Storia della Guerra della Independenza degli Stati Uniti di America, vol. 2. Botta Carlo

Storia della Guerra della Independenza degli Stati Uniti di America, vol. 2 - Botta Carlo


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fatto impeto, e corso alle spalle della battaglia e dell'ala diritta, si sarebbero queste trovate in grandissimo pericolo. Ma i provinciali non erano ancora arrivati al fine dei travaglj loro. La sola via di potersi ritirare, ch'era lasciata, si era per l'istmo della penisola di Charlestown, e gl'Inglesi avevano collocato una nave da guerra e due batterie galleggianti, dimodochè le palle lo rasentavano da una parte all'altra. Tuttavia riuscirono gli Americani fuori della penisola senza molto danno. Si fu al tempo della ritirata, che il dottor Warren ricevè la morte. Trovandosi i suoi, che piegavano, perseguitati aspramente dai vincitori, sprezzato ogni pericolo, si fermò solo avanti le file, sforzandosi di raccoglier le genti e d'incorarle col proprio esempio. Ei gridava loro, si ricordassero del motto scritto sulle insegne. Avevan esse da una parte queste parole: Appello al cielo; e dall'altra: Qui transtulit, sustinet. Il che voleva significare, che quella Provvidenza, la quale aveva i loro antenati condotti in mezzo a tanti pericoli in luogo di salvazione, quella stessa avrebbe eziandio dato favore ai discendenti loro. Un uffiziale del Re, vedutolo e conosciutolo, fattosi dare un archibuso da uno de' suoi, pose la mira al Warren, e lo ferì talmente, chi scrive nella testa, e chi nel petto, ch'ei cadde morto sul campo. Temettero gli Americani, che gl'Inglesi, usando la vittoria, uscissero dalla penisola ed assaltassero il principal alloggiamento, che si trovava in Cambridge. Ma si contentarono di pigliar possesso di Bunker's-hill, dove si fortificarono a fine di guardare l'entrata dell'istmo contro qualche nuovo tentativo del nemico. Avendo i provinciali il medesimo sospetto, affortificarono Prospect-hill, che sta alla bocca dell'istmo dalla parte della terra-ferma. Ma nè gli uni nè gli altri osarono tentare alcuna novità, i primi per la perdita di tanti soldati, gli altri per quella del campo di battaglia e della penisola. Perdettero i provinciali cinque pezzi d'artiglieria, con molti istrumenti da fortificare e non pochi arnesi da campo.

      Fu biasimato assai da alcuni il generale Howe per aver voluto assalir gli Americani, dando la batteria di fronte alle fortificazioni, ch'erano state fatte sul Breed's-hill, ed alla trincea, che si distendeva verso il mare dalla parte della riviera Mistica. Portarono opinione, che se avesse fatto sbarcare un buon polso di gente sull'istmo di Charlestown, il che gli poteva agevolmente venir fatto coll'ajuto delle navi da guerra e delle batterie galleggianti, avrebbe obbligato, senza che bisogno fosse di venirne ad un sanguinoso combattimento, i provinciali a ritirarsi dalla penisola. Imperciocchè in questo modo avrebbe loro mozzata la comunicazione col campo, che stava fuori della penisola; e per la parte del mare non potevano sperare di trovare rifugio, per esser questo signoreggiato dagl'Inglesi. Così si sarebbe ottenuto l'intento di piano e senza sangue. Dicesi, che Clinton ne abbia mosso il partito; ma non si ottenne. Tanto era il fondamento, che si faceva sul valore e la disciplina dei soldati inglesi, e sulla codardia degli Americani; delle quali cose, se la prima non era senza ragione, la seconda era del tutto vana, e più acciecamento di mente dinotava negl'Inglesi, che prudenza o sperienza de' tempi. Da questo primo errore ne fu grandemente confermato l'ardire degli Americani, debilitato l'esercito inglese, abbattuti gli animi dei soldati, e nacque forse la perdita finale dell'impresa.

      La possessione della penisola di Charlestown non giovò tanto ai reali, che loro non nuocesse molto più. L'esercito loro non era tanto abbondante di genti, che potesse senza molto disagio metter le poste nell'istesso tempo, e guardar la città di Boston e quella penisola. Le fatiche dei soldati si moltiplicarono a gran pezza. Dal che ne nacquero, essendo anche assai calda la stagione, moltissime e gravi malattie, le quali ed impedivano grandemente, e per le frequenti morti assottigliarono l'esercito. Al che si debbe aggiungere, che fra i feriti gran numero passavano di questa vita per causa degl'insoliti calori di quel clima, e della carestia dei viveri. Così, cavatone l'onore di aver acquistato il campo di battaglia, nissun frutto raccolsero i vincitori da questo fatto, che importasse alla somma della guerra; che anzi fu esso, e nella opinione dei popoli e nella propria, siccome pure pella forza dell'esercito, di molto detrimento. Per lo contrario nell'oste americana, abbondando i viveri d'ogni sorta, ed essendovi la gente avvezza al clima, la più parte dei feriti erano a guarigione condotti, e s'infiammarono viemaggiormente gli animi nel desiderio della vendetta, essendo, come suole avvenire, riscaldati i sangui dalla sparsione. Al che contribuì anche non poco l'incendio di Charlestown, che da una Terra fiorente e frequentissima di commercio, era un ammassamento di ceneri e di rovine diventata. Non potevano gli Americani riguardarla senza un grave disdegno, e non senza esecrare i soldati europei.

      Ma una perdita luttuosa dal canto loro fu quella del generale Warren. Egli era uno di quegli uomini, che più affezionati sono alla libertà, che alla vita; ed altrettanto nemico dell'ambizione e della rapacità, quanto amico alla libertà. Era di buona mente e di felice ingegno dotato, e bellissimo favellatore, sicchè nelle consulte private era riputato di ottimo giudizio, e nelle pubbliche aveva grande autorità presso i circostanti. Gli amici ed i nemici egualmente, conosciutolo fedele e dabbene in ogni cosa, gli avevano grandissima credenza. Avverso ai malvagi senza sdegno, propenso ai buoni senza adulazione; affabile, cortese ed alla mano con ognuno, fu da tutti, ed amato santamente, e riverito senza invidia. Quantunque anzi scarso, che no della persona, era però di gratissimo aspetto. La donna sua, che con isviscerato amore amava, e la quale con eguale affetto lo riconosceva, l'aveva, poco tempo prima da questa vita dipartendosi, lasciato vedovo e sconsolato; ed egli venendo meno in sì memorabil giorno, ed in sì grande uopo alla patria sua, lasciò orfani parecchj figliuoli ancora in età fanciullesca constituiti, dei quali però la ricordevol patria prese amorevole e diligente cura. Così mancò alla patria ed alla famiglia sua in sì grave frangente, e nella sua ancor verde età quest'uomo in pace ed in guerra eccellente; e noi, per quanto ciò fosse in facoltà nostra, seguendo l'instituto della storia, distributrice delle lodi ai buoni, e del biasimo ai tristi, non abbiam voluto questo altrettanto buono che valoroso Americano defraudare di quell'onorata ricordanza presso i posteri, che è alle sue virtù meritevolmente dovuta.

      L'impresa tentata dagl'Inglesi nel voler cacciar gli Americani dalla penisola di Charlestown diè sospetto a questi, che volessero dar la batteria a Roxbury, ed insignoritisi di quel luogo, aprirsi la via alla campagna. Indotti da questo timore i Provinciali con opera incessante, e molto studio vi si affortificarono vieppiù, con far nuovi puntoni qua e là alle trincee loro, e fornendogli copiosamente di artiglierie, le quali di fresco erano state condotte al campo. Il presidio abbondava in munizioni da guerra, e tentava con ispessi colpi d'artiglieria, massime con bombe, d'impedir gli Americani dall'opera loro. Questi ebbero alcuni morti e feriti. Parecchie case arsero in Roxbury. Ciò nonostante continuarono a lavorare con una costanza maravigliosa. Non si ristettero, finchè le fortificazioni non furono condotte a quella perfezione, che desideravano, e che poteva di sufficiente difesa servire contro gli assalti del nemico.

      I Bostoniani, veduti scacciati i loro non solo da Breed's-hill, ma eziandio da tutta la penisola, e temendo gl'incomodi di un assedio, che ogni cosa presagiva dover riuscir lungo, si accesero di nuovo desiderio di uscire dalla città, e di ritirarsi a luoghi addentro della provincia. Per la qual cosa gli uomini eletti della città furono dal generale Gage, pregandolo, permettesse le uscite, ed affermando, che giusta l'accordo fatto tutte le armi erano state dai cittadini portate e deposte in palazzo. Ma egli, volendo tutt'ora ritenergli, mandò un bando due giorni dopo il fatto di Breed's-hill, col quale dichiarò, che per molte e chiare pruove ei sapeva che numerose armi s'erano nascoste ne' luoghi più segreti delle case con sinistro disegno degli abitanti. Così gli rapportavano la cosa i leali, che, considerati il valore, e la rabbia dimostrati dai libertini in quella battaglia, temevano di qualche accidente, e non volevano lasciarsi uscir di mano gli ostaggi. Ma il vero si fu, che i più avevan portate e deposte le armi, quantunque alcuni serbate avessero in casa le migliori e le più care. Ma il generale inglese voleva bene, che gli altri serbassero la fede, ma non la voleva già serbar egli. Perciò rifiutò lungo spazio le permissioni d'uscita. Ma finalmente, crescendo dall'un canto la scarsità delle vettovaglie, e dall'altro scemando la speranza di poter rompere l'assedio, fu costretto a viva forza, per isgravarsi di molte bocche disutili, concederle; abbenchè si fosse di bel nuovo ostinato, a non voler permettere l'uscita agli arnesi e masserizie di coloro, che se ne andavano. Così spinto da una necessità concedeva quello che non poteva impedire, ed una condizione dura vi aggiungeva, altrettanto più da biasimarsi, quanto che era del tutto inutile, e nissun fine, che cattivo non fosse, partorir potesse. In tal guisa quegli uomini, che della temperanza e moderazione dell'animo si dispogliano, e che dandosi in preda alle incomposte passioni dispettano e s'adirano, pigliano spesso di quei partiti, i quali non che gli


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