Storia della Guerra della Independenza degli Stati Uniti di America, vol. 1. Botta Carlo

Storia della Guerra della Independenza degli Stati Uniti di America, vol. 1 - Botta Carlo


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dimore loro in Inghilterra; ma ciò nonostante il Parlamento britannico non avere mai preteso avere alcun diritto di tassare il popolo d'Irlanda.

      I primi stabilitori delle colonie non solamente essere stati dalle persecuzioni cacciati fuori della patria loro ma di più avere questa abbandonata a proprio rischio, pericolo e spesa. Essendo in tal modo stati derelitti, per non dire di più, ogni vincolo tra di loro, fuori di quelli a tutto il genere umano comuni, essere stato disciolto, essi assoluti da ogni debito di obbedienza verso di quella, ed essa dispensata da ogni debito di protezione verso di loro; che se accettarono alcuni diplomi reali secondo l'occasione, ciò avere fatto per necessità; e siccome questa necessità non era di propria elezione, perciò questi diplomi non potere obbligargli, e se tuttavia i medesimi potessero in qualche cosa obbligargli, ciò essere solamente a quella fedeltà, che il Capo supremo del Regno ha diritto di pretendere indifferentemente da ogni qualunque suo suddito.

      Essere cosa assurdissima l'affermare, siano ancora gli Americani astretti a qualche soggezione verso il potere legislativo della Gran-Brettagna, il quale non ebbe bastante forza per difendergli e proteggergli contro le violenze dell'esecutivo; e più assurda ancora il dire, che il popolo della Gran-Brettagna possa sopra di quelli esercitare quei diritti, ai quali questo medesimo popolo afferma, si opporrebbe giustamente, se altri sopra di sè esercitare gli volesse.

      Avere il popolo inglese lungamente combattuto e versato molto sangue per ricoverare que' diritti, che si credeva, la Corona avere sopra di sè stesso usurpati; e come adesso poter volere, usando quella medesima usurpazione che aveva in altri condannata, esercitare questi diritti sopra altrui? E se nei diplomi conceduti agli Americani a tempo dell'emigrazione loro, e che eglino hanno per forza accettati, si stabiliva, non poter essi far leggi, avuto però riguardo alla differenza delle circostanze, le quali contrarie fossero a quelle dell'Inghilterra, ciò non avergli di vantaggio sottomessi al Parlamento d'Inghilterra, che se fosse stata in quei medesimi diplomi inserita la medesima condizione in rispetto alle leggi della Scozia, o di un'altra contrada qualsivoglia, ciò gli avrebbe al Parlamento di Scozia, ed alla suprema autorità di quest'altra contrada sottoposti, quando che questa avesse da' suoi statuti la facoltà di tassare sè medesima per la propria difesa e conservazione.

      Che qualunque stata sia l'assistenza prestata dal popolo della Gran-Brettagna verso quello delle colonie, essa dover essere stata prestata o per motivi di umanità e di fraterna affezione, o col pensiero di esserne, quandochè fosse, rimeritato; ma non mai a prezzo della libertà. Ed in ogni caso non potersi presumere, le colonie averla potuto accettare con tale condizione. Che se essa fu invece prestata per motivi di umanità e di fraterna affezione, siccome il popolo delle colonie non aveva mai dato luogo alla patria europea di dolersi di loro, così il medesimo farebbe per l'avvenire. E se essa fu concessa finalmente col pensiero di esserne una volta rimeritato, esserne pronti i coloni di venirne al ragguaglio, mettendo da una parte l'assistenza avuta da essa patria, e dall'altra i danni da sè medesimi sopportati, e gli utili avuti da quella per aver impedito, non vendessero ad altri le proprie robe a maggiori prezzi di quelli che vendevano a lei, e non comprassero da altri a minori prezzi di quelli che compravano da lei; e forsechè, considerata in tal modo la cosa, dicevano, l'Inghilterra non ne sarebbe in capitale.

      L'essersi i coloni sottomessi alle leggi fatte dal Parlamento inglese per l'interno governamento loro, non potere, come esempio contra di sè stessi, addursi più che la sottomissione degl'Inglesi medesimi agli ordini di un Errico, od alle violenze della Camera Stellata potrebbesi contr'essi citare, la tirannide di molti essendo altrettanto grave a sopportarsi, come quella di pochi, e la tirannide di pochi come quella di un solo.

      Che se la libertà si deve a coloro, i quali hanno gli animi nati e fatti per apprezzarla, e bastante coraggio per esporsi ad ogni pericolo e ad ogni fatica per acquistarla, essere i coloni americani più degni dei loro fratelli stessi della Gran-Brettagna di possederla; avere essi non solo alla nativa terra rinunziato tanto cara alle umane menti e tanto diletta, ed a tutte quelle dolcezze che in lei si trovano, ma ancora essersi volontariamente sottomessi alle fatiche ed agl'incomodi di un lunghissimo viaggio; e dopo di essere con prospera fortuna, ma con evidente pericolo scampati dal mare, avere su per quelle spiagge disabitate e barbare incontrato la fame, la quale avendo combattuta e vinta con infinita, e pazienza e pericolo, essere, quasi per un miracolo della divina provvidenza, dopo molto tempo, a questo stato, ed in questa presente prosperità cresciuti cotanto utile a coloro, dai quali eglino ebbero primamente l'origine.

      Che se nei primi anni dell'esistenza loro in America alcuni fra i coloni dimostrarono un umore inquieto e soggetto ad essere tenuto a freno, e fossero tutti esposti alle correrie dei vicini paesani, gente nemica e feroce, la qual condizione rendeva l'interposizione e l'assistenza del Parlamento britannico necessaria, essere ora a tale grado di maturità in fatto di civiltà e possanza pervenuti, che non abbiano più altrimenti di essa interposizione bisogno; e perciò, siccome sono cambiate le proporzioni che esistevano tra le due nazioni, così doversi anche cambiare i termini dell'antica congiunzione, e porne de' nuovi alla presente e rispettiva forza e costumi loro più consentanei.

      Le leggi penali promulgate dal Parlamento non avere forza, e non obbligare nelle colonie, se non se quando queste sono in esse leggi specificamente nominate. La qual cosa dimostra evidentemente, le leggi generali inglesi non abbracciare nell'azion loro le colonie americane, ma aver bisogno di leggi specifiche e particolari. Perciò stare queste colonie verso l'Inghilterra a un dipresso in quel medesimo rispetto, nel quale stanno negli ordini feudali d'Europa i Signori verso il Sovrano, protestando quelli a questo, e pretendendo questo sovra di quelli una obbedienza ed una autorità in certi limiti ristretta.

      Chiari esempj in confermazione di tutto ciò ritrovarsi nella storia delle colonie tanto antiche che moderne. Così i Cartaginesi, così i Greci ed altri popoli famosi dell'antichità avere ai coloni loro lasciata una grandissima larghezza di governo interiore, solo contentandosi ai benefizj commerciali che da quelle ne derivavano. Così i Barbari settentrionali, i quali afflissero l'Impero romano, aver portate seco le leggi loro, e nelle case de' vinti introdottole, non conservando che una ben tenue obbedienza e soggezione verso i Signori della patria loro. Così ne' tempi più vicini a noi la Casa d'Austria avere con le sue colonie dei Paesi Bassi adoperato, primachè queste si sottrassero dalla divozion sua intieramente. La qual cosa dovere gl'Inglesi tenere avvisati, e di ciò che hanno a fare in rispetto alle colonie loro, e di ciò che hanno a temere.

      Pagare le colonie assai tasse, se si considerano le restrizioni poste sul commercio loro; perciò non doversi altre gravezze imporre sugli Americani, ovvero restituirgli ad una intera libertà di commercio: poichè altrimenti sarebbero gravati doppiamente. La qual cosa sarebbe e ingiusta e tirannica da riputarsi.

      Da tutto questo non volersi pretendere, le colonie americane non dover andar soggette a certe gabelle esteriori da porsi per autorità del Parlamento ne' porti loro, o ad alcune altre restrizioni, alle quali, in virtù dell'atto di navigazione o di altre provvisioni, il commercio loro è stato sottomesso; imperciocchè elleno sono nella medesima condizione, che tutte le colonie, che appartengono agli altri potentati marittimi dell'Europa, i quali dal bel principio della fondazione delle colonie loro queste proibirono da ogni commercio colle nazioni forestiere. Qui volersi parlare solamente delle tasse interne da porsi sulla universalità del popolo; e mantenersi, prima che e' possa a somiglianti tasse essere sottoposto, dover essere rappresentato.

      E concedendo anche quello che si niega, che il Parlamento britannico abbia il diritto di far leggi obbligatorie per le colonie, e quello che è più, impor loro tasse senza il consentimento loro, esservi delle gagliarde opposizioni a farsi contro le gabelle ultimamente poste sopra di quelle, e troppo più ancora, e più forti contro a quella della marca, la quale fu testè girandolata dai ministri, e viene ora proposta in Parlamento. Poichè invece che queste gabelle di marca sono state a poco a poco, e gradatamente poste a' tempi andati sui popoli dell'Inghilterra, elleno hanno ora a cadere ad un tratto sopra le colonie, le quali, se non ne resteranno affogate, non vaglia; e se queste stesse gabelle sono state sì gravi riputate in Inghilterra, avuto riguardo alla gran varietà de' casi, ne' quali elleno debbono esser pagate, ed al gran numero delle ingorde multe, nelle quali anche le persone di miglior animo possono incorrere, doversi di necessità credere, avere a riuscire di molto maggior gravamento e pregiudizio nelle colonie, dove in generale il popolo non deve riputarsi così versato nelle materie di questa sorta, e molti eziandio


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