Una Linea Sottile. Oreste Maria Petrillo

Una Linea Sottile - Oreste Maria Petrillo


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invito ad andare avanti ora che la caffeina ha reso la discussione ancora più interessante.

      <<Bene, come le dicevo, ho speso, a vuoto, diverse migliaia di euro per la ricerca. Fin quando non mi è stato detto da una persona fidata, di cui non posso fare il nome per una questione di riservatezza, molto vicina ad una società farmaceutica inglese, che la Dreddson stava a buon punto per mettere sul mercato una nuova miracolosa particella per la cura del cancro.

      Non credevo alle mie orecchie, dopo tanti anni di ricerche la fama mi stava sfuggendo da sotto al naso... non potevo permettere che una società concorrente mi battesse sul mercato, non sarebbe accaduto, perlomeno non a me!>>, asserisce battendo i pugni sulla scrivania mentre la sua figura si irrigidisce di un colpo.

      <<Così>>, prosegue Saveri, <<sono riuscito a mettermi in contatto col ricercatore a capo di questa scoperta e gli ho fatto una proposta che non poteva rifiutare, gli ho offerto tanto denaro, un mare di contante, per convincerlo a lasciare la Dreddson per la Salus. Uno dei miei soci, però, non è stato molto contento di questa mia scelta perché il nostro capo ricercatore è suo nipote e, quindi, ha cercato di mettermi contro tutto il Consiglio di Amministrazione. Ma, dannazione>>, continua energicamente, <<sono pur sempre il socio di maggioranza e il fondatore della società! Così non mi sono lasciato convincere a desistere e il dott. Alvarado, questo il nome del ricercatore della Dreddson, ha accettato di buon grado la mia proposta. Purtroppo, ora il suo ex datore di lavoro ha cercato un contatto con la mia società per una transazione. Non so ancora cosa vogliono, ma credo che vogliano minacciarmi di querela per violazione di norme sul brevetto. L'incontro dovrà avvenire a Napoli entro la fine della settimana prossima>>.

      <<E lei fin quando voleva aspettare per contattarmi? Crede che quando và da un avvocato si reca in pizzeria e in 10 minuti la servono? Una causa così complessa deve essere studiata nei minimi particolari e non posso incontrare un avvocato, ancor di più se inglese, impreparato! Ho una reputazione da mantenere!>>.

      Lo tengo sulle spine, anche se ho già deciso di accettare il lavoro perché, più dure sono le sfide e più mi piacciono, ma così facendo posso tirare sull'onorario.

      <<Avvocato, forse non ha capito, questi, per me, sono debiti positivi che mi frutteranno cento o mille volte in più di quanto ho investito. E sono disposto a pagare più di quanto ha mai ricevuto dai suoi clienti>>.

      <<Sig. Saveri, se accetto, e non ho detto che lo farò, sarà solo perché la causa mi interessa e non per i soldi>>.

      Intanto visualizzo già il mio conto in banca lievitare e pregusto di battere un lord inglese amante del the! Puah!

      <<Detto ciò, mi lasci l'incartamento e lo studierò attentamente entro questo fine settimana e le darò una risposta>>.

      <<Ecco a lei! E sappia che ho scelto lei perché so che, nonostante l’età, è molto bravo in quello che fa!>>, ed intanto si alza per riprendere la borsa e avviarsi verso la porta di ingresso.

      Il giorno seguente mi sveglio presto. Vado a correre col mio personal trainer canino, quando mi alleno con lui ho la sensazione di avere madre natura come partner e non c'è niente di più affascinante e mi metto subito all'opera leggendo l'incartamento. Come è mia abitudine ascolto una musica rilassante di sottofondo.

      Verso l'ora di pranzo avevo letto già più della metà dei documenti. Decido di contattare il sig. Saveri per prendere un appuntamento col suo Consiglio di Amministrazione al completo.

      Lo chiamo e fissiamo l'appuntamento per quello stesso pomeriggio presso la sede della società.

      Arrivo con la mia Station Wagon (sì, lo so che non è una macchina per un avvocato, ma ho pur sempre un fratello peloso da portare con me che necessita di molto spazio!) all'indirizzo indicatomi e, per una volta, il navigatore mi porta a destinazione senza prima averlo mandato a quel paese dieci volte per avermi fatto girare in tondo.

      Entro in un grosso vialone alberato e proseguo per circa un chilometro. Parcheggio in un bellissimo prato inglese e mi avvio all'ingresso principale. L'edificio è dipinto con molti colori, non mi aspettavo che una industria farmaceutica potesse avere tutti quei colori, ma evidentemente doveva far parte di una precisa strategia.

      All'ingresso trovo un omone della sicurezza a cui, dopo essermi presentato, chiedo indicazioni per trovare il boss. Mi fa però cenno di seguirlo poiché mi avrebbe accompagnato lui stesso in sala riunioni.

      Camminiamo nel corridoio di questo enorme edificio a forma di casermone per buoni cinque minuti fin quando non arriviamo nei pressi di una stanza di vetro. All'ingresso, l'omone mi lascia nelle mani di una attempata segretaria che mi fa cenno di entrare e aspettare che di lì a poco sarebbe arrivato il Consiglio di amministrazione al completo.

      Mi siedo e aspetto. La stanza è una classica sala riunioni con al centro un grosso tavolo rettangolare e al muro ritagli di giornale raffiguranti i successi nel campo della ricerca della Salus.

      Passano i minuti e ricordo il passato quando il mio dominus aspettava i clienti. Se non erano puntuali iniziava a perdere le staffe. Lui, il grande avvocato, non poteva attendere, tutt'al più doveva essere atteso! Sorrido ricordando qualche episodio divertente e, nel mentre, si apre la porta. È arrivata la cavalleria al completo.

      <<Benvenuto avvocato Ferrari, e scusi per l'attesa. Sono il dott. Raia. Aspettavamo gli ultimi risultati di una ricerca>>, dice il più giovane dei tre.

      <<Non si preoccupi, spero che la ricerca sia andata a buon fine>>.

      <<Stiamo mettendo a punto un nuovo farmaco per la cura del diabete. Piacere avvocato, sono il dott. Fazio>>.

      Ora li conosco tutte e tre.

      <<Bene. Ora che le dovute presentazioni sono state fatte... salve sig. Saveri... veniamo al dunque...>>

      <<Prima, però, si accomodi e ordiniamo un bel caffè!>>, parole magiche pronunciate dal capo dei capi, Saveri.

      <<Angela, portaci tre caffè per favore>>.

      <<Bene, mentre aspettiamo il caffè vi anticipo che desidererei avere alcuni chiarimenti su alcuni aspetti importanti>>, li incito all'attenzione.

      <<Vorrei conoscere per l'esattezza quando avete deciso di contattare il ricercatore della Dreddson e a che punto erano le ricerche presso la precedente società>>.

      <<Prima di tutto vorrei chiarire che non è corretto usare il plurale perché la decisione è stata presa solo da Saveri!>>, asserisce il dott. Fazio.

      <<E vorrei pur vedere! Avrò qualche potere in più in questa società, sono il padre fondatore!>>, protesta Saveri.

      <<Questa è tutta da discutere...>>, ribatte Raia.

      <<Signori, vi prego...>>, cerco di portare la calma, <<... siamo qui per discutere da persone civili e non per litigare. Allora, dicevamo?>>.

      Prese la parola, come evidentemente era abituato a fare, Saveri.

      <<Circa sei mesi or sono, dopo numerosi contatti andati a vuoto riesco a contattare Alvarado, il ricercatore a capo della scoperta di un ritrovato salva cancro. Mi confida che il lavoro stazionava un po' per mancanza di fondi da parte della Dreddson e che cercava, in verità, un altro finanziatore...>>. A Saveri brillano gli occhi al ricordo di quell'episodio, <<così ho incalzato il tiro e gli ho sparato un prezzo da non poter rifiutare!>>.

      <<Bene sig. Saveri, ma io vorrei sapere, ora, se Alvarado, quando è passato al lavoro presso la sua società, aveva già trovato la particella salva cancro o meno!>>.

      A questo punto mi interessa solo come piazzare punti a favore nella eventuale transazione col milord inglese.

      <<Assolutamente no! Era vicino alla scoperta, ma non aveva ancora trovato nulla di definitivo>>, asserisce Saveri.

      <<E


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