Storia della Guerra della Independenza degli Stati Uniti di America, vol. 3. Botta Carlo

Storia della Guerra della Independenza degli Stati Uniti di America, vol. 3 - Botta Carlo


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difficoltà una selva, si era celeremente condotto al luogo del pericolo. Frenò egli il nemico, e ristorò la fortuna della giornata, che già declinava. Ciò nonostante continuarono gli Americani l'assalto loro con molto valore, sicchè la notte sola pose fine al combattimento. I repubblicani si ritirarono. I reali pernottarono in armi sul campo di battaglia. Mancarono degli Americani tra morti e feriti da trecento a quattrocento. Tra i primi i colonnelli Adams e Coburn. Degl'Inglesi meglio di cinquecento. Morì fra gli altri il capitano Jones, uffiziale di artiglieria molto riputato.

      Pretendettero ambe le parti la vittoria. Gl'Inglesi acquistarono il campo di battaglia. Ma siccome l'intenzione degli Americani era di non andare, ma di stare, e quella degl'Inglesi di andare, e non di stare, e che inoltre era agli Americani un vincere il non esser vinti, ognuno può vedere, quale abbia raccolto maggior frutto dalla giornata. Da un altro canto gli Inglesi si persuasero non senza molta diminuzione dell'ardire e delle speranze loro, che avevano a fare con un nemico, il quale anche a viso scoperto sapeva, e poteva tenere loro il fermo.

      Il giorno seguente, vedendo Burgoyne che non poteva sperare di cacciar di forza il nemico dai luoghi forti ed affortificati, dove alloggiava, confidandosi forse, che il tempo potesse offerire qualche occasione di far maggior frutto, ed aspettando inoltre di dì in dì le novelle del generale Clinton, delle operazioni del quale egli era tutto al buio, si fermò, e pose il campo a gittata d'artiglieria dagli alloggiamenti americani. Faceva intanto fare sollecitamente grossi ripari, tanto sulla dritta, dond'era venuto il pericolo, quanto sulla sinistra per difender quelle praterìe vicine al fiume, dove aveva i suoi magazzini, e gli ospedali. Un reggimento d'Inglesi, i lanzi d'Hanau, ed alcuni leali furono fatti attendare nelle praterìe medesime per maggior sicurtà. Gates continuò ne' suoi alloggiamenti, affortificandovisi però molto studiosamente sulla sinistra.

      Colla miglior fortuna s'accrescevano parimente ogni giorno le forze del suo esercito per l'accozzamento di nuove genti sì stanziali, che cerne. Venne tra gli altri a congiungersi Lincoln con duemila di queste tra Massacciuttesi, Rodiani, Hampshiresi, e Connecticuttesi, tutti soldati buoni ed agguerriti. Usavano gl'Inglesi grandissima diligenza per evitar le sorprese; gli Americani per impedire gl'Inglesi non uscissero a foraggiare. Si facevano in questo mezzo tempo frequenti badalucchi.

      Intanto il generale britannico stava con grandissima impazienza aspettando le novelle della Nuova-Jork, e gli pareva mille anni di non riceverne. Finalmente il giorno venti gli pervenne una lettera dei dieci scrittagli in cifera da Clinton, colla quale questi lo avvisava, che verso il giorno venti del mese avrebbe con duemila uomini tentato il Forte Montgommery situato sulla destra riva dell'Hudson alle falde dei colli. Lo accontava nel medesimo tempo, che non poteva far di più, trovandosi molto debole; e che anzi, quando il nemico facesse qualche motivo verso le spiaggie della Nuova-Jork, sarebbe egli costretto di ritornarsene. Mandò tosto Burgoyne un uomo a posta, due uffiziali travestiti, e parecchie altre persone di credenza per differenti strade a Clinton, acciò lo informassero della condizione, in cui si trovava, lo avvisassero e pregassero, procedesse tostamente alla spedizione. Aggiungessero, che in rispetto alle vettovaglie poteva egli, e voleva bastare sino ai dodeci del presente ottobre. Ancorchè l'aiuto che prometteva Clinton, di troppo minor momento fosse, di quanto si era Burgoyne dato a credere dovesse essere, tuttavia sperava, che per l'assalto dato al Forte Montgommery, e pel timore che gl'Inglesi, preso questo, non si aprissero la via su pel fiume, avrebbe Gates, o mutati i suoi alloggiamenti, o mandato qualche grossa banda all'ingiù contro Clinton, e che nell'uno o nell'altro caso si sarebbe offerta la occasione di acquistare qualche vittoria, e perciò di arrivare in Albanìa. Abbenchè, se si consideri, di quanto fosse più gagliardo l'esercito di Gates di quello di Burgoyne, e che il primo nuove forze acquistava ogni dì, si potrà conoscere, quanto vana fosse l'aspettazione del generale inglese. Ei pare adunque, ch'esaminata la debolezza propria, quella di Clinton, e la prepotente forza di Gates avrebbe dovuto pensare a ritirarsi, seppure la ritirata era ancora in facoltà sua; imperciocchè il traversare il fiume, con un sì forte esercito nemico tanto vicino, sarebbe stata impresa troppo pericolosa; e qui si vede ancora, quanto improvvido sia stato il consiglio di averlo la prima volta varcato; conciossiachè da questa passata l'andata ed il ritorno diventarono del pari impossibili.

      Sul principiar d'ottobre Burgoyne trovandosi a molto stretti termini condotto, ed ogni giorno diventando più deboli le speranze del soccorso, stimò, fosse necessaria cosa il diminuire le provvisioni giornaliere dei soldati. La qual cosa, quantunque grave, sopportò con molta prontezza l'esercito. Le cose continuarono in questo stato sino ai sette d'ottobre, giorno, in cui avvicinatosi già a quattro o cinque di quello, oltre il quale non si sarebbe potuto durare, il generale inglese si determinò di voler far un motivo sulla sinistra del nemico, a fine di scoprire, se possibile fosse di passare, quando si volesse andar avanti, o di sloggiare l'inimico, quando si volesse dare indietro, o ad ogni modo di uscire alla busca per raggranellar provvisioni. Era forzato per necessità a tentare qualche partito notabile. Fece adunque un nodo di quindici centinaia di buoni soldati stanziali, ai quali comandava egli stesso accompagnato da Philipps, Reidesel e Frazer, capitani tutti di ottima mente e di egregio valore. Aveva con sè due cannoni da dodici libbre di palla, sei da sei, e due obici. La guardia del campo fu commessa sulla dritta verso i poggi ai brigadieri generali Hamilton e Specht, sulla sinistra verso il fiume al brigadiere Gall. Non potè Burgoyne uscire dagli alloggiamenti più grosso, trovandosi così vicino, e tanto superiore di forze l'inimico. Con questa schiera intendeva di cominciar la battaglia. Aveva poi ordinato, che mentre ella dava dentro, alcune compagnie di stracorridori indiani e leali, passando per tragetti, girassero sul fianco sinistro degli Americani, ed andassero a mostrarsi loro alle spalle. Già si era mossa la schiera, ed uscita dal campo, ita era porsi in ordinanza a tre quarti di miglio sulla sinistra del nemico, e faceva le viste di volersi far avanti, e di stendersi per passare oltre il sinistro fianco di lui. Ma Gates, che stava a riguardo, accortosi benissimo del disegno degl'Inglesi, pigliò tosto con molta avvedutezza il partito di dare un improvviso e gagliardo assalto alla sinistra punta della schiera suddetta, sperando in tal modo di separarla intieramente dal rimanente esercito, e di mozzarle la via agli alloggiamenti. Andarono gli Americani all'assalto con incredibile impeto; ma trovarono un duro incontro, perchè il maggior Ackland alla testa de' granatieri gli sostenne molto risolutamente. Gates, veduta la cosa, mandò spacciatamente nuovi rinforzi a' suoi, di maniera che potettero assaltar tutto ad un tempo anche il destro squadrone di quest'ala sinistra della schiera inglese, nel quale si trovavano i lanzi. Quindi è, che non fu fatto abilità al generale britannico di smuovere dal luogo loro, siccome desiderato avrebbe, una parte di questi lanzi per andarne a formare una seconda fila di riscossa dietro quella punta sinistra, che si trovava in maggiore pericolo. Sulla destra della schiera inglese non si combatteva peranco, allorquando i capitani britannici si accorsero, che il nemico con una grossa squadra girava sul loro fianco destro con intenzione manifesta di tagliar loro il ritorno agli alloggiamenti. Per render vano questo pericoloso disegno del generale americano, si ordinò ai fanti leggieri ed al vigesimo quarto, si arringassero, come schiera di riscossa, e per protegger la ritirata, dietro l'ala dritta. Nel mentre che questa mossa si eseguiva, sopravveniva furiando Arnold con tre reggimenti, ed assaltava da fronte quest'ala medesima. Nel medesimo tempo Gates mandava nuovi aiuti a coloro fra suoi, che combattevano contro la punta sinistra inglese. Quivi gl'Inglesi, tenuta un pezzo la puntaglia, finalmente si disordinarono, e voltarono in fuga. Si avviavano a corsa i fanti leggieri, ed il vigesimo quarto per fermar il corso della vittoria al nemico. S'incontrarono nei corridori americani, i quali già inondavano, e ne seguì una feroce mischia con morte di molti da ambe le parti. Morì in questo conflitto il generale Frazer, il quale per la scienza e pel valore teneva luogo fra i primi. In questo momento tutta la schiera inglese si trovava in grandissimo pericolo. Nè minore era quello che correvano gli alloggiamenti; imperciocchè il nemico gagliardo e vittorioso andava per assaltargli, dove, se giunto fosse prima della schiera che si ritirava, poca speranza si poteva avere di difendergli. Adunque Philipps e Reidesel, eseguendo gli ordini del capitano generale, raccolte il meglio, ed il più tosto che potettero, tutte quelle compagnie, che ancora combattuto non avevano, s'ingegnarono di proteggere la ritirata delle genti sconfitte, mentre Burgoyne coll'ala dritta perseguitato fieramente dall'Arnold si ritraeva a grande stento anch'esso verso gli alloggiamenti. Gli uni e gli altri, sebbene a fatica, vi arrivarono, ed entrarono dentro, lasciati però sul campo di battaglia molti morti e feriti, massimamente artiglieri, i quali in questa giornata fecero con non minor gloria loro, che danno dei nemici maravigliose


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