Breve Storia Della Cina. Pedro Ceinos Arcones

Breve Storia Della Cina - Pedro Ceinos Arcones


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Jettmar Karl: “È stato confermato che un gruppo di culture importanti e altamente attive esiste da molto tempo e che la loro interazione ha dato origine alla civiltà cinese”.

La civilizzazione di Sanxingdui

      Numerosi resti di antiche città sono stati scoperti nel bacino dello Yangtze, indicando l’esistenza di civiltà contemporanee, se non precedenti, rispetto a quelle conosciute lungo il Fiume Giallo. Interessanti sono i siti archeologici vicino a Chengdu, capitale della provincia di Sichuan, anche se ancora non sappiamo se siano relazionate tra di loro. A Longman si sono ritrovati alcuni resti di un edificio piramidale, possibilmente un tempio, nel centro di una città fortificata, costruito nel 2500 a.C.. Nella zona di Sanxingdui ci sono stati ulteriori ritrovamenti.

      Questi studi stanno rivoluzionando il concetto di storia cinese studiato fino ad ora, in alcuni scavi, probabilmente luoghi utilizzati per svolgere lavori sacrificali, sono stati trovati oggetti in bronzo perfettamente modellati. Tra questi spicca una grande figura di due metri e mezzo di altezza che si ritiene essere un re sacerdote (con un drago nel suo copricapo) e un buon numero di enormi maschere rappresentanti il Re. La presenza di una città fortificata e numerosi oggetti rituali suggerisce uno stato di dominio ben consolidato su un vasto territorio.

      Si pensa che Sanxingdui sia diventato un centro politico e culturale nella regione intorno al 2800 a.C. La sua esistenza si prolungherebbe per duemila anni, poi sostituita intorno al’800 a.C. per il regno degli Shu. In questa prime fasi della cultura Sanxingdui, sono stati ritrovati lavori in giada con splendide intagli, che sembrano collegarle ad altre culture del fiume Yangtze; teoria coadiuvata da altri oggetti di bronzo, con lo stesso stile. Possibilmente Sanxingdui ha avuto contatti con le culture del nord, però non ne troviamo nessun indizio, la tematica delle loro sculture non rappresenta nessuna somiglianza.

      La scoperta di un gran scettro d’oro lungo 130 centimetri e largo 3, suggerisce un potere monarchico ben consolidato. Per quanto riguarda la religione, possiamo formulare solo congetture, sebbene gli esperti credano che abbia combinato il culto della natura e quello degli antenati con la credenza in un Dio supremo.

      Non conosciamo molto la vita di questa civiltà; Sanxingdui solleva così tante domande alle quali non abbiamo risposta che il concetto di cultura cinese e storia dell’Asia centrale verranno ripensati. Si ritiene che Sanxingdui sia la predecessora della primitiva cultura Shu, che fiorì in seguito in queste regioni, con una vasta popolazione diffusa su un ampio territorio e che aveva sviluppato un sistema politico avanzato. Nonostante questo, non abbiamo ancora verificato l’esattezza delle date in cui fiorisce questa nuova civiltà.

      Non conosciamo le tecniche per lavorare il bronzo, come si sia sviluppata la fusione del materiale, il ruolo che giocava la città nelle funzioni politiche e religiose, o la scrittura da qui sviluppatasi. Sono numerose le domande alle quali, all’oggi, non c’è risposta.

      Come considera Dolors Folch, dopo le scoperte degli ultimi anni, si inizia a pensare che gli Shang siano solo “uno dei multipli stati del bronzo disseminati nella geografia cinese”.

Feudalesimo ed espansione della dinastia Zhou

      Gli Zhou discendono dal re Qi, nella mitologia considerato come un dio dell’agricoltura, un contemporaneo di Yu il Grande. Le sue terre erano nell’attuale provincia di Shaanxi, dove progressivamente vanno costituendo uno stato che apprezza l’influenza del popolo tibetano e turco, che vivono sulla loro frontiere.

      Alla fine della dinastia Shang, gli Zhou dominano la maggior parte della provincia di Shaanxi. Il re Wen degli Zhou viene nominato duca delle Regioni occidentali dall’ultimo re degli Shang (posteriormente sarà però imprigionato per criticare la politica degli Shang).

      Alla morte di Wen, il re Wu, approfittando dello stato forte di Zhou generata dalle riforme di suo padre, dichiarerà eretici gli Shang per aver rotto il rapporto tra i clan e per aver modificato il rituale di successione (vedi l’ultimo periodo Shang). In questo modo ottiene il sostegno di una buona parte dei nobili in un attacco finale alla, dinastia Shang, sempre più indebolita dalle guerre contro gli Yi. Nella battaglia di Muye, gli stessi soldati Shang si ribelleranno contro il loro re, che si suiciderà bruciandosi nel palazzo reale.

      La battaglia di Muye mette a termine la dinastia Shang ma non conferisce agli Zhou lo status di dinastia dominante. Il re Wu mantiene la sua capitale ad Hao, nei pressi dell’attuale Xian, dove riunisce intorno a sé alcuni dei potenti signori un tempo alleati con gli Shang. Alla morte del Re non si può dire che le battaglie siano finite. Nasce subito una ribellione nella capitale Shang, promossa dai suoi stessi fratelli e da alcuni nobili Shang. Sarà sotto il regno di suo figlio, il re Cheng, i cui primi anni sono segnati dalla reggenza di suo zio, il duca di Zhou, quando lo stato di Zhou è veramente consolidato e organizzato.

Il duca di Zhou organizza lo stato

      Il primo compito del duca sarà sconfiggere i popoli che ancora appoggiano gli Shang. Dopo questa vittoria, per consolidare il suo dominio nella zona, costruisce una capitale fortificata a Luoyang.

      Al fine di gettare le basi morali che giustificano la sostituzione della dinastia Shang con lo Zhou, formula il “Mandato del cielo”, un’intera rivoluzione religiosa che legittima la dinastia e diventa il nucleo dell’azione religiosa imperiale. Secondo questa nuova teoria, un imperatore è obbligato, come intermediario tra il cielo e gli uomini, a celebrare i riti e garantire il benessere del popolo. Quando una dinastia non adempie a questo mandato, il suo rovesciamento non è solo giustificato, ma è inevitabile. Gli uomini sono solo uno strumento nelle mani degli dei per effettuare quel rovesciamento. Se a coloro che hanno posto fine a questa dinastia viene assegnato il mandato del cielo, possono sostituirlo. L’imperatore, quindi, governa con la sua virtù, perdendo il diritto di continuare a governare quando gli manca quest’ultima. Con questo semplice concetto non sarà solo possibile giustificare il rovesciamento di una dinastia considerata legata al cielo, ma anche che i nuovi imperatori sono figli del cielo come i deposti. Quest’idea sarà in vigore in Cina fino al XX secolo. Per organizzare l’impero, il Duca di Zhou inizia concedendo feudi ai suoi parenti e alleati più stretti nelle campagne di guerra, mantenendo persino i discendenti della dinastia Shang, da allora in poi conosciuti come Duchi di Song. L’obiettivo è quello di non denigrare gli antenati Shang e quindi impedire alle figure dei loro potenti Re di agire come fantasmi sulle loro conquiste; si garantisce che in questo modo la collaborazione dei soggetti Shang nella costruzione del nuovo stato, poiché, avendo quest’ultimi, al momento della loro caduta, uno sviluppo culturale maggiore rispetto a quello degli Zhou, i loro uomini hanno maggiore esperienza nell’amministrazione, nel commercio e nell’artigianato. Secondo l’importanza dei feudi, ricevono diversi titoli, paragonabili a quelli europei di: duca, marchese, conte, visconte o barone.

      Negli anni seguenti continueranno ad essere concessi feudi più piccoli, piccole città fortificate con campi circostanti, assegnate ai suoi generali, alleati e altre figure importanti, alcuni dallo stesso sovrano, e altri dai nobili che hanno ricevuto i più grandi appezzamenti di terreno, che ripetono lo stesso processo per garantire ai suoi seguaci il governo di unità amministrative più piccole. Alla fine del processo di consegna dei feudi, sarà stata raggiunta una cifra compresa tra 1.000 e 1.500 entità politiche subordinate al re degli Zhou. Gli eventi politici più importanti dei secoli successivi sono scanditi dall’assegnazione di una dozzina di ducati più grandi. Questi grandi ducati mantengono la relazione con il maggior stato Zhou che viene riconosciuto come “primus inter pares” dagli stessi. Non disponiamo di dati riguardo le entità minori, però è probabile che abbiamo seguito lo tesso processo, riconoscendo il ruolo centrale dello stato degli Zhou. La relazione del re con gli stati satelliti si realizza su tre piani: il sistema religioso, dove il Re stesso prende potere e diventa re-sacerdote, il sistema tributario, e il sistema militare.

      Il Re, da parte sua, oltre a consegnare ai nobili il governo su un territorio, li sostiene inviando funzionari, di solito dell’amministrazione Shang. In campo militare, stabilisce due grandi guarnigioni, una nella capitale Hao e l’altra a Luoyang, dove è stata istituita una seconda capitale per controllare i vasti territori orientali, garantire il controllo politico del centro del paese ed imparare direttamente dall’amministrazione Shang a governare il paese. Le guarnigioni di queste due città vengono in aiuto dei nobili bisognosi. Non bisogna dimenticare che in quei tempi molti ducati sono circondati da popoli nomadi o semi-nomadi, che non


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