Storia della Guerra della Independenza degli Stati Uniti di America, vol. 1. Botta Carlo

Storia della Guerra della Independenza degli Stati Uniti di America, vol. 1 - Botta Carlo


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collocati nell'America erano posti in dimenticanza, ed era frequente costume diventato, e gratissimo al popolo di leggere in sul libro delle angherie inglesi. Queste erano con vivi colori dimostrate dai caporioni alla gente, che concorreva ad udirgli, e di continuo esacerbati gli animi da somiglianti dicerìe. Le assemblee dei rappresentanti, e principalmente quelle di Massacciusset e della Virginia, mandarono istruzioni agli agenti in Londra, perchè usassero ogni industria, facessero ogni sforzo per impedire, che l'atto intenzionale non fosse in attual legge convertito; ed inoltre fecero le rappresentanze loro al Re ed alle due Camere del Parlamento; le quali tutte tendevano al medesimo fine, se non se che quelle di Massacciusset furono più delle altre vive e risentite. Era la provincia di Massacciusset particolarmente notata pel calore, col quale essa s'opponeva al nuovo ed insolito indirizzo, che da qualche tempo i ministri avevano dato alle cose americane. I coloni diventarono eziandio più risoluti, quando intesero, non essere nella presente contesa delle tasse a sè medesimi abbandonati, e specialmente in quella della marca; ma che nella metropoli stessa si trovavano molti personaggi o per sangue, o per dottrina, o per grado illustri, i quali o per propria persuasione, o per voglia di andare per le bocche degli uomini, o per ambizione di ottenere ad essere gli scambj dei ministri, andavano esclamando e dentro e fuori del Parlamento: «Questi non essere i modi consueti di procedere del governo inglese verso i suoi sudditi; esser questa una nuova tirannide, che, tollerata, passerà un dì dalle spiagge americane su quelle dell'Inghilterra; a' principj doversi ostare; i governi esser soliti nelle prosperità ad allungar le mani, ed a volersi maggior potere arrogare; far gran vista il governo inglese di volere imitargli nella presente prospera fortuna; perciò doversi stare a canna badata con esso; conoscersi le voglie e le arti delle tolte scozzesi, l'America essere il mezzo, o il saracino di piazza, l'Inghilterra il fine. E che bisogno s'ha di questi nuovi balzelli per proteggere e difendere l'America e le terre conquistate? Forse per tenere in freno i popoli indiani? Meglio ciò saper fare i coloni leggieri e spigliati che le fanterie inglesi grosse; essere i coloni di buon animo per difendersi da sè stessi, e per soccorrere all'uopo i presidj; del che ne diedero manifeste pruove molte volte. Nemico possente nel continente americano più non trovarsi; e che vani spauracchi sono questi mai di un nemico, che non appare da niun canto? E che necessità di voler tenere un esercito in America, al quale gli Americani abbiano a far le spese? Buoni frutti in verità aver già partorito quest'apparato militare! Gli animi inritrositi, cambiate la benevolenza in odio, la fedeltà in desiderio di cose nuove. Senza di queste inusitate soldatesche avere altre volte i Ministri, secondo che i tempi richiedevano, ottenuto pei modi consueti dalle colonie tutti quelli ajuti, che erano del caso. Dacchè esse sono state abili riputate a porger sussidj alla comune patria, ciò essersi ottenuto per via di requisizioni da parte della Corona indiritte per mezzo dei governatori alle varie assemblee. Continuisi l'istesso modo, ed avrannosi i medesimi sussidj senza scandali e senza pericolo di scisma. Ma volersi una obbedienza servile, per procedere poscia ad introdurre nel cuore stesso del Regno i modi stuardi. Di ciò essersene avuti manifesti indizj il dì, che Grenville venne fuori con quel suo modello di provvisione, pel quale si dovevano autorizzare gli uffiziali nelle colonie ad alloggiare i soldati nelle case dei privati; cosa immaginata appunto per ispaventare il popolo, per avvilirlo a lasciarsi cavalcare, ed alla disegnata tassa disporlo. Bene essersi levato tanto romore contro sì incomportabile enormità, che il ministro ne fu sgarato. Tosto aversi a procedere più oltre; perciò esser debito d'ogni buon cittadino di opporsi a questi primi tentativi».

      Ma i ministri non si lasciavano svolgere, o perchè così volessero i favoriti che stavano al di dietro, o per caparbietà propria, o perchè credevano, che, malgrado tante lustre e dimostrazioni in contrario, gli Americani se ne sarebbero contentati per la confusione, incertezza e pericoli che sarebbero in tutte le cose loro nati, se negli atti scambievoli del vivere civile non avessero fatto uso della carta marchiata, e perciò pagatone la gabella. Onde i ministri erano soliti a dire, questa avere ad essere una legge, la quale si metteva ad effetto da per sè stessa. I memoriali, le rimostranze, le petizioni, le risoluzioni delle province americane furono poste dall'un de' lati.

      Adunque la provvisione della carta marchiata fu sottoposta al Parlamento nella sua tornata del 1765, dove, se vi fu che dire e che fare, nissuno il domandi. Nissuno pensi nemmeno in qualunque altra occasione, o dei passati o dei presenti tempi, essersi dimostrata maggior forza, od acume d'ingegno, più passione, od amore o di parti, o del ben pubblico, o maggiore apparato di eloquenza, che in questa. Nè minore era la contenzione e la sospensione degli animi fuori, che dentro le mura di Westminster. E medesimamente tutta l'Europa, la quale si era molto sollevata a sì gran contesa, e massimamente le province ed i porti trafficanti stavano intentissimi a considerarne i progressi, ed a vederne il fine.

      Intanto nel Parlamento quelli, i quali si opponevano alla provvisione, si mostrarono molto vivi, e dopo di aver citate le autorità d'uomini celebratissimi nella scienza delle cose politiche, come per cagion d'esempio Locke, Selden, Harrington e Puffendorf, i quali stabilirono, il primo fondamento, e l'ultimo fine, che ogni governo si deve proporre, essere il bene della società, andando percorrendo la storia patria de' tempi andati, allegarono:

      Constare dalla magna carta, e da tutte le scritture di que' tempi in proposito delle imposizioni delle tasse a benefizio della Corona, e del mandare rappresentanti in Parlamento, siccome pure dallo statuto de' diritti, e da tutta la storia della costituzione inglese, che nissun suddito inglese può essere a tassazione soggetto, se non, come dicono essi, per comunem consensum parliamenti, che è quanto a dire, di sè medesimo, o dei suoi rappresentanti; e questo esser quel primo e generale diritto, che gli abitanti delle colonie, come sudditi inglesi, portarono seco, quando lasciarono la patria terra per andarsene in quelle lontane contrade; perciocchè non essere da credersi, che il diritto loro derivi dai diplomi, questi diplomi non ad altro oggetto essendo stati concessi, se non per regolare la forma esteriore della costituzione delle colonie; ma il grande ed interiore fondamento dalla costituzione loro, essere questo generale diritto del suddito inglese, il quale è il primo principio della libertà anglicana, cioè, nissuno poter essere tassato altro che da sè stesso e dai suoi rappresentanti.

      Le Contee palatine di Chester, di Durham e di Lancastro, e le marche di Cornovaglia non essere state tassate, se non nelle proprie assemblee o Parlamenti loro, fino a tanto che in varj tempi sono state partecipi fatte della rappresentazione nel Parlamento britannico.

      Il Clero sino a questi ultimi tempi, in cui venne ammesso alla rappresentazione generale, aver tassato sè stesso e conceduto al Re ciò che chiamano benevolenze, o sia doni gratuiti.

      Credere alcuni, distendendo oltre ogni limite l'autorità del Parlamento, che questo possa fare ogni cosa, ed abbia tutte le facoltà, ma ciò non esser vero; e quando esser lo potesse, non essere diritto secondo gli ordini della costituzione; imperciocchè vi sarebbe allora nel Parlamento, come in un sol uomo vi può essere, un potere arbitrario. Ma il fatto stare, molte cose non essere in podestà del Parlamento; questo, tra le altre cose, non poter diventare esecutivo, nè gli uffizj che appartengono alla Corona, distribuire; non potere della roba di alcuno disporre, salvi solo i casi delle chiudende, senza il suo proprio consentimento; non potere i Lordi porre divieto ad una provvisione di moneta vinta nei Comuni; nè i Comuni innalzarsi a Corte di giustizia; non potere il Parlamento d'Inghilterra tassare l'Irlanda.

      Avere i coloni un diritto nato con loro, come discendenti da sudditi inglesi, di non potere esser tassati da nissuno, fuorchè dai proprj rappresentanti; e ben lungi dall'essere rappresentati nel Parlamento della Gran-Brettagna, non essere in questo nemmeno virtualmente rappresentati, siccome i più minuti abitanti di essa Gran-Brettagna sono mediante l'intima unione, che a coloro gli lega, i quali vi sono attualmente rappresentati. E se il tassare (estendendo troppo oltre la massima delle rappresentazioni virtuali) quelle popolazioni, le quali di ben lungi soltanto potrebbero riputarsi essere virtualmente rappresentate, sarebbe cosa tirannica creduta, quanto maggiormente dovrebbe essa cosa e tirannica, e contraria agli ordini della costituzione estimarsi, il voler tassare coloro, che nè attualmente, nè in nissuna maniera virtualmente possono riputarsi rappresentati?

      Il popolo irlandese essere, molto meglio che i coloni, nel Parlamento rappresentato, stantechè moltissimi uomini dell'Inghilterra posseggono od occupano terre, od uffizj lucrativi, o credenziali in Irlanda, come pure i discendenti loro immediati fermatisi in essa; e stante ancora che molti nobili o gentiluomini irlandesi seggono nelle due Camere del Parlamento britannico


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