Si Mr. Evans. Antonina Lentini

Si Mr. Evans - Antonina Lentini


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Socchiudo gli occhi e la fulmino.

      <<Senti, che ne pensi se una sera di queste usciamo?>> Si avvicina di più a lui posando una mano sul petto di Cade.

      â€œScusa? Ci sono anch’io! Non sono mica trasparente.”

      In questo momento provo un fastidio enorme. Forse è gelosia? Sarà, ma al solo pensiero che una ragazza lo tocchi e gli parla in questo modo mi irrita.

      Cade rimane in silenzio a guardarla. La ragazza prende un biglietto da dentro la borsa e lo inserisce nella cinta dei suoi pantaloni. Come quando una ragazza va in un night club e incastra una banconota nei boxer dello spogliarellista.

      <<A presto allora. Aspetto una tua chiamata.>> Dice. Dopo di ciò allontana il suo sedere snello scomparendo alle nostre spalle.

      A quanto pare gli ha dato il suo numero.

      Guardo Cade con sdegno. Non dice una parola. Prende il biglietto e lo mette in tasca.

      <<Ci uscirai?>> Lo guardo minacciosa.

      <<Perché questa domanda?>> Sembra divertito.

      <<Pura curiosità.>> Non voglio fargli intuire la mia gelosia. Risulterei appiccicosa ai suoi occhi.

      <<Intravedo un filo di gelosia per caso?>> Mi guarda maliziosamente.

      <<Gelosia? No, ma che dici.>>

      â€œCome ha fatto a capirlo?” Dovevo starmi zitta.

      Senza rendermene conto siamo arrivati sotto casa mia. <<Qua è dove abiti?>> Chiede, alzando lo sguardo verso l’edificio. Non posso fare altro che ammirare il suo collo, la sua mandibola ben definita. Improvvisamente ho voglia di divorarlo di baci e morsi. Ma mi torna in mente la ragazza.

      <<Non cambiare discorso, allora?>>

      <<Allora cosa?>> Finge di non capire.

      <<Ci uscirai?>>

      â€œFerma un attimo Noele, stai facendo una scenata di gelosia?” Chiede la vocina. Ma decido di ignorarla. Qualunque cosa sia, mi darebbe fastidio se uscisse con quella…non so come definirla.

      Per quando le ha salvato la “GATTINA” non significa che ci deve uscire.

      Certo io non sono nessuno per impedirglielo ma qualcosa lo porta sempre da me e come ha detto stamattina a Naomi non riesce a dimenticarmi e a starmi lontano, tutto ciò vorrà dire qualcosa, o no? Cade sorride poi mi prende il viso tra le sue mani e mi avvicina a sé.

      <<Se ti fa piacere sentirlo e stare tranquilla, no. Non ci uscirò.>>

      <<Allora perché hai conservato il suo numero?>> Vorrei baciarlo dalla felicità. Non uscirà con quella stronza. Non riesco a credere alle mie orecchie. Sono così vicina a lui che riesco a sentire il suo respiro caldo che mi sfiora le labbra. <<Perché sono un amante della pulizia e dell’ordine. Non mi piace buttare le cose per terra.>> Sorride.

      <<Volevo chiederti scusa per come mi sono comportata stamattina.>>

      <<Non preoccuparti, capisco perfettamente come ci si

      sente a essere rifiutati.>>

      Cosa intende dire con “essere rifiutati”?

      <<Sono stata bene in quei pochi minuti insieme a te, su quel letto.>> Affermo, ma divento immediatamente rossa in volto. Non è da me dire questo genere di cose, ma con Cade è diverso.

      Ho ancora il viso tre le sue mani. Dolcemente mi fa entrare dentro l’edificio, mi guarda fisso negli occhi con un’espressione seria. Mi poggia contro la parete del muro, tra le sue braccia. Alzo gli occhi verso di lui, ha lo sguardo pieno di ardore, si trattiene. Ha il fiato corto.

      <<Lasciati andare.>> Lo supplico.

      Affonda la sua mano tra i miei capelli tirandomi la testa indietro. Ed è in questo momento che la danza del mio cuore ha inizio. La sua mano percorre il mio fianco per finire sotto il mio top e infine nel fondoschiena e con una spinta decisiva mi avvicina il bacino al suo. Mi bacia il collo, la mandibola e infine si ferma sulle mie labbra. I respiri si fanno corti, pieni di desiderio.

      Cerco di rimanere concentrata ma la sua mano che percorre tutti i lineamenti del mio corpo, mi confonde. Decido di abbandonarmi a lui, succeda quel che succeda.

      <<A domani sera, Noele.>> Sussurra. Mi lascia immobile, poggiata alla parete con le gambe tremanti. Esce dalla porta dell’edificio e io rimango in silenzio. Non ho fatto niente per fermarlo.

      Cercherò di essere paziente fino a domani. Prendo fiato e salgo le scale. Raggiungo il mio appartamento e mi catapulto diritto in bagno a farmi una doccia ghiacciata.

      Dopo un’ora, mentre mangio un panino con prosciutto e salame, mi dirigo da Xavier. Ovviamente Cade non sa che sto andando a lavorare, altrimenti mi chiuderebbe a chiave nel suo appartamento come, d’altronde, farebbe Naomi, quindi non informo neanche lei.

      <<Sei nella modalità cosciente, vero?>> Chiede il capo.

      <<Non preoccuparti, non accadrà più.>> Fuggo nello spogliatoio. Mi vergogno da morire per quello che ho fatto ieri sera.

      <<Bentornata Noele.>> Mi abbraccia Arizona. È felice di vedermi sana e salva.

      <<A quanto pare il tuo angelo custode ti ha salvata per l’ennesima volta.>>

      <<Già.>> Rispondo mentre mi cambio.

      <<Raccontami cosa è successo quando ti ha portata via.>> Mi guarda maliziosamente.

      <<Mi ha portata nel suo appartamento insieme a Naomi, una mia amica, con Alexavier, suo fidanzato.

      Sono stati per tutta la notte a sorvegliarmi mentre dormivo e poi a mezzogiorno mi ha riaccompagnata a casa e ora sono qui.>> Taglio corto, voglio che l’argomento finisca qui.

      <<Non mentirmi, con un ragazzo così sexy non credo che non ci abbia fatto niente.>> Esclama con tono scaltro.

      Certo ora ti dico tutta la verità. Dunque, l’ho provocato sulla soglia della sua stanza, poi dolcemente siamo andati a finire sul suo letto, ci siamo baciati, stavamo per fare il passo successivo ma mi ha rifiutata. Poi mi ha baciata di nuovo sotto l’edificio del mio appartamento ed è andato via.

      <<Niente di niente.>> Tra tutte le persone che conosco lei è l’ultima a cui posso dire la verità. In meno di mezzo secondo lo saprebbe tutta Hilo, con la lingua lunga che si ritrova.

      Di certo, dopo ieri sera, sanno tutti cosa ho fatto e mi derideranno dietro. Sarà una giornata con clienti che rideranno di me e probabilmente piena di battutine o peggio ancora non verranno al bar per causa mia e Xavier mi licenzierà.

      Disoccupata e con un estremo desiderio di avere un “caloroso” ragazzo che però non riesco a capire cosa abbia.

      <<Ma continuerete a vedervi, vero?>>

      <<Non lo so.>>

      <<Credo che tu gli piaccia davvero.>>

      â€œCome no! È pazzo di me.”

      <<Non dire simili scemenze.>>

      <<L’ho visto ieri sera come ti ha protetta da quel ragazzo che ti ha portata sulla battigia. Noele gli piaci.>>

      <<Arizona, è abituato a salvare persone, è un vigile del fuoco.>> Esclamo. Impaziente di terminare l’argomento “Cade” il più presto possibile.

      <<Mm, vigile del fuoco.>> Porta l’indice al meno e alza la testa


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