Storia della Guerra della Independenza degli Stati Uniti di America, vol. 2. Botta Carlo
proposti si sono.
La strettezza dei viveri, alla quale si trovava ridotta la guernigione di Boston, faceva sì, ch'ella tentasse in ogni modo, andando alla busca qua e là sulle propinque marine, di procacciarsene. Quindi è che succedevano tra l'una parte e l'altra frequenti avvisaglie, nelle quali gli Americani acquistavano e maggior animo e maggiore sperienza; e gl'Inglesi più rabbia e maraviglia all'ardimento di quelli. I primi però avendo maggior perizia de' luoghi, e sapendo bene usar le occasioni, ne andavano per l'ordinario colla migliore, ora portando via i bestiami che rimanevano, ora abbruciando lo strame, ora incendiando le case, che potevano ai nemici servire di ricovero. Invano era, che stessero gl'Inglesi vigilanti col numeroso navilio loro; che i provinciali trapelavano ora in questa isola, ora in quella, e con improvvise fazioni gli opprimevano. Sulle coste parimente si facevano frequenti abboccamenti, andandovi gli uni per predare, e gli altri cercando d'impedirgli. Questa che riusciva meglio una ladronaia, che una guerra, non conduceva ad alcun fine, che potesse le cose inclinare più a questa parte, che a quella. Solo servì ad inasprir gli animi degli uomini, ed a fargli diventare da parziali, ch'erano, inviperiti ed irreconciliabili nemici.
Mentre in tale guisa si travagliava intorno e dentro di Boston, erasi il nuovo congresso nel mese di maggio raunato in Filadelfia. Se il primo aveva incominciato un'opera difficile, questo l'aveva a continuare. Nel che maggiori difficoltà doveva incontrare. In tempo di quello si temeva la guerra; ora essa era incominciata, e bisognava con ogni più grande sforzo esercitarla. Allora, siccome suol addivenire nel principio delle cose, erano riscaldati gli animi, e correvano con un certo naturale empito di per sè stessi alla meta; ora, quantunque fossero nei medesimi pensieri infiammatissimi, tuttavia vi era pericolo, non si raffreddassero, essendo a sì fatta vicenda soggetti i moti popolari, che sono più facili ad eccitarsi, che a mantenersi. Molti fra i leali, credendo che non si sarebbe venuto agli estremi casi, e che o le petizioni inviate in Inghilterra avrebbero piegato il governo al volere degli Americani, o che si sarebbero col tempo raffreddati gli animi loro, si erano sin qui contenuti nella quiete; ma era da temersi, che adesso, ch'era spenta ogni speranza di concordia, e che già non che imminente fosse, era rotta la guerra contro quel Re, al quale volevan essi rimaner fedeli, tumultuassero e si congiungessero colle forze reali contro gli autori della sedizione. Era medesimamente da dubitarsi, che molti fra i libertini, i quali avevano molta speranza nelle petizioni collocata, ora vedendo i vicini danni e gl'inevitabili pericoli, non si rimanessero. Tutto annunziava, che la contesa doveva esser lunga e perigliosa. Poco si poteva sperare, che una popolazione fino allora pacifica stata, ed occupata nelle arti dell'agricoltura e del commercio, potesse ora imparare ad un tratto quelle della guerra, ed in queste persistere lungo tempo. Si doveva temere, che ove fosse sbollito quel primo fervore, ricorrendo nelle menti loro le immagini della passata vita, si disbandassero, e fossero ridotti alla necessità di chiedere i patti. Perciò, non era impresa senza molte e gravi difficoltà al congresso, quella di fare provvisioni e di creare ordini, che bastanti fossero a mantener vivo il presente fervore, e fare che da questi nascessero gli effetti, che sulle prime dalla pubblica opinione nascevano. Nissuno non vede, quanti impedimenti si dovessero superare per ridurre una moltitudine tumultuaria e raunaticcia alla forma di un giusto e ben ordinato esercito; senza del quale invano si sarebbe sperato di pervenir a buon fine. Nè facil opera era quella d'impedire, che nei casi della futura guerra non ripullulassero quelle gelosie, che correvano tra una colonia e l'altra, e servissero di causa o di pretesto, perchè alcune di esse calassero agli accordi, e la impresa comune abbandonassero. Denaro, che potesse bastare agli usi della guerra, non si aveva in pronto a gran pezza; ed al difetto di questo principale nervo non si poteva sperare di rimediar per l'avvenire. Che anzi si doveva più ragionevolmente credere, che avesse a crescere per motivo dell'interrompimento, anzi della totale cessazione del commercio dal Parlamento britannico introdotta. Ma grandissima era poi la mancanza dell'armi e delle munizioni da guerra; non che non se ne avessero di nissuna sorta in pronto, ma quelle che si avevano, non erano di gran lunga a sì grand'uopo sufficienti. Si deve anche far considerazione, che è cosa molto dubbia, se i Capi americani sperassero di poter di per sè stessi resistere coll'armi in mano all'Inghilterra, e l'impresa a quel fine condurre, al quale tendevano. Si debb'anzi credere, che molto fondamento facessero sugli ajuti esterni, i quali però non potevano aspettare, se non dai principi dell'Europa, i quali, se propensi erano agli effetti della querela americana, non potevano non essere avversi alle cagioni sue, ed alle massime, sulle quali da parte dell'America ella era fondata. Era pur anche cosa molto evidente, che i principi non si sarebbero discoperti in favor degli Americani, ed i soccorsi concessi non avrebbero, se non quando essi mostrati si fossero gagliardi in sulle armi; che anzi non avessero con qualche bel fatto, che importasse alla somma della guerra, dato segni di valore, pruove di costanza, speranza di riuscita. Si accorgevano benissimo gli Americani, che indarno avrebbero sperato di trarre sul bel principio a parte della guerra i principi europei; e che i primi sforzi dovevano da sè stessi unicamente procedere, i quali, se infelici fossero stati, ogni speranza di soccorso esterno sarebbe diventata vana. La felicità dell'impresa era per l'appunto meno probabile, quando era più necessaria, non potendosi in poco corso di tempo fare tutte le provvisioni necessarie alla guerra. Da tutto questo si vede, quanto incerta dovesse riuscire la speranza dei soccorsi esterni. Il che doveva quegli ardenti spiriti dei Capi americani rintuzzare, ed una certa titubazione indurre nei consiglj loro. Un oggetto finalmente di sommo rilievo, che doveva la mente del congresso occupare, quello si era della condotta, che le vicine nazioni indiane fossero nella presente querela per tenere. Che queste stessero di mezzo, ovvero che seguissero questa o quell'altra parte era l'importanza, e quasi il fondamento di tutta l'impresa. Ma dovevano temere gli Americani, che gl'Inglesi maggior autorità esercitassero presso quelle nazioni. Imperciocchè esse coi doni e colla speranza della preda solo si possono tentare. Nelle quali cose gl'Inglesi molto gli avversarj loro avanzavano. Il predare poi potevano meglio sperare dal canto degl'Inglesi, presso i quali si riconosceva in quei principj stare al tutto la probabilità della vittoria, e dovendosi la guerra esercitare sul territorio americano. Era anche agl'Inglesi aperta la via per mezzo del Canadà per comunicare cogl'Indiani, i quali abitavano per lo più a riva i laghi a ridosso delle colonie, ed a fronte di quella provincia inglese. Importava anche moltissimo agli Americani, che procedessero giustificatamente, e soprattutto presso i popoli della Gran-Brettagna, e presso quei dell'America stessa, ch'erano o avversi, o titubanti, o tiepidi, i quali non potevano non esser grandemente alterati alle ostilità commesse. La qual giustificazione, se potevano non senza molta difficoltà intraprendere in rispetto alla battaglia di Lexington, ed a quella di Breed's-hill, nelle quali combattettero in propria difesa contro una soldatesca che gli assaltava, riusciva però assai malagevole in rispetto alle cose fatte sui confini del Canadà contro le Fortezze di Ticonderoga e di Crown-point, nelle quali essi furono gli assalitori. Non che questi ostili procedimenti non potessero escusazion trovare presso gli uomini intendenti degli affari di Stato, stantechè, poichè la guerra era rotta, era ben ragione, che gli Americani si sforzassero di nuocere piucchè potessero al nemico, e da' suoi assalti preservarsi. Ma presso l'universale dei popoli era questa una cosa, che aveva in sè molta disagevolezza. Eppure l'evidenza della onestà della causa che difendevano, era di grandissimo momento. Imperciocchè la forza loro tutta consisteva nell'opinione, e le armi stesse da questa dipendevano; mentrechè presso i governi dalla diuturnità del tempo confermati, e negli ordini loro bene constituiti, ragione o no che si abbia, i soldati prezzolati corrono alle battaglie, i popoli pagano le gravezze, le armi, le munizioni, le vettovaglie e tutti gli apparati della guerra sono in pronto, o si procacciano con facilità e con abbondanza. Ma il più grand'ostacolo, che avesse a superare il congresso, era quello della gelosia delle assemblee provinciali. Siccome tutte le province erano entrate nella lega e nella guerra, così questa si doveva con comuni consiglj amministrare, e tutte le mozioni del corpo politico dell'America dovevano ad un solo scopo inviarsi. Quest'era stata l'origine del congresso generale. Ma non poteva questi recarsi in mano il governo di tutte le parti della lega senza assumere una parte di quell'autorità, che alle assemblee provinciali si apparteneva; come sarebbe a dire quella di far le leve, di ordinar l'esercito, di eleggere i generali, che avessero in nome dell'America ad amministrare la guerra; quelle ancora d'impor gravezze e di crear biglietti di credito. Era da temersi, che se si conservava troppa autorità nelle assemblee provinciali, si amministrassero gli affari della lega con parziali consiglj; il che sarebbe stato di gravissimi danni cagione. Da un altro canto si aveva gran sospetto, che le medesime assemblee acconsentir non volessero al concedere l'autorità necessaria