Dizionario storico-critico degli scrittori di musica e de' più celebri artisti, vol. 3. Bertini Giuseppe
sonator di oboè di una singolare dolcezza ed agilità). I tromboni stromenti antichissimi giungono a un più gran fine. Esprimono il sublime, il grande, il solenne, fanno alzare dalle loro tombe gli spiriti, e parlare co' vivi. Maraviglioso è il loro effetto ne' cori. Le trombe hanno un suono eroico, guerriero ed esultante. Un organo tenero spesse volte non lo sopporta. Mozart aveva nella sua gioventù un'antipatìa contro questo stromento, e una volta cadde per esso in convulsioni. Il violoncello agguaglia co' suoi pregi que' del fagotto. Ha un tuono assai dolce, che s'accorda per lo più col tenore: il suo effetto riesce grande s'egli passi a vicenda dalla voce di basso a quella di tenore e di soprano. (Noi possiamo vantarci in Palermo, d'avere un sonatore di quest'istromento, che gareggiar può co' più celebri di tutta Europa. Egli è il Sig. Massettina, che ha formati molti bravi allievi, e che al suo gran talento e scienza musicale unisce una vera pietà e singolare modestia). La viola fa il contralto, e corrobora il basso della musica istromentale, il suo effetto non è dissimile da quello del violoncello, e fa la transizione ai violini. Il violino fa il soprano della musica strumentale; e un buon sonatore produce con esso un ottimo effetto. Nel Pianoforte tutto è melodia e armonia; se non ch'esige sempre un contrappuntista capace onde comunicargli quella maestà, che dee corrispondere a tutto quel grande e bellissimo effetto che può produrre. Quest'istromento è amico dell'uomo in qualsivoglia circostanza delle passioni umane, e la sua efficacia è riconosciuta. Il contrabbasso regge tutto il carico dell'armonia, parla con arditezza, e scuote fortemente nell'unisono col suo organo strepitoso, ec. Intorno al diverso gusto de' tedeschi e degli italiani: Abbiamo egli dice, nelle grandi città di Germania, quasi in ogni casa, quartetti, concerti ec.: perchè sì poca musica vocale? Io dubito esserne questo il motivo: 1.º perchè si manca in Germania di buoni poeti d'opera. 2.º perchè la lingua tedesca non è troppo favorevole. E però direi in Italia esservi più musica vocale che istromentale, perchè la lingua arride sommamente, e vi abbondano buoni poeti d'opera. I suoi cenni sul modo d'intendere una buona musica sono veramente di un ottimo amatore di quest'arte, e filosofo insieme, e possono leggersi con profitto.
Lingke (Giorgio-Federico), consigliere del re di Polonia, fecesi ricevere nel 1742 nella società di musica di Mitzler, alla quale presentò egli nel 1744, un quadro degli intervalli, che fu adottato dalla società. Nel 1766, pubblicò Die sætze, ec. cioè Teoremi degli assiomi musicali. Nel 1779 pubblicò in Lipsia una seconda opera: Kurze ec. cioè Istruzione di musica, nella quale si dà a conoscere l'affinità di tutte le scale de' tuoni, e i principj dell'armonia proprj a ciascuna di loro, con esempj. Lingke nel 1790 viveva a Weissenfels.
Linguet (Simone Nic. Arrigo), nato a Rheims nel 1736, scrittore rinomatissimo di più opere, dopo lunghi viaggi ed esilj, dopo infinite fatiche letterarie fu dal tribunale rivoluzionario condannato a morte a 27 giugno del 1794 in età di 58 anni, ch'egli soffrì con coraggio, per avere lodati ne' suoi scritti l'imperatore e il re d'Inghilterra. Delle sue opere non faremo menzione, che di quella che ha per titolo: Journal politique et littéraire depuis 1774 jusqu'en 1778, dove vi ha più articoli intorno alla musica, e dell'Histoire du siècle d'Alexandre, la cui prima edizione è d'Amsterdam in 8.º 1762. L'autore, benchè allora assai giovane, scelse quest'epoca interessante dello spirito umano per presentare da filosofo, da critico, da storico il governo, i costumi, gli usi, le arti degli antichi popoli dell'Asia e de' Greci: questo soggetto forma l'ultima parte dell'opera. Egli vi tratta eziandio dello stato della musica in quell'epoca: spiega gli effetti maravigliosi che le attribuiscono gli antichi, e particolarmente ciò che dissero dell'efficacia di essa per formare i costumi ed inspirare la virtù. Sostiene in oltre, che quest'arte tra le mani de' Greci giunse al più alto grado della perfezione, e merita di esser paragonata alla nostra, per il che vien egli immeritamente censurato in un giornale letterario di Berna del 1763.
Lippio, professore in Vittemberga, ove pubblicò nel 1610 Dissertatio de musicâ, che secondo il Lichtenthal merita di esser letta.
Lirou (Giov. Franc. Espic; cav. de), passionato amatore di poesia e di musica, nacque nel 1740. Egli pubblicò in Parigi nel 1785 un'opera col titolo Système de l'harmonie, in 8vo, che è piuttosto un problema, di cui dar ne pretende la soluzione. Quest'opera è molto oscura, anche per le persone dell'arte, quando se ne vogliono applicare i principj alla pratica. L'autore medesimo ne conveniva, e proponevasi di darne le necessarie spiegazioni per renderla chiara e facile, e nel tempo stesso di fondare una cattedra per ispiegarla a un certo numero d'allievi. Possiamo assicurare, dice M. Fayolle, che avendo ricevuto da lui alcune lezioni d'armonia, niuno certamente ragionava sulla musica con maggiore chiarezza, eleganza e precisione della sua: veniva ascoltato per ore intiere senza farci accorgere, e senza che se n'accorgesse egli stesso, che si affaticava alquanto. M. de Lirou, profondamente versato nella scienza dell'armonia, si era dato alla composizione: in società col cel. Piccini compose la musica di Diana ed Endimione, che fu eseguita con successo nel 1784; vi sono in oltre più scene liriche di cui ha fatto la musica e le parole, e de' canoni d'ogni specie. Egli è morto in Parigi di podagra nel 1806.
Locatelli (Pietro) da Bergamo; sin da fanciullo fu mandato in Roma, e prese lezioni di violino dal gran Corelli. Dopo aver molto viaggiato, ritirossi in Olanda, e stabilì un pubblico concerto in Amsterdam, egli impiegava il suo tempo nell'insegnare altrui la musica, e nel comporre. Alla sua morte quivi giunta nel 1764, la società degli amatori d'Amsterdam prese il lutto. Egli era un fecondissimo compositore, e un abile violinista, de' cui scritti la miglior parte ancor si studia e si loda, dice il conte di S. Raffaele; i lunghi e difficilissimi capricci, onde egli ha deformato i suoi concerti, intendendo però d'abbellirli, sono scogli famosi per mille naufragi. Sembra che in quest'opera abbia l'autore pensato a raunar tutto ciò che può screditar chi suona e nojar chi ascolta. Una difficoltà incalza l'altra, e un rompicollo s'accavalla a un rompicollo. Talchè per quanti s'ostinino a volerne venir a capo, tutti si trovan per via colle ali d'Icaro, e sul carro di Fetonte. E sarebbe pur bene che si smarrissero queste mattezze; affinchè la posterità stuonatrice, che certo sarà numerosa, non possa recare ai nostri nipoti la stessa insoffribil molestia, che ci recano i non puochi stuonatori presenti. Ben altro è il pregio delle dotte e bellissime sonate a solo di questo autore. Qui si trova la maschia ed esatta armonia, senza la stitichezza del gusto antico; qui l'impensate modulazioni senza stento e senza stravaganze; quì la novità delle idee, la sublimità de' concetti, la naturalezza del canto. Dall'ingegnosa Follia Corelliana attinse egli il pensier felicissimo delle sì varie e sì dilettevoli sue Variazioni; come altresì dai brevi Adagi del maestro apprese l'arte di distendere que' maestosi suoi Gravi, i quali benchè lunghissimi pur non annojano. Tanto è grandioso lo stile, flebile il canto, squisito l'artificio, con cui sono orditi e tessuti. Laonde a buona equità si può dare al Locatelli il vanto d'essere stato il più erudito e rinomato discepolo della scuola d'Arcangelo Corelli. (Letter. su l'Arte del suono).
Lock (Matthew), cantore della cattedrale d'Exeter, e buon compositore del sec. 17º, ha scritto le seguenti opere: Modern church music ec. cioè La moderna musica di chiesa; criticata e fermata ne' suoi progressi avanti il regno di S. M., 1666; An essay ec., cioè: Saggio su i progressi che ha fatti la musica con levar via la difficoltà delle diverse chiavi e con riunire sotto un carattere universale, ogni sorta di musica, ec. 1672.
Lockmann (John), della società d'Apollo che esisteva in Londra verso la medietà dello scorso secolo. Al suo dramma intitolato Rosalinda posto in musica dal maestro Smith nel 1740, precede un di lui Discorso sull'origine e i progressi dell'Opera e della Musica, in 4.º in lingua inglese, di cui può leggersene un estratto nella Biblioth. Britannique. Questo Discorso è scritto con giudizio, con erudizione e con gusto: noi non ne rapporteremo che un grazioso aneddoto, che Lockmann dice essergli stato narrato da Smith ocular testimonio. “Si tratta d'un piccione del colombajo di M. Lee del contado di Chesh. Aveva costui una figliuola, che sonava bene il cembalo. Il colombajo non era distante dall'appartamento, dov'era quell'istromento. Essa suonava diverse arie, e tra le altre quella di Spera si nell'Ottone di Hendel. Quest'era l'aria favorita del piccione: dachè la sentiva, volava dal colombajo alla finestra: quivi a suo modo esprimeva le più aggradevoli commozioni: ed al momento che più non si suonava la sua aria, volava altrove. Questo ghiribizzo dinotato per lo Spera si piacque tanto alla giovinetta musica, che non volle chiamar più con altro nome