Dizionario storico-critico degli scrittori di musica e de' più celebri artisti, vol. 3. Bertini Giuseppe

Dizionario storico-critico degli scrittori di musica e de' più celebri artisti, vol. 3 - Bertini Giuseppe


Скачать книгу
et règles d'accompagnement, suivant le système de M. Rameau, in 8vo.

      Lebrun, eccellente suonatore di corno di caccia, nel 1785 era in Parigi, dove facevansi i più grand'elogj del suo talento. Egli è autore dell'articolo Cor nella parte musicale dell'Enciclopedia metodica. Sua moglie Francesca Danzy era celebre nell'arte del canto, e nella composizione. La sua voce sorpassava d'una terza il fa più alto del cembalo, e tutte le sue inflessioni aveano un'indicibil grazia. Nel 1771 cominciò a farsi ammirare sul teatro di Manheim sua patria; alquanti anni dopo venne in Milano, e cantò nell'Europa riconosciuta di Salieri: era ella nel fior degli anni, ed i suoi talenti, e le sue grazie le meritarono gli universali applausi a gran dispetto della Balducci, allora prima donna in quello stesso teatro. Cantò colla stessa gloria in Londra da prima-donna nel 1783, e quattr'anni dopo in Napoli nelle opere di Paesiello. Vi ha anche di Mad. Lebrun tre sonate pel forte-piano con violino, impresse a Offenbach nel 1783, che vengono stimate moltissimo.

      Leclerc (M.), dell'Istituto nazionale di Francia, pubblicò nel 1798 in Parigi, Essai sur la propagation de la musique en France. V. Memoir de l'Instit. Litterat. etc. tom. 1.

      Ledran (M.) nel 1765, diè al pubblico un'opera nella quale propone de' nuovi segni per notar l'armonia sul basso continuo. Il di lui sistema è così complicato che si sono dovute preferir le cifre già usate.

      Leduc (Pier-Ant. Augusto), ha in Parigi, insieme con alquanti socj, una casa di commercio de' più considerevoli di quella gran città, e che singolarmente è assai commendevole agli occhi degli artisti pei servigi, che ella ha reso all'arte musica. Se le dee, oltre a più oggetti, la pubblicazione de' Principj di composizione delle scuole d'Italia, l'opera più ragguardevole che sia comparsa nel commercio di musica, e nella quale l'incisione sottomessa alle forme della tipografia, offre una nitidezza ed un'eleganza, di cui non vi era ancora verun modello (V. l'art, di M. Choron, nel 2º t.). Se le deve inoltre la Collezione dei classici musici, che forma la continuazione di que' Principj; una collezione delle sinfonie di Haydn in partitura; un'edizione delle opere di musica di Marpurg, la più bella e la meglio disposta di tutte, coll'aggiunta d'un trattato del contrappunto semplice del medesimo autore; ed una serie di opere, la più elegante e la più compiuta che possa desiderarsi su tutte le parti della composizione. Questa casa possiede oltracciò una bellissima biblioteca di trattati e d'opere di musica, di cui ne ha formato un gabinetto di lettura; ed è questa l'unica in cui si trovino in ogni tempo tutte le notizie possibili intorno a tutte le opere antiche e moderne; nazionali, o estere di musica, e relative a quest'arte. Con tai mezzi, e colla comodità d'una così ricca biblioteca di musica accessibile a chiunque, reca pur meraviglia come ne abbia tratto così poco profitto M. Fayolle per il suo Dizionario, non presentando egli che notizie assai superficiali e sterili delle opere e degli autori.

      Legipons (Olivieri), benedettino del monastero di Rayhraden nella Moravia, godeva di gran rinomanza per la sua rara erudizione. Nelle sue Dissertationes philologico-bibliographicæ, in quibus de adornandâ Bibliotecâ ac musices studio, ec. ch'egli pubblicò a Norimberga in 4º nel 1746 si trova una Dissertazione de musicâ, ejusque proprietatibus, origine, progressu, cultoribus et studio bene instituendo, di cui fa grandi elogj il dottor Forkel.

      Lemaire, maestro di musica verso la medietà del secolo 17º. Brossard a lui attribuisce l'opera, che reca per titolo: Méthode facile pour apprendre à chanter la musique, par un maître célèbre de Paris, 1666 in 8vo. Egli fu, soggiunge Brossard, non già l'inventore, ma il primo che insegnò nella Francia a far di meno de' cambiamenti, con aggiungere la nota si: fu dapprima contraddetto dagli antichi maestri di musica, per il che fu senza dubbio costretto a nascondere il suo nome; ma la facilità di questo metodo fece ben presto adottarlo, e si tolsero via i cambiamenti.

      Lemoyne (Giov. Batt.), nato a Eymet nel 1751, fece i suoi studj di musica a Perigueux, passò quindi in Germania, e studiò la composizione sotto i cel. Graun, e Kirnberger. Fece gran fortuna in Berlino, fu maestro del teatro del principe reale di Prussia, e il gran Federico, a cui ebbe egli l'onore di dare alcune lezioni di musica, fecene moltissima stima. In Varsavia la cel. Mad. Saint-Huberty, che quivi cantò per la prima volta un di lui dramma in musica, volle da lui ricevere la sua educazion teatrale, e ne divenne poi così rinomata in Francia. Lemoyne è il solo compositore francese di cui le opere siansi sostenute accanto a quelle del Piccini, del Gluck, del Sacchini, che furono i rigeneratori del teatro lirico de' francesi. Egli morì in Parigi nel dicembre del 1796. Gabriele Lemoyne di lui figliuolo nato in Berlino nel 1772, è un celebre sonatore di forte-piano attualmente in Parigi, dove vi ha di lui impresse più sonate, e romanzi per quest'instromento.

      Leo (Leonardo), nato in Napoli nel 1694, divide con lo Scarlatti, col Pergolesi, e alcuni altri suoi contemporanei la gloria di aver fatto levare tant'alto in tutta l'Europa la scuola di Napoli per la musica teatrale. Tra i primi autori di sì felice rivoluzione, dice Arteaga, debbono annoverarsi Alessandro Scarlatti, e Leonardo Leo, nelle composizioni de' quali incominciarono le arie a vestirsi di convenevol grazia, e melodia, e fornite si veggono d'accompagnamenti più copiosi e brillanti: Il loro andamento è più spiritoso, è più vivo che non soleva essere per lo passato: donde spicca maggiormente il divario tra il recitativo, e il canto propriamente detto. Le note però, e gli ornamenti sono distribuiti con sobrietà in maniera, che senza toglier niente alla vaghezza dell'aria, non rimane questa sfigurata dal soperchio ingombro (t. 2). Leo fu per più anni maestro del Conservatorio della Pietà, dove ebbe per discepoli Trajetta, Jommelli, Caffaro e moltissimi altri celebri compositori del secolo 18º, che quali novelli prodigj ammirar si fecero da tutta l'Europa. Comechè il genio di questo grande artista lo portasse per preferenza alle composizioni nobili, e patetiche, ebbe anche del successo nelle opere buffe, e tra le di lui opere in questo genere si distingue quella che aveva per titolo: Il cioè. Erane il soggetto un uomo, il cui abitual ghiribizzo era di aggiungere un cioè a tutto quel che diceva, e per volere spiegar tutto, ne diveniva più oscuro. Egli scrisse ancora molta eccellente musica per chiesa. Il distintivo carattere di questo gran maestro era il grandioso, il sublime. Cotesta qualità eminentemente riluce nel suo Miserere, ove si ammira una scienza profonda del contrappunto, una nobiltà, e chiarezza di stile, l'arte di condurre con naturalezza ed abilità insieme le imitazioni, e le modulazioni, che danno alla scuola di Napoli una distinta maggioranza su tutte le altre scuole di musica. Leo aveva somma diligenza nel far eseguire la sua musica. Dicesi che dovendo far sentire questo suo Miserere nella settimana santa, cominciavane i concerti nel mercordì delle ceneri, e proseguiva così tutt'i giorni colla massima attenzione sino al termine stabilito. Egli morì immaturamente di apoplesia nel 1745, di sua età 51. Mio padre, ch'ebbe la sorte di averlo avuto per maestro, raccontava che egli era stato trovato morto una mattina sul suo cembalo, e che fu incredibile il lutto di tutto il conservatorio alla nuova di sua morte: che egli non lasciava mai di portare al dito un anello d'ingente somma statogli regalato dall'imperatrice delle Russie, e che era di bella figura, e di nobil portamento.

      Leona, cortigiana ateniese, celebre per la grande sua abilità sulla lira e nel canto, e famosa ancora per i suoi intrighi con due giovani uniti insieme colla più tenera amicizia, Armodio e Aristogitone. Congiurarono costoro contro Ippia ed Ipparco tiranni d'Atene, e figli di Pisistrato; Leona benchè al fatto del secreto de' suoi amanti preferì la morte alla viltà di tradirli: temendo di non poter resistere a' tormenti della tortura, ella medesima fece in pezzi coi denti la sua lingua, perchè si togliesse infino la possibilità di dire alcuna cosa contro i suoi amici. Gli Ateniesi, ricuperata appena la libertà, resero sommi onori alla memoria di tutti e tre, innalzaron a' due giovani delle statue sulla pubblica piazza: e per evitare al tempo stesso il rimprovero di avere eretto un pubblico monumento ad una cortigiana, scolpir fecero per allusione, al di lei nome una lionessa senza lingua (Plin. l. 34). Conservasi questa tuttora sulla porta dell'arsenal di Venezia, dove è stata trasferita da Atene.

      Lepileur d'Apligny, nel 1779 pubblicò in Parigi Traité sur la musique et sur les moyens d'en perfectionner l'expression. Quest'opera è ben scritta, ma piena di viste superficiali.

      Leprince (Mr.), morto nel 1781, era, non che eccellente pittore, ma eziandio un piacevolissimo musico. Sonava molto ben di violino: essendosi imbarcato in Olanda per andare in Pietroburgo, un corsare inglese venne ad attaccare il vascello, che fu costretto a rendersi prigioniero.


Скачать книгу