Il Clan Del Nord. Jessica Galera Andreu

Il Clan Del Nord - Jessica Galera Andreu


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       Il clan del Nord

      La croce di Argana

      Libro 1

       Jessica Galera Andreu

       Trad otto da Alessandra Marchese

       jessi-ga.wixsite.com/fantepika

       Tutti i diritti riservati

       © Autor: Jessica Galera Andreu

       © Traduttore: Alessandra Marchese

       © Portada: Pixabay

      Tutti i diritti riservati. E' vietata la riproduzione totale o parziale di questa opera, a sua incorporazione in un sistema informatico, la sua trasmissione in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo (elettronico, meccanico, tramite fotocopia, registrazione o altro mezzo)senza previa autorizzazione e per iscritto da parte dei titolari del copyright. La violazione dei suddetti diritti può costituire reato contro la proprietà intellettuale.

       Dedicato a tutti quelli che perseverano nella lotta

       per realizzare i propri sogni

       Vianta

       Dayrsenne

       Gli eredi della confraternita

       Licantropi

       Il clan del Nord

       La liberazione del lupo

       Clan rivale

       Le antiche leggi

       Sotto controllo

       L'inizio della fine

       Prologo

      Si svegliò all'improvviso, avvertita da un forte impatto. Tornò a sedersi sulla vecchia sedia a dondolo da cui era scivolata e raccolse la coperta di lana che era caduta a terra. All'improvviso fu sopraffatta dall'angoscia di un fragoroso silenzio. Aveva smesso di sentire il crepitio del fuoco nel camino e presto si rese conto che la fiamma era quasi spenta. Tutto quello che doveva fare era alzarsi e fare un passo avanti per riaccendere il fuoco gettando un altro paio di tronchi, e smuoverli con l'attizzatoio. Il fuoco emerse come una piccola fenice e divorò insaziabilmente il legno di conifere che era caduto nelle sue fauci. La vecchia rimase immobile per qualche minuto ancora, come se il caldo bagliore arancione del caminetto nero l'avesse ipnotizzata. Si aggiustò lo scialle che portava sulle spalle e volse lo sguardo alla finestra, dalla quale udì un nuovo impatto, era un colpo secco, come quello che aveva sentito solo pochi secondi prima. Cercando di sopprimere una paura segreta, si alzò e si avviò lentamente verso la finestra, la cui tenda era tirata indietro. L'oscurità avvolgeva gran parte del panorama, e solo il disco argentato della luna, che coronava il firmamento, le offriva una vaga idea di quel paesaggio che di giorno sembrava idilliaco e di notte diventava inquietante e sinistro. Le sagome frastagliate delle montagne che si stagliavano davanti al vecchio casale rimanevano solenni e maestose, quasi altezzose, davanti alla paura di chi abitava nei dintorni. Quello non era un sentimento che poteva trasformarsi in abitudine, poiché risaliva solo ad un mese prima. Le foreste di Innoth erano sempre state popolate da lupi, ma questi nobili animali sembravano aver sempre conosciuto i limiti del loro territorio, cosa che avevano rispettato fino a tre settimane prima. Da allora in molti avevano affermato di incontrare i membri di alcuni branchi sulle vecchie strade del villaggio. Lora non poté fare a meno di dirigere il suo sguardo ad ovest. Di giorno, il vecchio ponte di pietra che portava al paese di Vianta era perfettamente visibile da lì, ma in quella notte buia solo le ombre contrastavano con l'oscurità assoluta. In lontananza , le luci del villaggio rendevano vagamente distinguibile il suo profilo. Hans, suo marito, era partito quella mattina per la città di Glosurg, a circa tre o quattro giorni di viaggio. Dopo duri giorni di lavoro ininterrotto erano riusciti a raccogliere buona parte dei raccolti, e l`uomo non aveva voluto aspettare un giorno di più per mettere in commercio quei frutti del suo orgoglio. Essi stessi e quella vecchia fattoria era tutto ciò che avevano, e proprio per questo Lora era preoccupata che Hans non avesse voluto aspettare per tornare e avesse rischiato di viaggiare di notte, all'abbandono di quell'oscurità, e dei pericoli nascosti in essa. La sua vecchia giumenta non era più pronta per quei trotti, e sebbene lei lo avesse ripetuto molte volte, Hans insisteva che vietare all'animale la sua attività abituale sarebbe stato un modo per condannarlo a morte, come sarebbe successo anche a lui. Ma la verità era che negli ultimi tempi le forze di quella giumenta erano calate più del solito, e Lora temeva che se fosse successo ai margini della foresta, sarebbe potuto accadere qualcosa di terribile. Gli aveva chiesto insistentemente di aspettare e viaggiare solo con la luce del giorno, cosa che le aveva promesso, ma che tuttavia temeva non avrebbe mantenuto.

      Un terzo colpo la fece trasalire e la fece indietreggiare, emettendo un sussulto mentre lasciava la tenda. La persiana esterna della finestra si era staccata dalla staffa e batteva con insistenza sulla facciata e sui vetri per il forte vento che soffiava da nord. I ciuffi di nuvole squarciavano il cielo vellutato, nascondendo a intermittenza la luna d'argento e le cime dei pini torreggianti che formavano i pendii delle montagne, ondeggiavano come un sinistro pubblico in una tribuna immaginaria.

      Lora aprì la finestra, e tenne fermo il cancello di legno. Una raffica di gelo penetrò nella stanza e fece oscillare violentemente la sottile tenda di garza che pendeva dalla dispensa. Sentì un brivido e perse di colpo il calore che l'aveva confortata fino a spingerla in un sonno profondo.

      Non era del tutto chiaro il motivo, ma una sensazione angosciante gli si insinuò nella bocca dello stomaco. Scrutò disperatamente i dintorni, cercando di trovare il motivo della sua inquietudine. Non lo trovò, ma non era l'unica a sentirsi in quel modo. All'improvviso sentì i cavalli nitrire nella stalla, sembravano nervosi e turbati. Tuttavia, fu molto sorpresa che Black, un vecchio labrador retriever che accompagnava sempre Hans nei suoi viaggi in città, ma che negli ultimi mesi, afflitto dai dolori che lo facevano zoppicare, aveva smesso di farlo, non si fosse unito abbaiando ai nitriti di Tisa e Amber, i destrieri, più giovani della vecchia Yona, ma della cui lealtà Hans non si fidava ciecamente.

      “Black!” Lora si voltò verso l'interno della casa, con la finestra ancora aperta e chiamò l'animale, pensando che forse si era addormentato in qualche angolo, ma la sagoma scura di Black non comparve. Di solito dormiva in casa, nonostante uscisse spesso dal portello che gli aveva costruito Hans nella porta sul retro.

      Quando la donna volse di nuovo lo sguardo verso l'esterno, si sentì mancare il fiato. Il sentiero scorreva qualche metro più in là, al di là della vecchia staccionata in legno che circondava la proprietà, e non gli fu difficile distinguere la fiamma di alcune torce che avanzavano a ritmo cadenzato lungo il suo percorso, in direzione est.

      Lora si portò la mano alla bocca e rimase in silenzio. Sembrava una processione; non riusciva a distinguere molto da li, ma il bagliore


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