Storia dei musulmani di Sicilia, vol. II. Amari Michele

Storia dei musulmani di Sicilia, vol. II - Amari Michele


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manoscritto di Parigi 742 quater, tomo IV, fog. 18 verso, con la versione datane da M. De Slane nella Histoire des Berbères dello stesso Ibn-Khaldûn, tomo II, p. 529, appendice.

395

Liutprando, Antapodesis, lib. IV, cap. V, presso Pertz, Scriptores ec., tomo III, p. 316.

396

Iacopi de Varagine Chronicon, presso Muratori, Rerum Italicarum Scriptores, tomo IX, p. 10.

397

Il Martorana, tomo I, p. 86 e 215, nota 115, seguito dal Wenrich, crede personaggi diversi Salem emiro del 917 e Salem del 937, fondandosi in su questo, che Nowairi aggiunga nel primo caso il nome patronimico Ibn-Ased; e Abulfeda nel secondo, Ibn-Rescîd. Tal supposto or si dilegua con l'autorità degli altri compilatori citati nel capo VII, p. 160, e soprattutto d'Ibn-el-Athîr, il quale scrive Sâlem-ibn-Rescîd sì nel 313 e sì nel 325 dell'egira.

398

Si vegga il Capitolo precedente, p. 170, seg., 176.

399

Eutichii, Patr. Alexandrini annales, tomo II, p. 508, 509. Questo scrittore, poco men che contemporaneo, è il solo che narri l'episodio dei prigioni risparmiati; tra i quali pone in primo luogo i Siciliani. Ei riferisce la battaglia al 307 dell'egira; ma Ibn-el-Athîr, MS. C, tomo IV, fog. 298 recto e verso, la scrive nel 306 (13 giugno 918 a 1 giugno 919); e la Cronica di Cambridge nota nel 6427 (1 settembre 918 a 31 agosto 919) la spedizione dei Fatemiti in Alessandria.

400

Taglieggiare è versione litterale del testo arabico. Donde sappiamo questo dazio insolito e gravoso, ma non di che natura el fosse.

401

Così la Cronica. Sceikh, vecchio, indi anziano, senatore, capo d'una frazione di tribù, capo d'un villaggio, o semplicemente preposto o dottore.

402

Cioè il primo di Belezma, città d'Affrica che abbiam citato altrove; il secondo, di Kalesciana a 12 miglia da Kairewân, della quale il Bekri, Notices et Extraits des MSS., tomo XII, 479.

403

Cronica di Cambridge, op. cit., p. 45.

404

Si vegga al Capitolo VIII, p. 172, 173.

405

Cronica di Cambridge, op. cit., anno 6427.

406

Si vegga il Capitolo I di questo Libro III, p. 3 in nota.

407

Confrontinsi: Cronica di Cambridge, op. cit., p. 46, anno 6442; Ibn-el-Athîr, anno 322, MS. B, p. 149, MS. C, tomo IV, fog. 321 verso; Baiân, tomo I, p. 216. Questi due ultimi dicono occultato il caso più a lungo.

408

Cronica di Cambridge, op. cit., p. 47, anno 6442. Il nome somiglia a quel di Randazzo, grossa città surta in Sicilia nel medio evo, che in Edrisi leggiamo Rendag. Sembra di origine greca, poichè la Storia Miscella, presso Muratori, Rerum Italicarum Scriptores, tomo I, parte I, p. 150, ricorda un patrizio Sisinnio soprannominato Rendacium, sotto Leone Isaurico; e la Continuazione di Teofane nel regno di Romano Lecapeno, § 4, parla di un ‘Ρεντάκιος uom dell'Attica, e forse ateniese, parente del patrizio Niceta; il qual nome è scritto con le stesse lettere da Giorgio Monaco, e ‘Ρεντάκης da Simeone (ediz. Bonn, p. 399, 891, 732). Nulla toglie che il governatore di Taormina fosse appartenuto alla medesima famiglia, e che da lui o da altri fosse venuto il nome di Randazzo. Che il caso seguisse in Palermo non mi par dubbio, Quantunque la Cronica dica: “innanzi il palagio (Kasr) di Sâlem.” Non v'ha memona di terra in Sicilia chiamata Kasr Sâlem (il nome attuale di Salemi è corruzione dell'arabico Senem, idolo o statua); e la stessa Cronica, notando poi la morte dell'emiro, aggiugne che seguì nel suo kasr. Probabilmente il palagio vecchio, al quale rimase il nome di Salem, per essere stato l'ultimo emiro che vi soggiornò; tramutati poi gli ofici pubblici ecc. nella Khalesa.

409

Confrontinsi: Cronica di Cambridge, ann. 6443, presso Di Gregorio, Rerum Arabicarum, p. 47; Nowairi, op. cit., p. 14.

410

Cronica di Cambridge, l. c., anno 6444.

411

Il testo ha N rd barîn, che non dà significato. I primi editori lessero Brediaræos. Probabilmente è la voce persiana Bardadâr, guardie palatine.

412

Il nome non sarebbe molto diverso da Asaro, l'antica Assorus; ma l'a scritta con un'ain indica origine arabica; e il sito di Asaro presso Leonforte si allontana troppo a levante dalla via tra Palermo e Girgenti. Mancando di vocali il MS., questo nome si potrebbe leggere Osra, che significherebbe “asilo, riparo,” e sarebbe nome di luogo oggi sconosciuto.

413

La Cronica di Cambridge, la sola che fornisca questo e gli altri particolari della guerra, dà il secondo vocabolo in guisa da potersi anco leggere Tâlis, Nâlìs, Iâlis e Mâlis. Il primo è suscettivo della ottima lezione Mosciaiad, che significherebbe “edifizio, monumento.” Non mi sovviene di nomi topografici antichi o moderni di Sicilia che ci aiutino a trovare il vero nome e il sito preciso, che dovea essere molto vicino a Palermo. Ma Bâlîs è nome d'una provincia tra il Sind e il Segestân, Geografia d'Edrisi, versione francese, I, 444, 449. Bâlis o Bâles era picciola città su la sponda occidentale dell'Eufrate. Veggansi: Ibn-Haukal., MS. di Parigi, Suppl. Arabe, 885, fog. 85 recto; Edrisi, op. cit., I, 335; Jakût, Merâsid, ediz, di Leyde, I, 122; Abulfeda, Geografia, testo arabo, ediz. di Parigi, p. 268. In Ispagna era città (Velez Blanco?) nella provincia di Begiâia e porto tra Alicante e Cartagena. (Edrisi, op. cit., tomo II, p. 14, 39.).

414

Lo stesso MS. ha M r nuh, Marineo, a 17 miglia da Palermo, sovrasta al fiume di Misilmeri, appunto su la strada per la quale doveano ritirarsi i Girgentini. Le due battaglie senza particolari di leggono in Ibn-el-Athîr, anno 325; e in Nowairi, presso Di Gregorio, p. 14, 15. Abulfeda, anno 325, dà appena un cenno della rivoluzione.

415

Così la Cronica di Cambridge. Il Nowairi ha invece Ishâk-Bostâni (ossia il giardiniere) e Mohammed-ibn-Hamw. Probabilmente son le medesime persone. Ibn-Sebâia potrebbe essere il nome patronimico d'Ishâk soprannominato Il Giardiniere; ed Abu-Târ, il soprannome di Mohammed. Quanto al nome patronimico di quest'ultimo, forse va corretto Hammoweih, e sarebbe d'origine persiana. Il Martorana, tomo I, p. 88, e con lui il Wenrich, arbitrariamente danno i due primi come capi del tumulto del 17 settembre, e i due secondi di quello del 7 ottobre.

416

Cronica di Cambridge, op. cit., p. 48, anno 6446, e ve n'ha un cenno in Ibn-el-Athîr, anno 325, e in Nowairi, op. cit., p. 15.

417

Ibn-el-Athîr e Nowairi, ll. cc. Il secondo, che par abbia copiato qui la cronica primitiva, dice: “con un esercito e parecchi kâid.” Perciò questa voce non sembra adoperata nel significato generale di capitani d'esercito, ma in quel di condottieri di corpi minori.

418

Confrontinsi: Ibn-Abbâr, MS. della Società Asiatica di Parigi, fog. 104 recto; e Baiân, tomo I, p. 225, anno 325.

419

Riadh-en-Nofûs, fog. 60 recto. Iehia era morto verso il 290. Però ho supposto che si tratti di questa impresa o dell'altra del 916.

420

Così la Cronica di Cambridge, op. cit., p. 48, anno 6446. Nowairi, op. cit., dice alla fine del 325; il che torna allo stesso con poco divario.

421

Si vegga qui appresso, Lib. IV, Cap. 1, p. 236. Sâlem rimase al certo in autorità insieme con Khalîl. Senza questo non si può trovare ragione plausibile dell'abboccamento coi Girgentini, nè dell'essere lui rimaso in palagio vecchio; nè del titolo di emir che gli si dà alla morte.

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