Una Linea Sottile. Oreste Maria Petrillo

Una Linea Sottile - Oreste Maria Petrillo


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e non priva di soddisfazioni. Alvarado progrediva anno dopo anno, anche se la medicina miracolosa non era ancora arrivata. Insomma, tutto procedeva per il meglio, fino a quando, stando a quanto dice il gigante farmaceutico, Alvarado ha raccolto armi e bagagli ed è volato a sud della Manica lasciando come lettera di dimissioni un dito medio alzato.

      Naturalmente, il colosso della salute aveva vincolato sotto un contratto di ferro qualsiasi scoperta o prodotto finito che il caro Alvarado avesse tirato fuori dal suo vulcanico cervello, quindi riteneva che la perdita del capo della ricerca fosse un problema in qualche modo arginabile e non si era preoccupato più di tanto delle sue sorti. O almeno questo era successo prima che qualche topo di laboratorio della Dreddson aprisse pagina 47 del British Medical Journal e scoprisse con orrore che la Salus S.p.A., società farmaceutica operante principalmente in Italia, con sede legale a Napoli, stava per presentare al consesso medico – scientifico italiano una cura rivoluzionaria per il cancro metastatico intestinale.

      Quello che sorprese di più la Dreddson, non fu tanto la notizia in sé, quanto il nome del dottore cui la Salus aveva affidato la ricerca. A quanto pareva Alvarado aveva cambiato nazione ma non la professione.

      <<E questa è, in breve, la ragione per cui la Dreddson si è rivolta a noi>>, dice Richard prima di scolarsi l’ultimo sorso del suo schifoso caffè. Accavallo lentamente le gambe e prendo un bel respiro.

      <<Fammi indovinare. Dobbiamo impedire a quel farmaco di uscire sul mercato nel caso venisse approvato dalle autorità italiane>>.

      <<In buona sostanza, sì. La Dreddson ha motivo di credere che Alvarado abbia ultimato il suo farmaco grazie ai risultati scientifici ricavati dal suo lavoro con loro e li abbia usati per terminare la sua ricerca con la Salus. Ma poiché quei risultati facevano capo ad un contratto vincolante…>>

      <<...sono in automatico coperti dal segreto industriale>>, termino io. Smithson annuisce.

      <<Esatto>>. Mi gratto la guancia distrattamente beneficiandolo di una smorfia repressa.

      <<Potevano chiederci di aprire le acque del Mar rosso già che c’erano>>.

      <<Il mio pivello preferito ha qualche perplessità?>>, scimmiotta.

      <<Più di una a dire il vero>>.

      Richard posa il bicchiere ormai vuoto e congiunge la mani.

      <<Spara>>

      <<Innanzitutto ci vorrà del tempo. Non basterà andare dalla Salus e chiedere di fermare le macchine. Normalmente basterebbe far valere il diritto di brevetto, ma dato che io sono qui, vuol dire che la Dreddson non ha il brevetto su tutto il procedimento clinico. Dico bene?>>. Smithson sorride.

      <<Benissimo>>, risponde.

      <<Quindi ciò vuol dire che dovremmo aspettare che il Ministero della Sanità dia il suo consenso alla commercializzazione, chiedere un estratto del processo clinico operato da Alvarado e dimostrare che esso ricopia fondamentalmente quello brevettato dalla Dreddson. Sto andando bene?>>

      <<Magnificamente>>, dice dondolandosi sulla sedia.

      <<Dopo di che ci dovremo rivolgere alle autorità europee per chiedere la tutela della proprietà intellettuale e a quelle italiane il ritiro del farmaco>>.

      <<Avverto un “però” in arrivo>>, mi anticipa lui.

      Guardo il bordo della sua scrivania in noce mentre considero tutti i punti di vista.

      <<Però ci vorranno secoli per ottenere il trial clinico eseguito, sempre ammesso che ce lo diano. Inoltre dovremo far valutare ad un perito privato se l’iter medico seguito sia stato determinante o meno per la realizzazione del farmaco e questo comporta un rischio notevole>>.

      <<Continua>>, mi sprona accompagnando la frase con le mani.

      <<Lasciando da parte che questi tizi si fanno pagare un tanto a respiro, in ogni caso saremo costretti a depositare i risultati, che ci diano ragione o meno>>.

      <<Buona osservazione…>>, dice canzonatorio. <<C’è altro?>>

      <<Si, se io fossi in loro cercherei di manipolare il percorso clinico mettendo in evidenza valori chimici diversi da quelli protetti dal brevetto della Dreddson>>.

      Richard ora ha un sorriso a trentadue denti.

      <<Il tuo cinismo viscerale è un toccasana per le mie orecchie>>, attacca con tranquillità. Si schiarisce la gola e prende la parola.

      <<Ora, hai messo in risalto con precisione tutti i problemi. Hai valutato qualche soluzione?>>, chiede candido.

      <<La cosa più semplice sarebbe valutare una transazione con la Salus. Loro si prendono il farmaco, ma ci riconoscono una percentuale sui profitti>>.

      <<Ottimo, ma per una transazione proficua si deve avere una moneta di scambio. Abbiamo qualcosa da potergli offrire, a parte il nostro indiscusso affetto?>>, domanda porgendosi in avanti.

      <<Potremmo buttarla sulla buona e vecchia minaccia. La paura di essere trascinati in una causa miliardaria potrebbe indurli a scendere a patti>>. Richard chiude gli occhi e scuote il capo lentamente.

      <<Ragiona ragazzino. Se questo farmaco entra in commercio sarà un diluvio di milioni che gli pioveranno addosso. Se tu fossi in loro non correresti qualche rischio visto che dalla nostra parte, secondo te, abbiamo solo un limitato brevetto di procedimento?>>

      <<Perché dici “secondo te”? Abbiamo altro da giocare a parte il brevetto?>>

      <<Direi di si>>

      <<E cosa?>>

      <<Vedo che non mi ascolti. Ti ho detto che Alvarado ha passato dieci anni alla Dreddson. Dieci lunghi anni senza arrivare a nulla di definitivo>>, d’un tratto la nebbia si dissipa e capisco dove vuole arrivare.

      <<Il tempo!>>. Richard congiunge le mani in segno di approvazione.

      <<Non possono mentire su quello>>, chioso. Mi rilasso un istante sulla poltrona e annuisco.

      <<Ma perché chiedi proprio a me di occuparmene? Abbiamo già Harris come specialista dei diritti di brevetto>>

      <<Primo, se si tratta di chiudere una transazione nessuno è meglio di una giovane sanguisuga ricattatrice con un bizzarro senso dell’umorismo>>

      <<Ti riferisci a qualcuno che conosco?>>, replico.

      <<Assolutamente no. Parlavo in astratto>>, ribatte Richard sorridendo. <<Secondo, la Salus ha sede a Napoli e tu, se non sbaglio, sei originario di là>>.

      Un frangente della mia vita che ho lasciato alle spalle.

      <<Ma, soprattutto, sei l’unico tra i miei avvocati ad essere abilitato anche in Italia. Nell’eventualità di un contenzioso te la potresti vedere da solo>>.

      <<Capisco. Quindi qual è la prossima mossa?>>.

      Richard allunga una mano verso il cassetto dello scrittoio e ci tira fuori una busta bianca sigillata e me la allunga.

      <<Volo prenotato, albergo pure. Portati lo spazzolino>>, replica.

      Apro il plico tirando fuori il biglietto per Napoli e la ricevuta di prenotazione dell’hotel.

      <<Quando dovrei partire?>>, domando senza neanche leggere le date.

      <<Stasera andrebbe bene per te?>>. Per un attimo spero di aver capito male.

      <<Aspetta un attimo, dovrei partire stasera?>>, gli grido.

      Richard annuisce inarcando un sopracciglio.

      <<Col


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