Si Mr. Evans. Antonina Lentini
a pulire.
Dopo un intero pomeriggio a fare faccende di casa non mi accorgo che si sono fatte le otto di sera. Dunque mangio una mela al volo e vado a dormire. Nei miei pensieri ritornano i suoi grandi occhi verdi che mi scrutavano dopo avermi difesa da quellâorco e il suo viso teso.
La settimana è passata in fretta e il weekend sono solita andare dai miei genitori a Honolulu ma prima decido di passare da Xavier per rinfrescargli la memoria sulla mia abituale assenza. Dopodiché parto. Mia madre, Julia Anderson, è una delle donne con maggior fantasia che conosca. Un pezzo di stoffa lo trasforma in oro. Dalle borse ai cuscini. à un asso nel campo della sartoria. Dal momento che non lavora, trasforma il suo tempo libero in passa tempo costruendo di tutto con una semplice stoffa. Mio padre, Brad, non ha un singolo pantalone che non gli stia alla perfezione. à molto fortunato ad averla a fianco.
Ed ecco, la mia vecchia casa, bella come sempre. Circondata da una staccionata tutta in legno ricoperta di fiori. Vedo uscire mia madre, mora, occhi marroni, con le braccia aperte pronta ad abbracciarmi, non appena scendo dallâauto. Una Chevrolet Bel Air anni cinquanta, tutta nera con i sedili in pelle rossi. La adoro. Non è ultimo modello ma per me va benissimo. <<Tesoro mio, finalmente sei arrivata, stavo cominciando a preoccuparmi.>> La solita ansia materna.
<<Ciao mamma.>> Ogni volta che la rivedo mi sembra sempre più giovane.
<<Come va la vita a Hilo?>> Chiede curiosa.
<<Tutto vecchio e niente nuovo.>> Ci sediamo sul divano del salotto. Lâunica cosa che mi manca di Honolulu è questa comoda e immensa casa con tutti i comfort possibili, al contrario del mio umile appartamento.
<<Ã il lavoro come procede?>>
<<Direi piuttosto bene, devo perfezionare qualche drink per il resto non mi posso lamentare.>> Mi tengo sul vago. <<Papà dovâè?>>
<<Ehi ciao tesoro.>>Esclama. <<Come stai?>> Parli del diavolo...
Mi volto a guardarlo, bello come sempre, con i suoi
capelli castano chiaro e occhi verdi. Non dimostra
quarantacinque anni.
<<Ciao papà , benone. Tu?>>
<<I segni della vecchiaia cominciano a farsi sentire.>> Si stiracchia la schiena.
<<Dai non dire così. Sei ancora giovane.>> Rido. Mio padre è un uomo tutto fare. Qualunque cosa si rompa a casa lui la ripara. Ha perfino fatto lâarmadio della camera da letto, tutto in legno massiccio. à davvero un genio. Funge da idraulico, falegname, muratoreâ¦
Qualunque cosa gli si domanda risponde che la sa fare.
tutto un gioco per lui e per questo provo una grande stima nei suoi confronti.
Mi ha insegnato a essere indipendente ed a non chiedere aiuto per una piccola cosa, devo sapermi arrangiare.
un fanatico del nuoto, tanto da partecipare alla competizione di 2,4 miglia, due volte lâanno.
1 Lunedì ritorno alla vecchia vita, a Hilo. A lavoro tutto
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3 è filato liscio. Sono esausta ma ho una vaga idea di uscire con le ragazze.
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5 Mi dirigo in cucina per bere un bicchiere di succo di frutta alla pesca, mentre chiamo Naomi.
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7 <<Apri bella.>> Ã dietro la mia porta. Mi legge nei pensieri.
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9 La apro e vedo lei insieme a Beverly.
10 <<E voi che ci fate qui?>> Chiedo incuriosita.
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12 <<Ti portiamo via per qualche ora da questa topaia.>> Risponde Naomi.
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14 <<Signorina Fisher bada a come parli, questa non è una topaia>>. Entrano in casa. Naomi mi porta in bagno e Beverly va nella mia camera da letto a prendere qualche striminzito vestito.
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16 Loro due sono le uniche con cui mi posso confidare. Sono state sempre al mio fianco. Anche se abbiamo qualche punto del nostro carattere che ci distingue restiamo sempre unite. Naomi la conosco sin dallâinfanzia, eravamo sempre insieme, poi ci siamo allontanate per colpa del suo ex fidanzato, ma ci siamo rincontrate dopo dieci anni allo Xavierâs Bar. Beverly invece lâho conosciuta grazie a Naomi. Ogni sera venivano a bere qualche drink e poi ballavamo sulla spiaggia. E da lì non ci siamo più separate.
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18 Beverly lavora insieme a sua madre in un negozio di fiori, il Gomezâs Flowers. Quasi tutti si forniscono da loro e lei è unâottima ghirlandaia.
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20 <<Allora.>> Mi guarda in viso. <<Stasera farai tutto quello che ti diremo noi.>> Ordina Naomi, quasi come un obbligo.
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<<Maâ¦>> Mi interrompe Beverly. <<Niente ma. Da quando hai conosciuto quel tizio, come si chiamaâ¦>> Ci pensa un attimo su. <<Cade, giusto? Sei letteralmente cambiata.>>
Lancio unâocchiata infuocata a Naomi e lei mi risponde facendo spallucce mentre mi scompiglia i capelli.
<<Le hai detto tutto? Volevo informarla io.>>
<<Si e quando?>> Chiede guardandomi con il viso inclinato.
<<Prima o poi glielâavrei detto.>> Affermo e la guardo negli occhi alzando la testa.
Mezzâora più tardi mi ritrovo con le ragazze in un Pub, il Dark Pub, leggermente affollato, che dà sulla spiaggia.
à strano farsi servire drink da altri, di solito lo faccio io. Ci sediamo in un ampio banco pieno di gente. <<Noe tu cosa vuoi?>> Chiede Beverly. Il rumore assordante della musica la costringe a gridare al mio orecchio.
<<Un Blue Hawaiian.>> Sono impaziente di gustarlo, soprattutto se fatto da un altro barista. Semplice competizione.
<<E tu?>> Chiede a Naomi. Ha lo sguardo fisso verso una direzione. Beverly le dà una gomitata al braccio e Naomi fa un sobbalzo come se si fosse spaventata. <<Cosa vuoi da bere?>> Ripete.
<<Si un Mojito, grazie.>> Ritorna a guardare verso quella direzione.
<<Ehi ragazzo, due Blue Hawaiian e un Mojito per favore.>> Ordina Beverly.
<<Subito.>> Risponde, fa un sorriso e comincia a preparare i drink.
Sono curiosa di vedere cosa sta fissando Naomi, quindi seguo il suo sguardo e vedo che seduti in un tavolo rotondo ci sono due ragazzi circondati da ragazze, che ridono come matti.
Il ragazzo seduto a cui posso vedere il viso ha i capelli biondo cenere e sono tutti scompigliati, come se qualcuno glieli avesse strapazzati con le dita.
à affascinante e ha un portamento elegante. Il ragazzo numero due che mi dà le spalle invece ha i
capelli neri come il carbone e noto solamente che indossa una maglia azzurra a mezze maniche stropicciata.
<<Noele tieni.>> Beverly mi porge il drink e fa lo stesso con Naomi dopo averla fatta sobbalzare per lâennesima volta.
Bevo il primo sorso, è abbastanza buono. Quando mi giro, quella a sobbalzare sono io, facendomi cadere un poâ di Blue Hawaiian sul mini vestito bianco. In questo preciso istante mi ritrovo difronte