Dizionario storico-critico degli scrittori di musica e de' più celebri artisti, vol. 3. Bertini Giuseppe
del mondo. I corsari sbalorditi sospesero il saccheggio, e gli restituirono tutte le sue robe; nello stesso tempo lo pregarono di farli ballare, e di accompagnar col suono la loro danza. Fortunatamente per gli altri passaggieri, la presa fu dichiarata nulla nel primo porto.
Lesueur (Giov. Franc.), nato a Ponthieu di un'antica e distinta famiglia circa 1766, fece i primi suoi studj di musica in Amiens, ed entrò poco dopo nel collegio di quella città per terminare il suo corso di lingue antiche, e di filosofia. Egli è stato maestro di cappella di molte cattedrali della Francia e precisamente di quella di Parigi, per la quale ha composto un gran numero di messe, di oratorj e di mottetti. I straordinarj successi che la sua musica ha ottenuti in quella metropoli, e gli elogj, che se ne sono pubblicati ne' giornali da Piccini, Sacchini, Philidor e Gretry, han posto M. Lesueur da trent'anni in quà nel primo rango de' compositori di Europa. Io non conosco in Italia, diceva di lui il Sacchini circa 1785, che due maestri di cappella che possono uguagliarlo. M. Lesueur era allora assai giovane. Paesiello nel 1805 gli scrisse una lettera molto onorevole, congratulandosi seco del buon successo della sua musica sul dramma les Bardes. In occasione di questa musica sono stati tutti d'accordo gli intendenti nell'asserire che il sublime e 'l grande sono il carattere della medesima scritta colla semplicità e il gran gusto dell'antico. Quì il compositore si propose di rinnovare le impressioni, che i suoi uditori hanno provato nella lettura delle opere d'Ossian; e la stranezza medesima della sua melodia produsse l'effetto che dovevasene attendere. La morte di Adamo, tragedia lirica in tre atti, fu rappresentata nel 1809. S'intende benissimo quanto un tal soggetto abbia dovuto offrire delle difficoltà a un compositore del volgo. La sola musica adatta era quella de' primi uomini: doveva respirare dunque quel carattere di nativa semplicità, da cui i nostri costumi e la perfezion medesima dell'arte vie più ci discostano. Lesueur, che possiede un genio musicale eminentemente Biblico, trattò questo soggetto d'una maniera sublime, e stabilì per sempre la sua riputazione. Questa musica è semplice, energica e solenne. La grandiosità che Lesueur ha saputo spargere in tutte le sue opere per teatro e per chiesa, gli ha meritato il favor del governo, e l'onorevole posto di successor di Paesiello. Egli si è fatto conoscere ancora come autore di più scritti sulla musica. Nel 1787, diè al pubblico, Exposé d'une musique une, imitative, et particulière à chaque solennité, in 8º. Tra i diversi elogj accordati a quest'importante opera, quello del conte de Lacépède, gran scrittore, e gran compositore insieme, è certo di gran peso agli occhi de' lettori. M. Lesueur non si è contentato (scriveva nel 1787 M. de Lacépède) di dare una forma drammatica alla musica di chiesa componendola di quadri sempre analoghi alle cerimonie della religione: ha voluto in oltre (e questa è un'idea molto bella e tutta nuova), che presentasse un particolar carattere alla solennità per la quale sarebbe composta; per giungervi, egli ha ideato di situare ne' differenti pezzi della sua musica, la dipintura delle diverse circostanze della Storia sacra richiamate alla memoria da ciascuna particolare festività. Conoscendo in oltre, che se i quadri offerti della musica rappresentano con forza i diversi sentimenti, ed eziandio i differenti loro ombreggiamenti, mancano sempre della precisione necessaria perchè si possano, senza un soccorso straniero, riconoscer tutte le intenzioni del compositore, egli ha creduto dover far sentire assai spesso le arie sacre, che dopo gran tempo unite a delle parole note abbastanza, hanno acquistato, per così dire, una determinata espressione, e fissar possono i significati vaghi a rischiarar le intenzioni oscure. Ecco il piano di M. Lesueur. (Poétique de la musiq.) Vi ha oltracciò di questo eruditissimo artista: Notice sur la Melopée, la Rhythmopée, et les grandes caractères de la musique ancienne, impressa nella traduzione di Anacreonte di M. Gail. Molti scrittori periodici, fra quali M. Ginguené, l'han trovata dottissima, e adatta a spargere una nuova luce sulla storia, ancora molto oscura, della musica de' Greci. Nel 1802 M. Lesueur pubblicò una Lettera al suo amico M. Guillard, divisa in sei parti. I compositori vi trovano dell'eccellenti vedute intorno all'arte, e particolarmente sulla musica scenica: ha gran tempo ch'egli prepara una più lunga opera col titolo: Traité général sur le caractère méthodique de la musique théâtrale et imitative.
Levens (Carlo), compositore e maestro di Bordeaux, ha dato al pubblico: Abrégé des règles de l'harmonie, pour apprendre la composition, 1743 in 4º. Quest'opera è divisa in due parti: la prima riguarda la composizione; l'altra offre un nuovo sistema di suoni, ma non ha avuto il merito di far fortuna.
Liberati (Antimo), da Foligno, cantore della cappella pontificia, ed organista della SS. Trinità de' Pellegrini, maestro di cappella finalmente di S. Maria dell'anima della nazione Teutonica in Roma, viveva nell'ultima medietà del sec. 17º. Nel 1784, pubblicò Lettera in riposta ad una del Sig. Ovidio Persapegi, che chiesto gli aveva il suo parere intorno a cinque candidati, che aspiravano al posto di maestro di cappella in una chiesa di Milano. Questa lettera contiene moltissime osservazioni sulla musica che fecero allora gran sensazione. Si ha in oltre di Liberati Epitome della musica, eccellente manoscritto della Biblioteca Chigi.
Lichtenthal (Pietro), dottore di medicina tedesco, ma stabilito in Italia dove fece i suoi studj in questa facoltà sotto il cel. D. Frank. Gli si dee un eccellente libro, che cinque anni prima da lui pubblicato in sua lingua fu applaudito in Germania, e quindi alle istanze di alcuni celebri professori di medicina in Italia, da lui stesso in questa lingua tradotto ed accresciuto fu stampato in Milano nel 1811, con questo titolo: Trattato dell'influenza della musica sul corpo umano, e del suo uso in certe malattie, in 8º. L'introduzione è il vero Si quæris miracula della musica, benchè dichiari l'autore di essere ben avverso dall'introdurre chimere nell'arte medica. I soggetti su cui egli si versa, sono: 1. Analisi storica e ragionata dell'effetto della musica sull'uomo sano, con alcune osservazioni sopra certi animali. 2. Prospetto istorico di tutti gli esperimenti empirici che si fecero nella medicina sino dagli antichissimi tempi. 3. Ragionamento come si debba considerare l'effetto della musica. 4. Quali sono le malattie in cui possiamo prometterci un buon uso della musica. 5. Quando si abbia a far uso d'una musica dolce e d'una musica strepitosa. 6. Finalmente alcuni cenni sul modo d'intendere una buona musica. Noi rapporteremo alcune di lui riflessioni, il che non sarà discaro a' lettori. Nella caratteristica, ch'egli dà di varie specie di musica, ecco com'egli parla di quella di chiesa. Egli è senz'altro la specie più sublime di musica. Il suo oggetto è un ideale che porta l'impronta della divinità e della virtù, emanazione di quella. La sua tendenza è di concentrare i sentimenti diversi in un solo, cioè la divozione. Nella Caratteristica delle voci cantanti egli avverte da prima, che generalmente ogni voce, se tiene le ottave di mezzo fa più bell'effetto di quelle che cantano colle ottave alte o basse. Che il Soprano d'un castrato lusinga soltanto l'orecchio le prime volte che viene ascoltato, ma non giunge sino al cuore, quando anche il cantore eunuco fosse eccellente. Che il Soprano di una donna o ragazza formata è pieno di sentimento e produce un grand'effetto: che il Soprano di un ragazzo corista è raramente di molto effetto. Che il contralto d'una donna è espressivo e virile, e invade perfettamente l'animo degli ascoltanti. Il Contralto d'un ragazzo è alquanto più da riputarsi che il soprano di esso. Ma tra gli uomini non c'è voce più bella del tenore. Essa è la pittrice vera di tutte la passioni: i suoi quadri portano il sigillo della verità. Il tenore è pieno di forza, e il suo effetto è grandissimo. Un'altra voce degli uomini è il Basso: il suo carattere è grande, sublime, solenne e pieno di serietà. Ciò ch'egli ha di terribile e di ardito sembra non produrre un effetto sulle anime deboli. Nella caratteristica degli stromenti, il clarinetto, egli dice, è il più bello stromento da fiato, e merita senz'altro il primo ordine nella musica istromentale. Egli corrisponde nel suo ambito a tutte le bellezze d'un pezzo musicale. Il suo respiro è molle, pieno di forza, tenero e soave. Il suo tuono non è quel grido penetrante ch'è l'anima dell'oboè, ma un sentimento diffuso in amore, il tuono de' cuori sensibili trasportati. Il Corno di bassetto è assai vicino alla dolcezza del clarinetto, se non che ha un tuono alquanto malinconico. Ne' corni di caccia i tuoni escono dolci e teneri, e danno la più bella ombra a' quadri musicali: eccellente è l'effetto de' quartetti per 4 corni di caccia, composti dal Sig. Belloli. I meriti del fagotto distano poco da quelli del clarinetto: ambidue ci dipingono gli effetti teneri. Il flauto ha un tuono ingenuo e di natura incorrotta e campestre. Diviene solo d'incarico ove si sente troppo sovente. Gli oboè hanno un tuono molto penetrante e non durevole. I soli abilissimi oboisti possono rendere questo stromento