Il Clan Del Nord. Jessica Galera Andreu

Il Clan Del Nord - Jessica Galera Andreu


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la fucina da solo?”

      “Si, da quando mio padre si è ammalato due anni fa.”rispose con naturalezza “Le cattive condizioni di vita a Vianta hanno messo fine alla vita di molti, mio padre e miei due fratelli tra gli altri.”

      ”Mi dispiace tanto.”

      “Grazie. Sono riuscito ad andare avanti grazie ai loro sforzi. Quando erano in vita, e a quelli di mio nonno, che avviò questa fucina ai suoi tempi. Senza di questo, non so cosa avrei potuto fare adesso. Di cosa volevi parlare esattamente?”

      “Di tua nonna. Delmara.”rispose senza indugi.

      L'espressione sorridente di Jensen svanì e si abbassò a guardare le sue mani, ammaccate e piene di ferite, proprio come quelle di Jaren, anche se per cause diverse.

      “Riguardo a cosa esattamente?”

      “A cosa si dedicava? Hai detto che la fucina apparteneva a tuo nonno. Che faceva lei?”

      Jensen si allontanò e iniziò nervosamente a riporre l'attrezzatura sul tavolo.

      “Beh...cose normali. Tenere d'occhio la sua casa, occuparsi della sua famiglia, e ...a volte prendeva parte alla raccolta e alla semina nella fattoria di Hans e Lora, in tempi di maggiore abbondanza, per guadagnare qualche moneta d'oro in più. Quello che ogni donna di Vianta fa.”

      “Sei sicuro che tua nonna faceva quello che fa ogni donna qui?E' consuetudine che le donne di questo villaggio caccino animali due volte la loro taglia e che potrebbero mangiarsele in un morso?”

      Jensen si fermò e chiuse la serranda, lasciando la finestra aperta.

      “Perché questo?”chiese nervoso.

      “Tua nonna era una cacciatrice di quegli animali che stanno attaccando il villaggio. Forse lo sapevi o forse non ne avevi idea, ma se sai qualcosa ho bisogno che tu me lo dica.”

      “Hans è un chiacchierone”disse, con un'espressione arrabbiata.

      “Hans ha paura. Non c'è niente di sbagliato in questo, Jensen; non devi nasconderlo. Almeno non a me. Ma ho bisogno di armi per combattere contro questi animali, e chi li ha cacciati deve averle.”

      “Non ci sono. Non più. L'unico modo per fabbricare armi contro questi animali era attraverso l'argento delle vecchie miniere, ma quando Isalia ha preso il controllo di queste terre, in cambio della loro protezione, gli è stato concesso l'accesso alle miniere. Tuo padre ci difende, noi gli diamo l'argento. Non possiamo toccare nulla se vogliamo continuare a godere del suo favore, e in questi tempi la salvaguardia di un grande regno è più che necessaria. Tu lo sai bene.”

      “Parlerò con lui. Quando saprà cosa sta succedendo, acconsentirà che prendiate il minerale.”

      “Sei sicuro?

      “Mio padre vi ha giurato protezione ai suoi tempi e ve la darà. Eccomi qui, no?”

      “Si, spero che continui ad essere così.”

      “Cos'ha di speciale quell'argento?”chiese Jaren “Non si trova da nessun altra parte?”

      “Mia nonna mi diceva che le profondità di quella miniera non hanno eguali. L'argento è mescolato con un'altra sostanza che lo rende letale per quegli animali. Non saprei dirti cosa sia, ma non c'è argento come quello di Vianta in nessun altro posto.”

      Jensen camminò fino in fondo alla stanza e aprì l'anta di un armadio che era mimetizzato dietro alcune vecchie scatole e sacchi rosicchiati. Da lì estrasse un vecchio pugnale, la cui lama brillava a malapena. Lo tenne con entrambi le mani e lo mostrò a Jaren.

      “Questo è l'ultimo pugnale che mia nonna teneva di quelli forgiati con l'argento di quelle miniere. Non so nemmeno se serva.”

      Jaren lo prese tra le mani e scoprì che era leggero come una piuma.

      La sua impugnatura dorata si era scurita col passare del tempo, ma passando il dito sulla lama la scoprì brillante e fulgente, come il primo giorno. Il suo viso gli si rifletteva chiaramente.

      “Me la presti?”chiese.

      “Che cosa ci vuoi fare?”

      “Verificare se potrebbe servire. Se riusciamo a cacciare anche uno solo di quegli animali...avremo la prova tangibile per la quale mio padre vi restituirà l'accesso alle miniere.”

      “E se non volesse?E' un minerale unico al mondo e si ottiene solo qui. Dal tempo in cui ha iniziato a sfruttarlo, deve esserne rimasto ben poco. Non sarà facile per un re rinunciarvi.”

      “Presto..diventerò il marito della figlia del re di Esteona”rispose Jaren. Per la prima volta alludere a quell'evento che lo attendeva al suo arrivo a Isalia lo metteva a disagio.

      “La salute del sovrano non è buona e non credo...che ci vorrà molto tempo per prendere il suo posto. Presto le decisioni di quel regno dipenderanno da me e il futuro di Isalia, a sua volta, dipenderà da quell'alleanza. Potrei persino esigerlo.”

      Jensen lo guardava con espressione di sorpresa.

      “Non ne avevo idea. Ti ho sempre visto con le ragazze del...Congratulazioni.”si affrettò a rettificare.

      “Grazie.”

      “Puoi portare con te il pugnale di mia nonna, se vuoi.”concluse, mentre ritornava velocemente verso l'armadio da cui l'aveva tirato fuori. Pochi secondi dopo tornò con in mano alcune carte ingiallite.

      “Prendi anche questi. Sono tutti gli appunti che lei teneva su quei mostri. Non so se ti serviranno, ma sognava che io continuassi la...tradizione di famiglia, quindi ha annotato tutto.”

      “Grazie, mi sarà di grande utilità. Spero che tu non debba seguire la tradizione.”

      “Non credere.”concluse Jensen, riacquistando la sua espressione sorridente “A volte mi manca un pò di emozione. La vita tra fucine, pentole e spade è un po noiosa.”

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