La Principessa Belgiojoso. Raffaello Barbiera

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       Raffaello Barbiera

      La Principessa Belgiojoso

      Da memorie mondane inedite o rare e da archivii segreti di Stato

      Pubblicato da Good Press, 2020

       [email protected]

      EAN 4064066068769

       PREFAZIONE.

       I. In casa Trivulzio e in casa Visconti d'Aragona.

       II. I Belgiojoso. Nozze, separazione e fuga della Principessa.

       III. La Principessa e la “Giovine Italia„.

       IV. Un traditore.

       V. Processi contro i Belgiojoso. — Cospiratrici belle.

       VI. Gli esuli italiani e il salotto della Principessa a Parigi.

       VII. I filosofi intorno alla Dea.

       VIII. Alfredo de Musset ed Enrico Heine.

       IX. Il dolce signore.... — Il cieco Thierry.

       X. Una folla d'immortali.

       XI. Le amiche e le nemiche di Parigi.

       XII. La fuga e le passioni della Duchessa de Plaisance.

       XIII. La Principessa pubblicista e benefattrice dei contadini. Suo incontro con Luigi Napoleone.

       XIV. La rivoluzione del 1848. Il battaglione della Principessa.

       XV. Ancora nel 1848: a Milano, a Venezia, a Parigi.

       XVI. Nel 1849. La Principessa all'assedio di Roma.

       XVII. La Belgiojoso in Oriente e gli arem.

       XVIII. Ritorno in Francia e in Italia.

       XIX. I salotti di Torino. — Alla vigilia della guerra del 1859.

       XX. Dopo la battaglia di Magenta.

       XXI. A Blevio sul Lago di Como.

       XXII. Gli ultimi anni a Milano.

       APPENDICE DI DOCUMENTI.

       I. LETTERA DEL GENERALE LA FAYETTE ALLA PRINCIPESSA BELGIOJOSO.

       II. LA PRINCIPESSA BELGIOJOSO ALL'ASSEDIO DI ROMA.

       III. IL TENTATO ASSASSINIO DI CRISTINA BELGIOJOSO.

       IV. LETTERA AUTOGRAFA DELLA PRINCIPESSA BELGIOJOSO AD ALBERTO VISCONTI D'ARAGONA.

       V. LA MARCHESA MARIA TROTTI-BELGIOJOSO.

       Indice

       La principessa Cristina Belgiojoso, nata dalla stirpe dei Trivulzio, morì nella sua Milano il 1871. Morì dopo le sciagure della Francia, dove un giorno, profuga e cospiratrice, aveva ella, discendente dal famoso maresciallo di Francia, potuto emergere in un tempo nel quale si adoravano, più di adesso, le ricchezze, le alte posizioni sociali, l'influenza, «le succès». Morì quasi inosservata, senza curarsi della gloria, questo sole degli estinti; morì in silenzio, ella che aveva riempito mezzo mondo de' suoi coraggiosi conati patriotici, delle sue multiformi vicende romanzesche, delle sue idee e opere filantropiche, delle sue stranezze e pompe fantastiche, de' suoi incanti. Appena qualche giornale fe' allora cenno, magro cenno, della sua vita e della sua morte. E dopo, per anni e anni, silenzio; silenzio che mi pareva ingiusto, perchè, sopra tutto, la gentildonna milanese «dai grandi occhi fatali», come avrebbe detto Ugo Foscolo, aveva amata la patria, e operato per la liberazione della patria, quando molti non vi pensavano ancora.

       E mi provai a descriverne la vita. Le difficoltà erano moltissime e dure; alcune neppur sospettabili dalla critica che si pasce di soli libri. Era un labirinto quella vita, che non era mai stata narrata. Eppure mi condussi a pubblicare nel 1902 un volume, ch'ebbe in breve più ristampe e che adesso, ridomandato dai lettori, ritorna alla luce in una nuova edizione riveduta e corretta in più punti, specialmente per la scoperta di qualche nuovo documento. Fin dai primi miei tentativi biografici, oltre l'esame in Archivii di Stato, ottenni molte preziose informazioni e tesori di comunicazioni epistolari da elette persone congiunte o amiche della principessa Belgiojoso e mie: questo libro ne reca le doverose testimonianze.

       La imperiosa patrizia, che indifferente violava ogni regola comune, si attirò per questo inimicizie, ch'ella disprezzava; e anche all'apparir del mio libro (cosa strana, dopo tanti anni!), le ostilità, certe ostilità, non tutte femminili, ripullularono al punto da mettere persino in dubbio il patriotismo della magnanima cospiratrice. Ma nuovi documenti, e precisamente quelli degli Archivii imperiali di Vienna, citati in questa nuova edizione, dimostrano che in quell'anima pur mutevole in alcune cose, il sentimento della patria mai mutò, mai disparve. Le mie affermazioni, smentite da qualche critico, ricevono qui conferma irrefragabile nientemeno che dalla penna del Metternich; il quale, anco come impenitente signore galante, conosceva le donne, e perciò seppe scoprire le astute arti della cospiratrice lombarda. Non ostante incredibili stranezze dovute alla tempra morbosa, Cristina Belgiojoso merita rispetto e, in più atti della tempestosa sua vita, ammirazione. Dico atti, opere praticate, specie di alta carità e di previdenza; opere di spirito tutto moderno, non opere scritte. Un esame più minuzioso della tumultuaria produzione


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