Cose Pericolose. Amy Blankenship

Cose Pericolose - Amy Blankenship


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pavimento di marmo del suo studio. Si passò una mano tra i capelli scuri per la frustrazione e la rabbia. Sapeva di aver perso le staffe quando aveva ucciso Arthur, e adesso aveva anche perso la scusa per legare Jewel a sé come sua compagna...ma questo non lo avrebbe fermato.

      Avrebbe voluto che la situazione rimanesse tranquilla...ma quando Arthur aveva nominato il padre di Anthony, il lupo mannaro in lui prese il sopravvento. Adesso sarebbe stato costretto ad usare un altro tipo di coercizione sulla sua sposa in fuga. L’unico problema era che doveva prima trovarla.

      Qualcuno bussò alla porta ed Anthony smise di camminare facendo placare i capelli e gli indumenti. Lui era l’alfa, e ciò richiedeva una certa dose di decoro.

      â€œAvanti.” esclamò con voce fredda.

      La porta si aprì e uno dei suoi lupi entrò, chiudendo la porta dietro di sé.

      â€œCos’hai trovato?” chiese Anthony.

      Il membro del branco sembrava molto nervoso e si schiarì la voce. “Sono rimasto nascosto come hai ordinato, per vedere se il sacerdote tornasse in chiesa. Non ero lì da molto quando si è scatenato l’inferno nella chiesa e nel cimitero sul retro. Le persone correvano a destra e a sinistra, la maggior parte di esse sbucava dal nulla.” Fece una pausa e deglutì nervosamente prima di aggiungere “Allora ho notato che Jewel era con loro.”

      â€œE allora dov’è?” chiese Anthony, accorciando la distanza tra loro con rapidi passi. “Perché non l’hai portata con te?”

      Il lupo indietreggiò con il panico negli occhi, consapevole che dare cattive notizie al loro alfa non era mai piacevole. “Non ho potuto.” Lui tremava.

      La mano di Anthony scattò bruscamente e afferrò il subordinato per la gola, sollevandolo in aria. “Sei un lupo mannaro. Perché non l’hai presa?”

      â€œEra circondata da mannari...erano troppi.” spiegò il lupo, sollevando le mani per cercare di alleviare la pressione intorno alla gola.

      La mano di Anthony si strinse e gli occhi divennero di un colore dorato spaventoso. Alla fine suo fratello era tornato dall’Italia, ne era sicuro. “Ti ho insegnato o no a combattere da solo con un altro branco? Mio fratello non sarebbe stato al tuo livello.” Era una bugia. Il lupo sarebbe finito da qualche parte in un fosso se avesse osato combattere con Andreas Valachi.

      â€œNn-non erano ll-lupi.” Il lupo balbettava mentre cercava di respirare.

      Anthony rivolse la propria attenzione all’uomo che stava strangolando e ritrasse la mano, visto che l’aveva quasi ucciso. “Chi erano?” chiese con una furia repressa a stento nella voce.

      Il lupo era inginocchiato sul pavimento cercando di riprendere fiato. Si resse sulle mani e le ginocchia prima di poggiare la fronte sul freddo pavimento di marmo. Scoprì la propria nuca, mostrando sottomissione al suo superiore e augurandosi di scappare appena possibile.

      â€œFelini... Ho sentito odore di felini.” disse dopo alcuni secondi. “Puma e giaguari... erano in tanti.” Alzò la testa e vide gli occhi di Anthony stringersi minacciosamente. Rapidamente aggiunse “C’era un puma che la seguiva ad ogni passo. Il luogo anche pieno di vampiri. Parte della chiesa è esplosa, poi è arrivata un’auto della polizia.”

      Anthony se ne stava lì a cercare di dominare la propria rabbia crescente. Tuttavia, più se ne stava lì, più si incazzava. Il suo piano per recuperare la sua compagna fuggitiva era andato storto più volte per le sue azioni o per quelle dei suoi subordinati incapaci.

      Fece segno alle sue guardie personali più vicine. “Portatelo giù nei sotterranei dove potrà meditare sul proprio fallimento.”

      Il lupo si inginocchiò con un’espressione supplicante sul viso. Aveva sentito storie sui sotterranei e su cosa contenessero. Alcuni licantropi sopravvissuti alla tortura avevano ancora le cicatrici sul corpo per dimostrarlo. Mormorava pietosamente quando fu preso per le braccia dalle guardie e fu messo in piedi.

      Le guardie non lo guardavano in faccia né dicevano niente di confortante o denigratorio. Se avessero fatto a modo loro, lo avrebbero lasciato scappare. Per loro, la signorina Jewel aveva tutte le ragioni per allontanarsi dal loro alfa. Era infelice e, nonostante i migliori tentativi di Anthony, non l’avrebbe mai amato. Vivere così, sfruttando la disgrazia altrui, non era nello stile di vita dei lupi...ma della mafia.

      Un tempo, proteggevano l’umanità dal male che minacciava di impadronirsi del mondo. Adesso, ad eccezione di alcune tribù situate negli Stati Uniti e all’estero, loro erano i cattivi. Non c’era da meravigliarsi che gli umani realizzassero film in cui li raffiguravano come cani rabbiosi portatori di morte e distruzione.

      Anthony seguì le sue guardie fino ai sotterranei e sorrise quando il giovane lupo mannaro piagnucolò a bassa voce. I sotterranei della villa erano stati trasformati in una grande camera di tortura che si estendeva per parecchi metri quadrati. Le catene pendevano dalla parete opposta con le manette attaccate all’estremità per tenere qualcuno in piedi contro la fredda parete di pietra.

      A destra c’era un tavolo pieno di fruste e frustini di varie dimensioni. Da un calderone sul fuoco che bruciava fuoriuscivano alcuni ferri per marchiare a fuoco, che Anthony aveva usato raramente. Infine, sulla parete proprio di fronte a questa, c’erano una serie di celle con alcuni occupanti.

      Alcuni licantropi si mossero tra le ombre, preparando altri strumenti per un ospite speciale che Anthony aveva avuto la fortuna di catturare un paio di settimane prima. Essi si fermarono e guardarono incuriositi quando il loro alfa entrò nella camera con le sue guardie e un nuovo lupo da punire.

      Anthony rimase indietro mentre le sue guardie ammanettarono il lupo alla parete e poi furono subito allontanate quando ebbero finito.

      â€œCosa vuole che facciamo, signor Anthony?” chiese il licantropo più anziano.

      â€œVoglio che tu sia sicuro di dargli una lezione, Boris.” rispose Anthony. “Non mi ha riportato la mia sposa e deve imparare che il fallimento non è tollerato.”

      Boris guardò il ragazzo e sospirò dentro di sé. “È solo un ragazzo.”

      â€œAllora imparerà in fretta.” La voce di Anthony era priva di emozione.

      Boris sollevò una mano segnata e fece cenno ad altri due licantropi. Essi si avvicinarono e strapparono il retro della camicia del giovane lupo. Boris sollevò una delle fruste, il ‘gatto a nove code’, e la schioccò in aria. Il lupo ammanettato sussultò, facendo sorridere Anthony.

      Boris si posizionò circa due metri dietro il giovane e schioccò la frusta in avanti. Il giovane lupo urlò al colpo della frusta sulla propria schiena. Le urla continuavano mentre Boris continuava a colpire la pelle che prima era intatta. Alla fine si fermò e un altro lupo mannaro si fece avanti con una grande ciotola di sale. Altre grida agonizzanti seguirono quando il sale fu gettato sulle ferite sanguinanti.

      Il giovane lupo si abbandonò contro il muro credendo che la tortura fosse finita, solo per urlare di nuovo quando i colpi ripresero...solo che questa volta si unirono altre due fruste.

      Anthony alzò la mano destra in modo da poterlo vedere meglio e si accigliò quando vide che avrebbe dovuto tagliarsi le unghie. Alzando le spalle, si allontanò dal pestaggio e si avvicinò alla cella più lontana all’estremità opposta del seminterrato. Sul suo volto apparve un sorriso quando le catene pesanti sferragliarono.

      L’uomo all’interno si alzò improvvisamente in piedi e si dimenava contro le catene cercando di raggiungere Anthony.

      Il cattivo umore di Anthony svanì improvvisamente vedendo l’orgoglioso maschio lì dentro. Il suo sorriso si allargò mentre pensava ad un modo per riportare


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