Si Mr. Evans. Antonina Lentini

Si Mr. Evans - Antonina Lentini


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comportamento?>> Mi prende il braccio e mi trascina fuori dal Pub.

      <<Questo.>>Affermo infastidita.

      <<Non hai idea di quello che dici.>>

      <<Credo che ti dà fastidio il fatto che io reputi Alexavier un uomo affascinante e sexy.>> Affermo senza pietà.

      <<Io invece credo che dovresti cominciare a stare in silenzio.>>

      Ora capisco le parole di Amber al bar. È tremendamente strano.

      <<Mia madre e mio padre mi hanno fatto una lingua per parlare e quindi la utilizzo.>>

      <<Per i miei gusti è una lingua troppo lunga.>>

      <<Perché non accetti la realtà dei fatti? E poi perché fai così? Non siamo mica fidanzati.>> A questa frase Cade mi sbatte contro il muro, con una mano sul mio fianco e con l’altra affonda le dita dentro i miei capelli e con il pollice sulla guancia. Mi guarda dentro gli occhi. Io rimango immobile, sono incastrata tra il muro e il suo possente corpo, sento il suo profumo e il respiro affannoso.

      <<Odio la parola fidanzata.>> È calmo all’apparenza ma dentro di sé non credo proprio.

      <<Perché?>>

      <<Non posso.>>Scuote la testa.

      Gli guardo le labbra, sono carnose ed emanano un enorme desiderio di essere baciate.

      4

      Ho una tremenda voglia di baciarlo e sentire quella inebriante scossa percorrermi tutto il corpo per l’eternità.

      Ha poggiato la mano sul muro e l’altra sul mio fondo schiena, avvicinandomi sempre di più a lui. Comincio a non capire la situazione. Mi sfiora le labbra con le sue. Sembra agitato e non so il perché. Mi guarda con occhi pieni di smania ma qualcosa lo trattiene.

      <<Noe senti, non credo sia una buona idea.>>

      <<Cosa?>>

      <<Tutto questo.>>

      <<Perché no?>> Borbotto. Entrambi bramiamo dal desiderio di baciare l’un l’altro, ma non muoviamo un passo.

      <<Sei una ragazza umile, dolce e gentile. Meriti di meglio.>> Sussurra dolcemente. Poi allenta la presa e si allontana guardandomi negli occhi. <<Ti prego, va via.>> Drizza il braccio per farmi capire di allontanarmi da lui. Riesco a percepire la sua frustrazione. Ora capisco i comportamenti strani di Cade di cui mi parlava Amber.

      <<Ma…>> Mi poggia una sua calda mano sulla bocca per farmi stare zitta. Sta tremando ed è caldo. <<Per favore…>> Con la testa mi fa cenno di andare via.

      Dopo essersi assicurato che non emettessi una parola, toglie la mano e mi lascia andare via.

      Mi volto verso di lui e lo vedo poggiato sul muretto con la mano sulla faccia.

      Vorrei tanto andare da lui ma preferisco non farlo, vorrà

      stare da solo. Perché è così evasivo? Decido di andare via, immersa in una voragine di delusione. Come potevo illudermi di un appuntamento romantico? D’altronde Amber mi ha avvisata. Cade non è un tipo romantico e dovevo darle ascolto. Tutti i bei ragazzi o sono stronzi oppure come Cade hanno delle frustrazioni che si portano dentro. <<Grazie per il drink.>>Sussurro mentre mi allontano.

      <<Mi dispiace…>>

      <<Per cosa?>> Perché non finisce mai le frasi? Forse in cuor suo non vuole lasciarmi andare. Ma la sua frustrazione lo spinge a mandarmi via.<<Per averti illusa.>>Ha un’espressione addolorata. Rimane immobile, distante da me, poggiato su quel muretto a guardarmi.

      <<Confidavo fossi diverso dagli altri ragazzi del tuo calibro. Ma mi sbagliavo.>>

      <<Noele…>>

      <<Spero di non rivederti mai più, Cade.>> Non fa niente per fermarmi. Imperterrito rimane fermo. Colma di dolore gli do le spalle e vado via.

      Una volta arrivata a casa, una lacrima di sofferenza mi percorre lungo il viso. “Che illusa” come potevo pensare che fosse diverso. Non dovevo accettare questo stupido appuntamento. Lo sapevo che sarei finita a soffrire. “Maledizione Naomi! Perché ti ho dato ascolto?”

      Lo sapevo. Mi butto sul divano a peso morto e prendo il cellulare in mano, cerco il numero di Cade e sono tentata a pigiare il tasto “chiama”, ma una forza interiore mi impedisce di farlo.

      Nonostante non voglio più vederlo, non ho il coraggio di ammetterlo. In tutta la mia vita non ho mai sofferto per un ragazzo, tranne che con il mio ex fidanzato, Oliver Brown, che mi ha solamente usata e tolto la verginità mentre ero

      pienamente ubriaca.

      Sebbene penso che i ragazzi siano tutti uguali, credo, che Cade abbia qualcosa di diverso degli altri. Fino a pochi anni fa i ragazzi mi prendevano tutti in giro, portavo l’apparecchio ai denti, spesso mi capitava di inciampare nelle scale. Ero lo zimbello della scuola.

      Ma ora è diverso. Con Cade mi sento un’altra persona. Poggio il telefono sul tavolino di marmo grigio chiaro di fronte il divano, mi alzo e vado a bere un succo alla pesca. “Si farà sentire” mi sussurra la vocina, ma ha un tempismo pessimo.

      Anche se la mia testa mi suggerisce di dirgli addio una volta per tutte, qualcosa la contrasta.

      D’un tratto sento suonare alla porta. Con il cuore in gola, mi dirigo verso la stessa, sperando sia la persona che desidero, prima di aprire faccio un sospiro, il cuore salta un battito, metto una mano sul petto e apro. <<Noe, come stai?>> Naomi entra spalancando la porta per entrare.

      â€œO mio Dio, lei no”.

      <<Cosa ci fai qui?>> Chiedo perplessa. Perché è preoccupata del mio stato d’animo?

      <<Ho saputo quello che è accaduto con Cade.>> Giusto, lei sa sempre tutto.

      <<Non so di cosa tu stia parlando.>>

      <<Non mentire, so tutto.>> Afferma. È un detective mancato.

      <<Chi te l’ha detto?>> Insomma saranno passati trenta minuti da quando ho lasciato Cade a deprimersi da solo.

      <<Alexavier. Dopo che te ne sei andata Cade lo ha chiamato.>>

      <<Bene, a quanto pare non sa stare neanche zitto.>> Esclamo acida.

      <<Che vuoi dire? Che ha fatto oltre quello che non so?>>

      Sgrana gli occhi pieni di odio nei confronti di Cade, è preoccupata.

      <<Non temere. Non mi ha fatto del male, se è questo che vuoi sapere.>>

      <<Alex mi ha detto che Cade era turbato al telefono e mi ha consigliato di chiamarti immediatamente, ma ho preferito parlarti di presenza e vedere come stavi. Cosa è successo di preciso?>> Si siede al mio fianco sul divano, mi poggia il suo esile braccio sulla spalla e mi scruta con sguardo da sorella. Ho un fratello, più grande di me, Roy, che non sento quasi mai, vive in Russia perché sua moglie, Irina Sokolov, è di San Pietroburgo e Naomi sostituisce la sorella che non ho mai avuto.

      <<Stavamo bevendo un drink e parlavamo dei sogni che ci siamo promesse di mantenere. Quando ho detto che hai avverato il tuo di sogno ha cambiato immediatamente espressione e umore.>>

      <<Cosa gli hai detto?>>

      <<Che Alexavier è un uomo d’affari affascinante e sexy.>> Racconto. Ho quasi paura della reazione di Naomi.

      Quando ha un fidanzato non vuole che


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