Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 3. Edward Gibbon
si richiedono, come una prova di santità e di martirio le Lettere R. M., una caraffa piena di liquor rosso, che si crede sangue o la figura di una palma. I due primi segni però son di piccolo peso, e quanto all'ultimo si osserva da' Critici 1. che quella che si dice figura d'una palma, è forse un cipresso o anche puramente un punto, o un intrecciamento di punteggiatura usato nelle iscrizioni sepolcrali; 2. che la palma era il simbolo della vittoria fra' Pagani; 3. che fra' Cristiani serviva come d'emblema non solo del martirio, ma anche di una gloriosa risurrezione in genere. Vedi la lettera del P. Mabillon sul culto de' Santi ignoti, ed il Muratori sopra le Antichità Italiane (
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Per dare un saggio di queste leggende, ci contenteremo de' diecimila soldati Cristiani fatti crocifiggere in un giorno da Traiano o da Adriano sul monte Ararat. Vedi Baronio
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Vedi Dionisio
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Le lettere di Cipriano somministrano una molto curiosa ed original pittura sì di esso che de' suoi tempi. Vedansi parimente le due vite di Cipriano, scritte con ugual esattezza quantunque con mire assai differenti, l'una da Le Clerc (
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Vedasi la civile ma severa lettera del Clero di Roma al Vescovo di Cartagine (
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Specialmente quello di Dionisio di Alessandria, e di Gregorio Taumaturgo di Neocesarea. Vedi Euseb. (
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Vedi Cipriano,
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Abbiamo una vita originale di Cipriano fatta dal Diacono Ponzio, compagno del suo esilio e spettatore della sua morte; e possediamo ancora gli antichi Atti Proconsolari del suo martirio. Questi due documenti son coerenti fra loro e probabili; e quel ch'è più osservabile, sono spogliati di qualunque circostanza maravigliosa.
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Potrebbe parere, che questi fosser ordini circolari mandati a tutti i Governatori nel medesimo tempo. Dionisio (
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Vedi Plinio,
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Vedi Cipriano (
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Nell'atto della sua conversione aveva egli venduto quei giardini per benefizio de' poveri. La bontà di Dio (probabilissimamente la liberalità di alcuni amici Cristiani) li restituì a Cipriano. Vedi Ponzio c. 15.
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Quando Cipriano un anno avanti era stato mandato in esilio, sognò che sarebbe stato posto a morte nel seguente giorno. L'evento fece spiegare quella parola come indicante un anno. Vedi Ponzio. c. 12.
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Ponzio (c. 15) confessa che Cipriano, col quale cenò egli stesso, passò la notte
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Vedasi negli Atti c. 4, ed appresso Ponzio c. 17, la sentenza originale. Quest'ultimo l'esprima in un modo oratorio.
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Vedi Ponzio c. 19. Al Tillemont (
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Qualunque sia l'opinione che possiamo avere del carattere o de' principj di Tommaso Becket, bisogna confessare ch'egli soffrì la morte con una costanza non indegna de' primitivi Martiri. Vedi Lord Lyttelton
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Vedasi particolarmente il trattato di Cipriano
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Vedi Cipriano
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Vedi
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L'Istoria di Polieuto, sulla quale Cornelio ha formato una bellissima tragedia, è uno de' più celebri, quantunque non de' più autentici esempi di questo eccessivo zelo. Noi dobbiam osservare, che il canone 60 del Concilio d'Elvira nega il titolo di martiri a quelli che si esponevano alla morte col pubblicamente distruggere gl'Idoli.
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Vedi Epitteto
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Vedi l'epistola della Chiesa di Smirne
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Nella seconda Apologia di Giustino si trova un esempio speciale e molto curioso di questa legal dilazione. Il medesimo fu concesso a' Cristiani accusati nella persecuzione di Decio; e Cipriano (
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Tertulliano risguarda la fuga dalla persecuzione come un'imperfetta, sebbene assai colpevole, apostasia, come un empio tentativo di eludere la volontà di Dio ec. Egli ha scritto un trattato su tal proposito (Vedi
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