Il Clan Del Nord. Jessica Galera Andreu

Il Clan Del Nord - Jessica Galera Andreu


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Il vento agitava le fiamme delle torce portate dai soldati e dagli abitanti del villaggio. Molti di questi ultimi avanzarono a piedi, mentre i primi, per la maggior parte andarono a cavallo. Le inquietanti ombre che si proiettavano in controluce del fuoco non aiutavano ad alleviare la tensione, Jaren si occupò di Erik, credendo che fosse al sicuro nel villaggio. Conoscendolo, doveva aver immaginato che non avrebbe accettato di stare fermo e permettere agli uomini di Vianta di mettere in pericolo la propria vita per salvare lui e tutti i suoi concittadini. Si erano divisi in gruppi e stavano avanzando con tutta la furtività di cui erano capaci. Jaren scese da cavallo e avanzò lentamente fino a raggiungere il suo amico, che sussultò, sconvolto:

      “Per l'amor di Dio, vuoi uccidermi?”disse, quasi senza voce.

      “Al contrario, avrei preferito che restassi a casa, ma siccome non conosci ragioni, almeno monta Donko.”

      “E tu?”

      “Preferisco camminare.”

      “Sei sicuro?”

      “Certo, Erik. Sali.”

      Il giovane obbedì senza fare domande e silenziosamente sollevato dal disagio che la sua gamba gli stava causando quella notte, come faceva quando il tempo cambiava, cosa che tuttavia odiava ammettere.

      “Chi è la ragazza di cui hai parlato?” chiese, mentre scendevano dalla collina.

      “Non la conosco , non l'avevo mai vista prima, ma era ferita, non può andare lontano.”

      “Ed era sola?”

      Jaren annuì. All'improvviso si fermarono, quando un'ombra fugace passò davanti a loro, a pochi metri di distanza.

      “Che cos'era?”chiese Atsel.

      Jaren alzò la spada e scrutò i dintorni con la massima attenzione. L'ombra passò di nuovo, come un'esalazione, schernendoli, finché alla fine, aizzata da uno dei soldati di Jaren, si fermò davanti a tutti loro. Di nuovo, quel lupo dalle dimensioni enormi e dallo sguardo sinistro era difronte a lui; i suoi occhi color ambra ardevano di rabbia mentre mostrava una fila di denti aguzzi con lunghe zanne e un'espressione affamata.

      “Marlok!”gli gridò il ragazzo all'uomo che aveva aizzato il lupo.”Non provocarlo”

      “E come potrebbe andarsene altrimenti. Sta qui. Andiamo a prenderlo.”

      Marlok avanzò con la spada sollevata mentre l'enorme animale gli balzò addosso. Cadde a terra e rotolò, mentre gli altri attaccarono il lupo, impedendogli di nutrirsi di Marlok. Il piccolo corpo di un abitante del villaggio volò in aria quando il lupo lo afferrò tra le fauci e lo sbatté contro un albero. I cavalli si innervosirono e cercarono di fuggire davanti alle reticenze dei loro padroni, alcuni riuscirono a farlo, facendo cadere i loro cavalieri. Jaren afferrò le redini di Donko, cercando di calmarlo in modo da non buttare giù Erik, ma finì per liberarlo quando sentì la pelliccia di un lupo sfiorarlo mentre attaccava Atsel, che stava urlando.

      Gli altri soldati correvano dietro all'animale, cercando di liberare il loro compagno, così come lo stesso Jaren. Il ragazzo riuscì ad affondare la sua spada nella dura pelle della bestia, anche se la lama alla fine si spezzò e cadde a terra quando il gigantesco lupo si voltò. Il suo muso era a pochi centimetri di distanza, quando il forte impatto di una pietra sulla testa dell'animale lo fece infuriare.

      “Vieni qui, maledetto mostro.”gridava Erik.

      L'animale gli saltò addosso, mentre era ancora a cavallo, prima del vano tentativo di Jaren di afferrare il lupo per la pelliccia e impedirlo. I colpi e le ferite indotte dai soldati finirono per indurlo a lasciare il ragazzo e accanirsi contro di loro, che si mantenevano a debita distanza dall'enorme animale. Jaren vide Erik che era caduto a terra, spaventato a morte, anche se apparentemente stava bene. Annuì in segno di ringraziamento, e si voltò alla vista di un secondo animale, leggermente più piccolo del primo, ma altrettanto impressionante. Vedendo che gli uomini picchiavano l'altro animale, ancora infuriato, il secondo lupo si lanciò contro di loro e strappò, con stupore di tutti, il collo di Marlok, che urlava. Un momento di titubanza fu sfruttato dagli animali per balzare su Atsel, che cercava di sottrarsi al morso del lupo, pugnalandolo ripetutamente. Grida provenienti in lontananza fecero voltare Jaren, che vide altri tre lupi inseguire un altro gruppo di soldati e abitanti del villaggio, che fuggivano terrorizzati. Reagì rapidamente e corse in aiuto di Atsel, prendendo a calci il lupo e affondando la lama del suo pugnale nella schiena dell'animale. L'animale gli ringhiò in faccia, facendolo cadere a terra, mentre si lanciava contro di lui, ferendogli la spalla con la sua zampa. Erik sfoderò in quel momento la sua spada con rabbia sull'animale, e nel momento in cui altri due soldati lo attaccarono, Jaren afferrò l'amico per il braccio e lo trascinò via.

      “Ritirata!”gridò.

      Quando ebbe allontanato Erik abbastanza dal combattimento, prese le redini di Donko, che stava vagando, disorientato, e aiutò il suo amico a rialzarsi.

      “Va via!”gli gridò.

      “E tu?”

      Jaren non rispose e tornò giù per il pendio a cercare Atsel, che giaceva a terra, tremante. Anche il cavallo del ragazzo cercava di scappare in qualche modo, ma Atsel l'aveva legato a un ramo di un albero e l'animale era riuscito solo ad impennarsi nel suo tentativo di fuga. Jaren riuscì a rassicurarlo e trascinò il corpo di Atsel, che pesava un po, nonostante l'aspetto fragile del ragazzo. Poi alcune braccia lo aiutarono e Jaren fu colto di sorpresa quando si rese conto che si trattava di Goriath. L'ex generale non gli disse nulla, lo guardò e se ne andò una volta che il corpo di Atsel fu sul destriero. Jaren lo slegò e cavalcò accanto a lui.

      “Andiamo, ragazzi!”disse, mentre spronava il cavallo.

      *****

      Al mattino, il villaggio era ancora nella più totale confusione. Le facce felici per la fine della barbarie erano durate a malapena poche ore. Erik aveva detto che Vianta era maledetta, e per quanto pazzo potesse sembrare, infondo Jaren stava cominciando a chiedersi se il suo amico avesse davvero ragione. La casa del guaritore non poteva fornire abbastanza aiuto e molte delle donne del villaggio si erano offerte volontarie per aiutarlo a guarire le numerose ferite che presentavano molti di loro. Per ora, il bilancio dello scontro era di quattro morti – tre abitanti del villaggio e Marlok – numerosi feriti e Atsel che stava tra la vita e la morte. Jaren si scostò i capelli dal viso e sussultò mentre muoveva la spalla sanguinante. Alla caduta della notte precedente si era aggiunto l'artiglio dell'animale, e non si era ancora fatto curare, preoccupato com'era per tutto quello che era successo. Di Dayrsenne non c'era traccia, i diversi gruppi in cui aveva diviso i suoi uomini e gli abitanti del villaggio che volevano aiutare, avevano ispezionato diverse zone della foresta con identica fortuna.

      Dopo il dubbio iniziale di dover informare tutti dell'esistenza della ragazza che voleva passare inosservata per un motivo ancora sconosciuto, Jaren finì per informarli della ragazza ferita che stava fuggendo dai lupi, e che avrebbero dovuto metterla in salvo se l'avessero incontrata, ma nessuno fu capace di fornirgli alcuna informazione al riguardo. Inoltre, aveva perso uno dei suoi uomini, mentre un altro stava lottando tra la vita e la morte, un ragazzo di appena diciotto anni, proprio come lui. Marlok era più grande, ma a ventisei anni era sposato e aveva due figli che erano rimasti orfani. Pensava a come dare la notizia alla moglie, che era qualcosa che lo inorridiva. Ripensò alla ferocia di quell'animale; erano riusciti a ferirlo, eppure continuava come se nulla fosse successo, distorcendo vite a ogni graffio, a ogni morso. Il giovane principe si alzò quando tre dei suoi uomini lasciarono il tempio, rivolgendosi verso di lui con uno sguardo accusatore, prima di proseguire insieme ad altri due che erano usciti senza che lui se ne accorgesse. Jaren sapeva che lo incolpavano, e non sapeva fino a che punto potessero o no aver ragione, ma una cosa era chiara. Si voltò quando Assynt lasciò la casa del guaritore.

      “Allora?”chiese

      “Sempre uguale? Tutti credono che queste prime ore siano fondamentali per Atsel, ma ho visto troppi uomini morenti e ne riconoscerei uno a mille chilometri di distanza. Ha le ore contate.”

      Jaren inspirò profondamente.

      “Il


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