Si Mr. Evans. Antonina Lentini

Si Mr. Evans - Antonina Lentini


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esci fuori dall’acqua.>> Una voce conosciuta e

      abbastanza dispotica mi grida alle spalle.

      Mi volto e vedo Xavier.

      <<Che diavolo vuoi?>> Chiedo infastidita per aver interrotto la mia tranquillità.

      <<Se non esci immediatamente da lì, ti tiro fuori per le orecchie.>> Dal tono posso dedurre che sia leggermente infuriato.

      <<Non ci penso proprio. Tu torna a lavorare, da qui noto che ci sono un sacco di clienti che attendono di essere serviti dal miglior barista di tutta Hilo.>> Affermo.

      <<Fai come ti pare…>> Mi fa cenno con la mano di essersi stufato di correre dietro ad una bambina. Non posso dargli torto. Sto davvero esagerando ma rimango comunque immersa.

      Dopo due minuti sento dietro di me una mano che si posa sul mio fianco, l’altra sul basso ventre e sbatto contro un petto possente.

      <<Che ne dici se ci divertiamo un po’? Mi piacciono le tipe toste come te.>> Mi volto con il battito del cuore che aumenta sempre di più dalla paura e vedo un ragazzo da me sconosciuto, alto, magro, con i capelli biondi e occhi castani.

      <<Toglimi immediatamente le mani di dosso.>> Grido, allontanandomi da lui per quanto difficile sia.

      Fare movimenti veloci in acqua è quasi impossibile. Ma non riesco nel mio intento.

      <<Sei così carina e…>> È ubriaco e tenta di slacciarmi il top ma lo allontano con una spinta. Cerco di scappare dirigendomi verso la battigia ma mi prende la mano e mi trascina indietro.

      <<Smettila…Aiuto…>> Grido con tutta la voce che posso

      utilizzare, ma la musica impedisce di farmi sentire dagli altri.

      <<Sta zitta.>> Ora è abbastanza nervoso. Per evitare che mi veda qualcuno mi immerge

      completamente sott’acqua per qualche secondo, mi sento soffocare, perdo il senso dell’orientamento. Dopo qualche secondo mi prende per i capelli facendomi riemergere solamente la testa. Cerco con tutte le forze che mi rimangono di liberarmi dalla presa ma non ci riesco.

      <<Non aver paura…>> Puzza di alcol. Mi guarda con occhi infuocati. <<Voglio solo divertirmi.>>

      <<Va al diavolo…>> Cerco di infilzare le unghie nella sua mano per lasciarmi andare i capelli ma mi blocca prima del tempo.

      <<Cosa volevi fare?>> Chiede infuriato.

      <<Lasciami andare…>> Lo guardo priva di forze. <<Per favore.>> Lo supplico. Fa una risata e mi immerge nuovamente sott’acqua. Ingoio più acqua del dovuto. Non posso più trattenere il respiro. Sento solamente il battito del mio cuore divenire sempre più debole. Non riesco a capire più nulla, percepisco che il ragazzo mi tira la testa fuori

      dall’acqua e mi porta a peso morto sulle sue spalle verso la spiaggia.

      <<Ragazza, svegliati su.>> È in preda al panico, lo sento dal tono della voce. Mi da schiaffi sul viso ma non faccio nulla per riprendermi, non ho le forze. Sono coricata sulla sabbia e l’unica cosa che desidero in questo momento, anche se mi contraddico è Cade. <<Noele.>> Una voce calda e delicata ma preoccupata grida il mio nome. <<Che diavolo le hai fatto?>>

      Apro leggermente gli occhi e lo intravedo. <<Cade…>> Sussurro. Mi sento stanca, voglio solo dormire.

      <<Allontanati immediatamente da lei.>> “Ora lo prende a pugni” penso.

      <<Non le ho fatto niente. Anzi! L’ho vista che chiamava

      aiuto e sono entrato in acqua per soccorrerla.>> Ma che attore! Sa mentire perfettamente.

      <<Noele, non dormire, sta sveglia. Resta con me.>> Mi sussurra all’orecchio, dopo avermi presa tre le sue braccia. <<Ti porto al sicuro.>>

      <<No, voglio rimanere qui.>> Dico con un filo di voce.

      <<Ma che diamine Noe.>>Esclama infuriato.

      <<Volevi ucciderti?>>

      â€œPerché ti importa di cosa volevo fare? Non ti importa nulla di me o di come mi hai fatto sentire in questi giorni” penso e vorrei tanto dirglielo ma non ho il coraggio.

      <<Sta zitto! Ho mal di testa.>>

      â€œCome faceva a sapere dove mi trovavo se non ci sentiamo da cinque, lunghi, interminabili, infiniti e stramaledetti giorni?” Mi chiedo lecitamente. Mi stringe a sé e mi dà piccoli schiaffi per impedirmi di dormire. Ha un profumo sexy e un collo da torturare di baci. In questo momento non riesco a pensare a tutto il dolore che mi ha fatto provare ma solo a…non posso dirlo. Non riesco a dirlo.

      Ora che mi sento al sicuro posso sprofondare nel sonno.

      <<No…Noe non addormentarti, resta con me, fammi compagnia.>> Mi strattona. <<Forza.>>Esclama preoccupato.

      Mi fa sedere poggiandomi le spalle sul suo petto. Poi guarda il ragazzo che vorrebbe mollargli un gancio destro. Tra di loro maschi si capiscono e Cade non se l’è bevuta la versione del ragazzo. <<Ti conviene scappare finché sei in tempo. Oggi non sono di buon umore.>>Ringhia al ragazzo, con tono minaccioso. <<Le ho detto la verità.>> “Bugiardo” sussurra la vocina.

      <<Ti ho detto di andare via. Ovunque ti trovi, io verrò a prenderti e ti farò pentire di quello che le hai fatto.>>

      Intravedo il ragazzo scomparire tra la folla. Cade mi

      strattona nuovamente. Cerco di resistere il più a lungo possibile ma un senso di pesantezza mi invade tutto il corpo facendomi svenire.

      <<Ma che diamine ci faceva immersa nell’acqua a quell’ora della sera?>> Sento la voce di Cade, ancora preoccupato. Non so che ore sono e nemmeno dove mi trovo perché non riesco ad aprire gli occhi. Sono bloccata. Come se il mio corpo fosse ancora addormentato, la tipica paralisi nel sonno.

      <<Senti, Cade. Ti consiglio di andartene prima che ti prenda a calci.>>

      <<Non posso andare via, questa è casa mia. Poi so che idea ti sei fatta su di me, ma…>> Naomi lo interrompe. La sua voce è inconfondibile. <<Ma… niente. Le hai fatto solamente del male da quando l’hai conosciuta. Dopo che decidesti di cacciarla quella sera, ha passato i cinque peggiori giorni della sua vita. Non è neanche andata a trovare i suoi che è solita andare a vedere il fine settimana. Sta da schifo e questo è solamente per causa tua.>>Naomi quando è infuriata fa davvero paura. È molto protettiva nei miei confronti. Come Xavier. Maledizione Xavier, sicuramente mi attenderà una bella ramanzina da parte sua. D’altronde mi aveva avvisata.

      <<Lo so. Non era mia intenzione farla soffrire. Ma

      Noele mi ha colto alla sprovvista.>>

      <<Che intendi dire?>>

      <<Intento dire che è una ragazza splendida, gentile, fragile…>> Gli sento fare un sospiro. <<Per il mio stile di vita, per il mio carattere è meglio che gli stia alla larga.>> È avvilito. Deluso per quello che ha causato.

      <<E perché non lo fai?>>

      <<Ci ho provato.>> Esclama. <<Ma non riesco a dimenticarla, a starle lontano.>> Fa una pausa. <<Senti tu va pure a lavorare, Alex ti sta aspettando, ci sto io con Noele.>>

      <<Non ci penso proprio a lasciarti da solo con lei.>> Borbotta.

      <<Fidati almeno per una volta. Se le farò nuovamente del male ti autorizzo a prendermi a calci.>> È serio. Sembra


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