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A prima vista, questo peculiare componimento si presenta come una successione di parole suddivise in segmenti e colonne. Se si attua una lettura da sinistra a destra, si formeranno esametriDactylusHexameter perfetti ma privi di senso. Il carmen è quindi seguito dalla didascalia Venetiis decantatum e dal breve epigramma Constructio con cui, tramite un’analogia, il poeta suggerisce la corretta chiave di lettura:
Ascanium Marcus, rex Maurum, Borgia neptem,
ast anguem hoc coepi carmine Cattus ego.
Hunc coepi et viso Ludovici nomine captum
suspendi et posui versibus in mediis.
Versibus anguis inest igitur, tu clarius ergo
anguineo lector carmina more lege.
Marco catturò Ascanio, il re prese il Moro, Borgia la nipote, / ma io, Catto, ho catturato il serpente con questo componimento. / L’ho catturato e, visto il nome di Ludovico, una volta preso il serpente, / l’ho sospeso e l’ho posto nel mezzo dei versi. / Dunque il serpente si trova nei versi, perciò tu / lettore, leggi più chiaramente il componimento a mo’ di serpente.
L’intero epigramma gioca semanticamente sul tema del serpente, sfruttando l’ambiguità tra lo stemma degli Sforza e la tipologia del componimento. Riallacciandosi perciò al tema del carmen anguineum, il Catti innanzitutto rivendica la paternità dell’invenzione nel primo distico: come Venezia (Marcus), Luigi XII di Francia (rex) e Cesare Borgia catturarono rispettivamente i tre “serpenti” Ascanio Maria, Ludovico il Moro (Maurum) e sua nipote Caterina (neptem), così anche il poeta – il cui Cattus ego non può che richiamare il topos classico del primus ego Erfinder– avrebbe preso un serpente col suo carmen.1 Una volta catturato, questo è stato posto versibus in mediis, perciò il lettore dovrà leggere il tutto anguineo more.
Leggendo queste indicazioni, la prima risposta che si potrebbe dare all’enigma è la lettura bustrofedica. Tuttavia, sebbene segua perfettamente l’andamento tipico del serpente, questa non darà risultati utili, perché i versi continueranno a non avere significato.
Il primo studioso a suggerire per iscritto la corretta chiave di lettura del carmen anguineum fu Rinaldo Fulin.2 Lo studioso venne direttamente a conoscenza del carmen lavorando sui diari di Marin Sanudo, avendo quest’ultimo copiato il componimento, con alcune varianti testuali, alla fine del maggio 1500. Ciò permette di dare una spiegazione alla didascalia Venetiis decantatum che conclude il carmen degli Opuscula, aprendo alla possibilità di un’effettiva presentazione di una redazione precedente del componimento da parte del poeta nella capitale della Serenissima.
Il Fulin, a ogni modo, partendo dall’indovinello e notando come la colonna centrale iniziante con Ludovicus (cf. viso Ludovici nomine) fosse l’unica ad aver senso, capì che l’andamento serpentino in verità non dev’essere seguito parola per parola, ma piuttosto dev’essere usato per unire precisi segmenti di colonne opposte. Grazie a questo metodo, il lettore comprenderà il testo e il serpente farà comunque capolino, alla stregua del gioco in cui si devono unire i puntini per ottenere un disegno.
I segmenti da unire, per esempio, per ottenere la prima strofa saranno il primo dei versi dispari e l’ultimo dei versi pari, secondo il seguente schema:
Procedendo in questo modo, per ottenere la seconda strofa si unirà il secondo segmento dei versi dispari con il penultimo dei versi pari, per la terza strofa si leggerà in verticale la colonna centrale, per la quarta si unirà il penultimo segmento dei versi pari con il secondo dei dispari e infine per la quinta strofa l’ultimo segmento dei versi pari con il primo dei dispari. Il risultato finale sarà questo poema sui tre Sforza succitati:
Sfortia ortus Cottignolae pugnat. | |
Sfortia vincit multos in armis. | |
Sfortia terras debellat habetque. | |
Sfortia praeda efficitur aquarum. | 4 |
Franciscus filius oritur ad proelia. | |
Franciscus victoria bellorum cantatur. | |
Franciscus connubia Blancae contraxit. | |
Franciscus cum coniuge pariter dominantur. | 8 |
Ludovicus Francisco satus est genitore. | |
Ludovicus princeps efficitur patriae. | |
Ludovicus fugit venientem regem. | |
Catharina neptis bellatrix capitur. | 12 |
Vertitur ad populi Ludovicus vocem. | |
Ducitur ad Gallum Ludovicus captus. | |
Mittitur Ascanius ad vincla Venetum. | |
Hoc accidit ex annis mille quingentis. | 16 |
Ergo fortuna in orbe mutatur. | |
Et nihil sub sole habetur perpetuum. | |
Hoc sit exemplo tenenti imperium.
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