Guida per la costituzione e per l'impianto di latterie sociali cooperative. Carlo Besana
in taluni luoghi si è fatta la questione del carattere da darsi alla latteria, ed i produttori di latte dissero: o latteria turnaria o niente. Anzi si è verificato anche qualche caso di latteria cooperativa, che per ragioni diverse si è cangiata in turnaria. Più frequenti sono le trasformazioni delle latterie turnarie in private, subentrando il casaro stesso ai soci tutti come compratore del latte e come speculatore per suo conto. Questo è accaduto, ad esempio, nell'Emilia e nel Mantovano, ove funzionano oggidì buon numero di latterie private, che erano anticamente turnarie.
Nella latteria cooperativa od in compartecipazione abbiamo questi caratteri essenziali, che il latte è lavorato dal casaro per conto dei soci tutti, che i prodotti sono venduti in comune e gli utili sono ripartiti fra i soci in proporzione del latte da ciascuno consegnato alla latteria.
Il casello e gli utensili ad esso inerenti sono proprietà sociale; comuni sono i profitti e comuni sono le spese di esercizio della latteria, fra le quali notiamo la retribuzione al casaro ed ai suoi aiutanti, la legna da ardere, il sale, i reagenti del caseificio, ecc.
Un consiglio di amministrazione, eletto dai soci, presiede e vigila tutte le funzioni dell'azienda, compila e presenta ogni anno il rendiconto dell'esercizio caseario e lo stato patrimoniale.
Come si vede da questi pochi caratteri, la funzione cooperativa in queste latterie è completa; non si tratta di industriali che riuniscono dei capitali per cavarne un lucro, ma bensì di produttori di latte che riuniscono il loro latte in un corpo solo per lavorarlo in comune, a fine di trarne il maggior profitto colla minor spesa possibile.
Una latteria così fatta è dunque una cooperativa appartenente alla categoria delle cooperative di produzione; come tale è considerata dal Codice di commercio ed anche dal fisco, il quale giustamente esonera le latterie sociali dalla tassa di ricchezza mobile, perchè non sono stabilimenti industriali a base di nuovi capitali, ma sono una trasformazione di materia prima prodotta dai singoli soci.
Lo sviluppo delle latterie sociali cooperative in Italia è proprio della seconda metà del secolo XIX; esse crebbero numerose dal 1870 al 1880 in tutta la zona prealpina, che comprende la valle d'Aosta, l'alto Novarese, la Valtellina, il Bellunese, il Friuli.
Parecchie pubblicazioni e concorsi a premi in danaro fece il Ministero di agricoltura dal 1872 in poi per promuovere la costituzione di latterie sociali. Nei concorsi banditi dopo il 1880 ebbi l'onore di far parte della commissione giudicatrice nominata dal Ministero, il che mi procurò il piacere di visitare molte latterie delle prealpi e di fare la conoscenza con egregie persone che si dedicavano con intelletto d'amore al progresso delle latterie sociali.
Molte latterie nacquero in seguito ai predetti concorsi governativi, altre si trasformarono e si perfezionarono.
Più volte esse richiamarono su di loro l'attenzione del pubblico. A Milano nel 1874 ebbe luogo presso la Scuola superiore d'agricoltura un congresso di direttori di latterie ed inoltre una mostra di prodotti e di utensili di caseificio.
Analogamente si fece ad Udine nel 1885 ed a Treviso nel 1888. Le relazioni di questi congressi vennero pubblicate per le stampe e dimostrarono largamente i grandi benefici che avevano recato e dovevano recare le latterie sociali nel nostro paese, nonchè la somma considerevole di energia fisica ed intellettuale che spendevasi per il loro incremento e miglioramento. Sia dunque lode a tutti quei benemeriti italiani che, sia come promotori, sia come fautori, sia come direttori o presidenti di latterie sociali, lavorarono a così nobile scopo. Chiedo venia al lettore se non cito nomi di persone, perchè se dovessi darne la lista sarebbe troppo lunga e commetterei di certo qualche involontaria sì, ma deplorevole dimenticanza. Fra i corpi morali benemeriti vuol essere ricordato il Ministero di agricoltura che, all'infuori dei concorsi sopranominati, conferì sussidii in denaro ed in attrezzi a molte povere latterie di montagna, all'inizio della loro costituzione, sussidi che mentre contribuirono alle necessarie spese d'impianto, ebbero altresì l'effetto di incoraggiamento morale alla cooperazione in epoca in cui l'idea cooperativa era poco nota e meno praticata.
Anche le latterie hanno fatto progressi e come organismi e come tecnica. Nei primordi del loro sviluppo la diffidenza naturale e la povertà di mezzi e di cognizioni dei piccoli produttori di latte ne rendeva laboriosa la nascita, meschino l'impianto e stentata la vita.
Ma poco a poco l'idea cooperativa si propagò, e istruiti dall'esperienza delle prime latterie, si venne alla costituzione legale dell'associazione, alla compilazione di completi e razionali statuti, all'impianto moderno con fabbricato apposito ed all'applicazione dei metodi e degli apparecchi perfezionati di lavorazione del latte, tanto che molte latterie sociali presentarono risultati tecnici ed economici così buoni da superare quelli delle grosse latterie private esistenti in plaghe dove il caseificio era radicato fin da tempi remoti.
Si videro splendidi esempi di mutualità e solidarietà nell'impianto delle latterie sociali. Per esempio: nel Bellunese si costrussero i locali di certe latterie dai soci stessi, contribuendo ognuno di essi colla mano d'opera, oppure con somministrazione di legnami od altri materiali da costruzione.
Le difficoltà finanziarie, ossia quelle dipendenti dal trovare il denaro occorrente alle spese d'impianto sono assai ridotte oggi in confronto ad una volta.
Il credito viene in aiuto alle latterie di solida e savia costituzione; ed il credito sotto una qualsiasi forma non manca mai alle persone ed alle istituzioni che sanno essere ad un tempo oneste, abili e coraggiose.
Le primitive latterie sociali avevano pochi soci e poco latte; quelle che radunavano 4 quintali di latte al giorno erano rarissime e considerate come latterie fortunate; ma poi vennero le latterie di 10 e di 20 quintali, come per es. quella di Soligo, dopo quelle di 50 e di 100 e recentemente anche quelle di 150 e di 200 quintali di latte al giorno, come è la latteria di Casalpusterlengo, appartenente alla Società lodigiana di latterie cooperative.
Si è veduto anche una federazione di latterie sociali: è quella delle Latterie Agordine, in provincia di Belluno.
Una statistica recente, completa ed esatta delle latterie sociali italiane non esiste; sono queste certamente parecchie centinaia, e contando anche le latterie turnarie si arriva vicino al migliaio.
Abbondano le latterie sociali anche nella Francia, nella Svizzera, nella Germania, nella Danimarca, nel Belgio e negli Stati Uniti d'America. Dove il movimento cooperativo è più recente le latterie sorgono più fitte e più robuste. In Germania e anche nella piccola Danimarca se ne contano alcune migliaia.
E dovunque le latterie sociali sono propugnacolo di progresso caseario, di benessere, di civiltà e di modernità.
Vivano dunque le latterie sociali e viva la cooperazione.
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