Si Mr. Evans. Antonina Lentini

Si Mr. Evans - Antonina Lentini


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      <<Cosa? E tu che gli hai detto?>>

      <<Semplicemente che sono impegnata con il lavoro ogni sera.>>

      <<Ma questo non è vero.>> Sgrana gli occhi. <<Perché non vuoi uscirci?>>

      <<Perché è così e basta.>> Certe volte diventa davvero invadente. Non la reggo quando si comporta in questo modo.

      <<Dimmi la verità Noe. Lo so che ti piace.>> Borbotta. <<Finché non te lo dirò tu non la smetterai di torturarmi, vero?>> Fa cenno di “si” con la testa, come se la cosa fosse scontata. <<So che finirei per soffrire.>>

      <<Prova, non ti costa nulla. Si vede che gli piaci. È stato così protettivo nei tuoi confronti.>> Esclama con sguardo sognante.

      <<Va bene. Ma solo per ringraziarlo. Non per altro.>>

      <<Questo è un inizio.>> Fa salti di gioia. Davvero? È felice perché esco con Cade? Certe volte non capisco cosa le passi per la testa.

      <<C’è un problema.>> Esclamo. <<Quale?>>

      <<Non ho il suo numero.>>

      <<Ma questa è una tragedia.>> Sgrana gli occhi. <<Ritorniamo indietro e vi scambiate i numeri.>>

      <<Cosa? No tu sei matta. A limite gli manderò un piccione viaggiatore con un messaggio, “accetto la tua proposta. Vediamoci domani sera allo Xavier’s Bar”.>> La guardo per vedere la sua reazione.

      Ha un’espressione come per dire “sei da manicomio”. Ha gli occhi chiusi in una linea e le labbra serrate. <<Finiscila di dire simili scemenze. Ritorniamo da Cade.>> Mi prende per un braccio per trascinarmi nella direzione del Pub.

      <<Non esiste. Verrà al bar, sicuramente. Non resisterà a lungo per avere una mia risposta.>>

      <<E se non verrà?>> Sottolinea.

      <<Vuol dire che è stato un piacere incontrarlo e la nostra conoscenza pro finisce qui.>>

      <<Ok. Come vuoi.>>

      Difendere una ragazza da un bifolco non vuol dire che gli piaci. Però forse dovrei cominciare a pensare che gli piaccio e spero senza secondi fini. Però se non vuole sentir parlare di fidanzate perché ci tiene così tanto a uscire con me? Forse farei bene a non uscirci.

      â€œNo! Devi uscirci Noe.” Una vocina mi ha appena parlato.

      Sarà quella stupida vocina a cui piace rischiare. “Devi uscire con lui, devi uscire con lui”. Faccio cenno per cacciarla via con la mano.

      <<Ora cosa ti prende?>> Ecco, come al solito mi ha visto. Lei vede tutto. Forse ha pure degli occhi ai lati della testa perché prima stava guardando diritto.

      <<No niente, una mosca.>> Invento una scusa all’istante altrimenti mi coprirà nuovamente di domande.

      <<Una mosca, si.>> Non se la beve.

      Finalmente arrivo a casa. <<Ci vediamo rompi.>> La saluto.

      <<Non sono una rompi. Sono solamente l’angelo dell’amore.>>

      <<Si certo e io sono il presidente degli Stati Uniti d’America.>>

      Naomi sporge il labbro inferiore andando via. Io salgo le scale e arrivo davanti la porta di casa mia. Entro e mi dirigo

      immediatamente in bagno, devo fare una pipì assurda. Ho la pancia gonfia e contratta come se fossi incinta. Poi mi

      spoglio e senza mettere il pigiama, perché mi scoccia da morire, vado a letto. Ma il mio sonno viene interrotto dalla vibrazione del cellulare.

      ______________

      Da: Naomi

      Ore: 3.00 a.m.

      Noe, tesoro, ho il numero di Cade. Lo vuoi ora oppure domani te lo porto a lavoro?

      ______________

      Il cuore mi sobbalza. Forse ho le allucinazioni. Strizzo gli occhi e rileggo il messaggio. Non voglio il suo numero. Che sia lui a venire da me per sapere una risposta. Decido di non risponderle. Quindi continuo a dormire.

      ______________

      Da: Beverly

      Ore: 3.30 a.m.

      Noe perché non rispondi a Naomi? Prima o poi ti darà

      quel numero. Lo sai vero?

      _______________

      <<A quanto pare le voci girano in fretta.>> Esclamo. Ma Beverly non aveva il mal di testa? Dovrebbe essere a casa a dormire. No a rompermi le scatole.

      ______________

      Da: Naomi

      Ore: 3.33 a.m.

      Come diamine hai avuto il suo numero?

      ______________

      Da: Naomi

      Ore: 3.45 a.m.

      Semplice. Quando ti ho lasciata a casa, sono ritornata al Pub e mi sono fatta dare il numero da Cade.

      ______________

      Da: Naomi

      Ore: 3.46 a.m.

      E perché te lo sei fatta dare?

      ______________

      Da: Naomi

      Ore: 3.49 a.m.

      Non puoi aspettare tutto questo tempo per dargli una risposta. E comunque se ti può tranquillizzare non era con nessuna ragazza intorno. Era solo, nel banco dove

      servivano i drink e aveva l’aria di uno che aspetta una risposta importante.

      ______________

      Da: Naomi

      Ore: 3.50 a.m.

      O poverino! E comunque non voglio il suo numero. Verrà

      lui a trovarmi al bar. Detto ciò, domani ho un lavoro che mi attende per tutto il giorno, quindi se mi vorrai scusare, vado a dormire per quel poco tempo che mi è rimasto a disposizione per riposare.

      ______________

      Da: Naomi

      Ore: 3.51 a.m.

      Non ti arrabbiare. Domani ti porto ugualmente il numero. Deciderai tu cosa farci. Notte.

      ______________

      Finalmente alle quattro del mattino poggio il cellulare sul comodino e vado a dormire immersa nei pensieri per Cade. Quando mi addormento sogno di essere in un incendio, non capisco dove di preciso. Sono bloccata

      in una stanza. Quando all’improvviso la porta viene buttata giù ed entra un vigile del fuoco. <<Noele, stai bene?>>

      <<Come sai il mio nome?>> Chiedo confusa. Ha la faccia tutta piena di cenere. Riesco a vedere solamente gli occhi. Sono verdi.

      <<Sono Cade.>> Mi prende in braccio e mi porta fuori.

      Mi sveglio di soprassalto e vado in bagno per lavarmi il viso. Guardo la sveglia e sono le sette. Decido di prepararmi. Metto un paio di shorts neri e un top bianco, poi mi dirigo verso la porta, metto le infradito, prendo le chiavi di casa e mi incammino verso la spiaggia.


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