Fra Tommaso Campanella, Vol. 2. Amabile Luigi

Fra Tommaso Campanella, Vol. 2 - Amabile Luigi


Скачать книгу
lettere del 1606-1607, svolti di nuovo in sèguito nella Narrazione; laonde bene a ragione dicevamo trattarsi di un documento apologetico non dissimile da tutti gli altri che si conoscono, e da doversi apprezzare co' criterii medesimi co' quali i detti documenti vanno apprezzati.

      Nulla abbiamo poi a dire circa la ricomposizione del libro della Monarchia di Spagna; ci basterà solo far avvertire che essa venne eseguita realmente nel corso del processo dell'eresia, essendo rimasta sospesa la spedizione della causa della congiura, e continuando il Campanella a dimostrarsi pazzo.

      Ma non c'ingolferemo nel racconto del lungo processo dell'eresia, senza parlare de' premii che da un pezzo i denunzianti e i persecutori della congiura dimandavano, il Vicerè sollecitava, e il Governo di Madrid venne accordando mano mano e senza alcuna fretta. «Non era negotio questo da passar irremunerato; furono riconosciuti non solo dal Conte, ma anche da S. M.tà in molte maniere»: così scrisse il Capaccio vissuto a que' tempi, discorrendo di Fabio di Lauro e Gio. Battista Biblia132. Disgraziatamente i Registri Mercedum rimastici nell'Archivio di Stato, ne' quali insieme con le ricompense si sogliono trovare specificati i servigi, cominciano solo dall'anno 1606; ma altre categorie di scritture forniscono anche notizie di concessioni fatte a questi due sciagurati, ricordando il loro servigio speciale della scoperta della congiura. Per Fabio di Lauro, ne' Registri Sigillorum in data di aprile 1600, troviamo una grazia fatta a sei individui che avevano assassinato fra Maurizio Barracco, altra nostra conoscenza, sicuramente dietro la sua intercessione o «nominatione» come allora si diceva, «stante lo servitio fatto in scoprire la congiura tentata in Calabria, in deservitio de Dio et de sua M.tà» etc.133: ma troviamo pure in data del 3 gennaio 1602 e 3 aprile 1604 una licenza d'arme per lui con altri tre compagni, la qual cosa potrebbe indicare che era obbligato a guardarsi da qualche vendetta134. Per Gio. Battista Biblia poi, abbiamo veduto essergli stato ucciso il fratello Marco Antonio fin dal novembre o dicembre 1599: questo Marco Antonio, dapprima sostituto credenziere, era stato in sèguito nominato percettore della gabella della seta di Catanzaro, con privilegi notati per le esecutorie fin dall'ultimo di febbraio e 12 maggio 1595; ed ecco Gio. Battista Biblia succedergli in questo ufficio con privilegio notato per l'esecutoria il 16 dicembre 1600, ma naturalmente concesso alcuni mesi prima135. Oltracciò i Registri Privilegiorum ce lo mostrano con la data del 12 giugno 1602 insignito del titolo e grado di nobiltà, trasmissibili a' suoi discendenti: e in siffatta occasione troviamo menzionato «il singolare servizio» di avere partecipato al Sovrano «la congiura e perfidia di taluni della stessa città di Catanzaro»136. È del tutto verosimile che la medesima onorificenza, con qualche altra lauta carica, abbia avuta egualmente Fabio di Lauro, e lo confermerebbe il fatto, che alcuni anni dopo il Campanella, nelle sue lettere del 1606, parlò de' «revelanti falsi fatti cavalieri»; ma non ci è riuscito trovarne i documenti. Lo stesso ci è avvenuto per Gio. Geronimo Morano, pel quale le ricompense doverono essere certamente più laute: possiamo soltanto dire che egli non si mosse da Catanzaro e continuò a spadroneggiarvi, ma vi fu gravemente avversato dagli Spina. È certo poi che da Madrid, allorchè si trattava di pure lettere di complimenti, queste non si facevano troppo attendere, ma allorchè si trattava di ricompense sode, queste venivano con comodo e dopo maturi consigli. E p. es. il Principe della Roccella non tardò ad avere, in data de' 27 aprile 1600, una lettera del Re, pubblicata dall'Adimari nella Storia della famiglia Carafa e ripubblicata dal Baldacchini, con la quale Filippo III diceva che avrebbe nelle occasioni tenuto presente l'avviso avuto dal Vicerè «de la promptitud con que acudistes à la defensa de las cosas de Calabria, en la ocasion dela venida dela Armada Turquesca el año passado, y el cuydado con que os empleastes en atajar la coniuracion que algunos tratavan en aquella Provincia». Ma, utilitario qual era, il Principe si fece anche cedere dal Conte di Condeianni D. Gio. Battista Marullo le difese di Bianco e Condeianni involte in una grossa vertenza col Fisco, e iniziò una favorevole transazione su questo capo, inoltre chiese un comando di gente d'arme (titolo di alto onore, con buon soldo, senza obbligo di servizio); scorse allora molto tempo, ma infine ottenne, oltre la transazione desiderata, un posto di Consigliere del Collaterale, con la promessa che dandosi l'occasione sarebbe stato tenuto presente pel posto di Capitano di gente d'arme137. Quanto a Carlo Spinelli, fatta una dimanda formale, con l'esposizione di tutti i suoi meriti, e tra gli altri quello della diligenza e premura usata «en acquietar y guardar la provincia de Calabria dela armada del Turco y alboroto que alli occurrìo el año passado», onde sollecitava o la proprietà del comando della cavalleria che teneva interinalmente, o l'aumento della pensione di. D.ti 400 che godeva, sempre con la facoltà della trasmissione a vita a un suo nipote, dovè attendere che il Vicerè e il Consiglio Collaterale dessero il loro parere sulla dimanda. I lettori troveranno ne' Documenti da noi raccolti la lettera Regia con la quale veniva ordinato l'invio di tale parere138; ed aggiungiamo che non prima del 4 settembre 1601 fu accordato allo Spinelli il posto di Capitano della cavalleria pesante, «avendo per aggiunto con futura successione D. Scipione Sanseverino Marchese di S. Donato suo pronipote da sorella» che egli nominò139; così questo giovane cavaliere, Marchese dal 1598 e subito promosso Duca il 20 settembre 1602, favorito dallo zio Spinelli e dal padrigno Reggente Costanzo, divenne sempreppiù scapestrato e prepotente, nè a caso parliamo di lui, dovendo incontrare anche la sua sorella nel corso di questa narrazione. Maggior tempo ancora dovè attendere D. Carlo Ruffo, per vedere accolte le dimande fatte: abbiamo intorno a lui solamente il Privilegio col quale gli si concede la dignità e il grado di Duca di Bagnara, con la circostanza dell'averlo dimandato; esso è in data del 19 gennaio 1603140. Come si vede, D. Carlo saltò da Barone a Duca, pe' meriti suoi, di tutta la sua famiglia e de' maggiori, secondo l'espressione del Privilegio; e il Campanella fu pur troppo la causa principale di tante grandezze.

      Naturalmente non venne dimenticato lo Xarava e neanche fra Cornelio. Documenti rinvenuti nell'Archivio di Napoli ci mostrano che il Conte di Lemos propose immediatamente lo Xarava al posto di Consigliere del Sacro Regio Consiglio di Capuana, non appena vi fu una vacanza per la morte di D. Alonso Ximenes; ma in Madrid si affacciarono dubbî sulla sua capacità, integrità e prudenza, il Re volle esserne bene informato, e per quella volta fu nominato Consigliere il Ruiz de Baldevieto, del quale accadrà pure di dover parlare in sèguito141. Nel frattempo vacò un altro posto di Consigliere per la morte di D. Francisco Bermudez de Castro, e l'ebbe l'Avvocato De Leonardis, stato già promosso a Fiscale della Vicaria; ne vacò poi un terzo pel passaggio di D. Pietro De Vera a Presidente, ed allora lo Xarava, recatosi personalmente a Madrid, potè essere nominato Consigliere, ma ciò avvenne non prima del 14 aprile 1603142. Vedremo che al nuovo ufficio agevolò ancora la via un altro avvenimento, che eccitò sempre più a' rigori verso i frati incriminati, a' quali rigori lo Xarava si offrì in un modo perfino strano: per ora aggiungiamo che tanto più tardi, nel 1615, ottenne ancora una pensione annua di D.i 300, e sempre venendo annoverati tra' meriti i servigi resi in Calabria da Avvocato fiscale143. Quanto a fra Cornelio, anch'egli dovè aspettare, ma impaziente qual era, d'accordo col Vicerè e con le commendatizie di Carlo Spinelli, nel marzo 1601 si recò a Madrid, e vedremo che subito fra Dionisio lo fece conoscere a Roma, essendosi ritenuto che avesse intrapreso tale viaggio per dar notizia al Governo dell'andamento del processo dell'eresia già in corso, nel quale si trovava a ridire sul conto suo, e sul conto di fra Marco da Marcianise come di tutti coloro i quali aveano tenuto mano o a perseguitare o a giudicare i frati; se non che, oltre questo scopo, dovè esservi anche l'altro di sollecitare almeno una pensione, ed è certo che finì per ottenerla. Lo abbiamo desunto da due documenti raccolti tra diversi altri nell'Archivio di Torino, essendo stato fra Cornelio il protagonista di un incidente che avvenne parecchi anni dopo e che accenneremo in breve. Trovavasi Vicerè di Napoli il 2 °Conte di Lemos, e fra Cornelio era ben veduto da lui: con lettere commendatizie del Card.l Aldobrandini, e con un atteggiamento di suddito fedele a casa Savoia, progettò un matrimonio tra il Re di Spagna e Maria di Savoia terzogenita del Duca Carlo


Скачать книгу

<p>132</p>

Ved. Capaccio, Il Forastiero, Nap. 1634, pag. 503.

<p>133</p>

Ved. Doc. 229 pag. 120. Il poter «nominare» delinquenti, per farli indultare, era uno de' diversi modi di compensi pro meritis: nel caso del Lauro la nominazione fatta non è espressa, ma s'intende, mentre in altri casi è espressa. Ne citiamo uno relativo ad un soggetto del quale anche si è parlato in questa narrazione: «a 17 de marzo 1594 indulto et gratia facta à Prospero morales de peczolo per l'homicidio commesso in persona de mutio costantino stante lo servitio facto per battista de amicis d'havere dato in mano dela corte Marco sciarra e nominatione facta in persona de decto prospero». Ma generalmente era questa una delle concessioni minori, che si accompagnavano ad altre di maggiore entità.

<p>134</p>

Ved. i Reg. Sigillorum vol. 40 e 42. – 1.o «3 Gennaro 1602. Licentia de arme in persona de Fabio de Lauro, pietro de lauro, mauritio spina et ferrante de lauro». – 2.o «3 de aprile 1604. Licentia de arme in persona de fabio de lauro, pietro de lauro, mutio spina (sic) et ferrante de lauro».

<p>135</p>

Ved. i Reg. Sigillorum vol. 31 (an. 1595) e vol. 37 (an. 1600); in quest'ultimo si legge: «A dì 16 xbro, Privilegio del off.o di perceptore della seta della città di Catanzaro in persona de Gio. Battista Biblia».

<p>136</p>

Ved. Doc. 231, pag. 120.

<p>137</p>

Ved. i Reg. Litterarum S. M.tis vol. 12, (an. 1602-1610) fol. 545. Re Filippo dice al Vicerè che approva la transazione proposta dal Principe, ed aggiunge: «y por obligar le mas, he tenido por bien de le honrrar y hazer merced de una plaça del Conseio Collateral de que se le embiara su Titulo como se lo dereis de mi parte, y que en lo de la Compania de gente de armas que pide, en las ocasiones que se offroscieren se tenra con su persona y meritos la cuenta que es razon para hazer le la merced que huviere lugar». La lettera è in data del 12 luglio 1606.

<p>138</p>

Ved. Doc. 232, pag. 121.

<p>139</p>

Ved. i Reg. Privilegiorum vol. 125 (an. 1602) fol. 13. t.o; e confr. i Reg. Officiorum Suae Maj.tis vol. 1.o fol. 202.

<p>140</p>

Reg. Privilegiorum vol. 123 (an. 1602-1603) fol. 128.

<p>141</p>

Ved. Doc. 233, pag. 122.

<p>142</p>

Ved. Doc. 235, pag. 123. Il suo viaggio a Madrid è ricordato in una delle sue lettere al Gran Duca di Toscana, che abbiamo già citata altrove; ved. vol. 1.o pag. 127 in nota.

<p>143</p>

Ved. i Reg. Mercedum, vol. 2o, fol. 203. La pensione dicesi data pe' «multa grataque obsequia… per spacium triginta quatuor annorum singulari fide, vigilantia et integritate tam in dicto Consilio quam in officio Advocati fiscalis nostri Provintiae Calabriae ac interim in rebus magni ponderis nobis praestita».