, e versione, tomo I, p. 172.

VII. Sanagi o Sinagia, si chiamò la sorgente del fiume Mazaro, e un podere nel territorio di Salemi, secondo un diploma del 1408, presso Di Gregorio, Biblioteca Aragonese, tomo II, p. 489, e Villabianca, Sicilia Nobile, tomo II, p. 396. Sanhâgia, o Sinhagia, come ognun sa, è delle principali tribù berbere.

VIII. Notissima al paro quella di Zenata. Hager ez-Zenati e Rahl ez-Zenati che suonan “La rupe,” e “il villaggio” di quel di Zenata, sono nomi di luogo presso Corleone, ricordati nei diplomi: del 1093, presso Pirro, Sicilia Sacra, p. 695 e 842; del 1150, 1155, 1301, presso Mongitore, Sacræ Domus Mansionis… Panormi, Monumenta historica, cap. XIII; e del 1182, presso Del Giudice, Descrizione del tempio di Morreale, Appendice, p. 11. Di quest'ultimo diploma avvi una copia arabica nell'archivio del monastero di Morreale. Negli altri, che son tutti latini, si legge talvolta Petra de Zineth, Raalginet, Ragalzinet ec.

IX. Magagi in latino e Maghâghi in arabico, secondo il diploma del 1182 presso Del Giudice, l. c., è nominata una villa nel territorio dell'antica Giato, non lungi dall'odierno comune di San Giuseppe li Mortilli. Maghâga, tribù berbera, secondo Ibn-Khaldûn, Storia dei Berberi, testo, tomo I, p. 108; versione, tomo I, p. 171.

X. Cutemi, Cutema, Gudemi, terra presso Vicari, sul confine delle diocesi di Palermo e Girgenti, ricordata in un diploma del 1244, presso Pirro, Sicilia Sacra, p. 147. Il nome deriva da Kotâma o Kutâma, tribù berbera, di cui ci occorrerà far parola. Avvertasi che questa e Sanhagia forse non vennero in Sicilia prima del X l'una, e l'altra dello XI secolo.

XI. Cûmîa, nome di due villaggi vicino Messina, e di una tribù berbera, di cui Ibn-Khaldûn, op. cit., testo, p. 109 ec., e versione, tomo I, p. 172 ec.

XII. Melilli, nome di città a dodici miglia da Siracusa. Melila e Melili, cittadi d'Affrica, l'una su la costiera del Rif di Marocco, l'altra nello Zab; e Melila, tribù berbera, di cui Ibn-Khaldûn, op. cit., testo, tomo I, p. 107 ec., e versione, p. 170 ec. Ma il


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