Un Amore come Quello . Sophie Love

Un Amore come Quello  - Sophie Love


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sedette all’isola della cucina con un sospiro, distribuendo bicchieri alle amiche di Keira con un’espressione cupa.

      “Quindi, sei di partenza per l’Italia?” chiese Shelby, sorridendo emozionata. “Per quanto tempo questa volta?”

      “Tre settimane,” rispose Keira, piegando i vestiti e infilandoli in valigia. “È praticamente diventata la mia nicchia alla rivista, in questo momento. Vado all’estero e scrivo un articolo sull’amore. Mi chiamano la Guru del Romanticismo.”

      Shelby e Maxine si scambiarono uno sguardo, uno che Keira riuscì subito a interpretare.

      “Lo so che in realtà sono uno disastro con le relazioni. Due rotture in altrettanti mesi, giusto? Ma posso sempre fingere.”

      “Vuoi dire mentire?” chiese Maxine con una risata.

      “Se devo,” rispose lei, ripensando a quanto aveva faticato per scrivere l’ultimo articolo. Allora si era comportata da cinica, cercando di negare il fatto che si stava innamorando dell’Irlanda, e più nello specifico, di Shane. Invece adesso avrebbe dovuto assumere la prospettiva contraria, dell’inguaribile romantica, una convertita che si sarebbe immersa prontamente e totalmente nell’amore e nella passione. Si sentiva esattamente il contrario.

      “Dovrai semplicemente innamorarti di un sexy uomo italiano,” aggiunse Shelby.

      Keira sogghignò. “Non sarebbe bello?” rifletté, anche se in quel momento era certa che una suora in un monastero avrebbe avuto più possibilità di lei di avere un’appassionata storia d’amore.

      “Ti perderai Halloween,” aggiunse Maxine, sconsolata.

      “Lo so, è un peccato,” rispose lei. “È la mia preferita, ma anche in Italia ci sono degli eventi. A quanto pare è una festività nazionale di quattro giorni, o qualcosa del genere. Il giorno dei morti, la commemorazione dei defunti, Ognissanti, è un grosso affare. Una festa enorme.”

      Shelby incrociò le braccia fingendosi offesa. “Praticamente stai dicendo che il tuo Halloween sarà molto meglio del nostro.”

      “No!” rise Keira, protestando. “Beh, forse.”

      Tutte scoppiarono a ridere. Eccetto. Bryn, ovviamente. Stava fissando il fondo del suo bicchiere di vino, corrucciata.

      “Comunque possiamo fare una bella festa del Ringraziamento insieme. Per allora sarò tornata qui.”

      Bryn sollevò di scatto la testa. “Quest’anno per il Ringraziamento siamo dalla mamma, ricordi? Solo noi tre.”

      “Quello è il pranzo,” replicò Keira, cominciando a spazientirsi con il comportamento difficile della sorella. “Posso passare il resto della giornata con le mie amiche, o no?”

      “Certo che puoi,” sbuffò Bryn. Ritornò a fissare il fondo del bicchiere.

      Maxine sollevò le sopracciglia. Lei e Shelby erano abituate all’ostilità di Bryn, ma Keira non riusciva a capire il motivo della possessività della sorella. Poteva avere altre persone nella sua vita! Bryn stessa era estremamente indipendente e aveva sempre avuto moltissimi amici e fidanzati, ed era sempre in movimento verso una festa o l’altra. E invece, non appena Keira voleva passare del tempo con chiunque non fosse lei, la sorella diventava di malumore. A volte Keira si sentiva la più matura tra le due. Bryn sapeva davvero comportarsi da bambina viziata.

      “Il Ringraziamento mi sembra così lontano,” commentò Shelby.

      “Lo so,” rispose Keira. “Ho l’impressione di non essere stata per niente qui a New York. È come se fosse stata una vacanza! Pensavo che avrei avuto più tempo per recuperare. Non ho nemmeno trovato un appartamento nuovo.”

      “A proposito di appartamenti…” intervenne Bryn.

      Stava fissando il cellulare di Keira, appoggiato sul bancone. Lo schermo si era illuminato per l’arrivo di un messaggio. E il nome di Zach era chiaramente visibile.

      “Sarà meglio che mi abbia scritto per dirmi che mi restituisce la cauzione,” disse Keira.

      Proprio in quel momento Maxine e Shelby si scambiarono un’occhiata colpevole e la giornalista ebbe la netta impressione che le stessero nascondendo qualcosa.

      “Che c’è?” volle sapere.

      Ne aveva avuto abbastanza delle sorprese.

      Alla fine fu Shelby a confessare. “Credo che sia per via di Julia. Si sono lasciati.”

      Keira alzò un sopracciglio, sorpresa. “Davvero?” La storia che aveva messo fine alla loro relazione era durata solo qualche settimana?

      Prese il cellulare e lesse il messaggio di Zach. Confermava le notizie di Shelby.

      Ehi, Keira. È tanto che non ci sentiamo. Prima che ti arrivasse la voce volevo farti sapere che ho rotto con Julia. Tra di noi le cose non funzionavano. Mi chiedevo se fossi disposta a vederci per un drink? Questa sera? Domani? Fammi sapere. Un bacio.

      “Ugh, che stronzo arrogante,” borbottò lei.

      “Che cosa dice?” chiese Maxine.

      “Niente sul fatto che sta tenendo in ostaggio la mia cauzione,” disse Keira con tono disgustato. “Vuole andare a bere qualcosa con me.”

      Bryn rimase a bocca spalancata per la sorpresa. “Tu non ci andrai, vero?” esplose.

      Keira la fissò, sbalordita. “Certo che no,” esclamò. “A meno che non sia l’unico modo per riavere i miei soldi.”

      Bryn emise un verso di disapprovazione. “Se ti vuole costringere con il denaro a uscire con lui, giuro su Dio che gliene dico quattro…”

      Shelby si accigliò. “Non la vuole costringere. Non farla così lunga.”

      Bryn sembrò offendersi. “Scusa ma tu di chi sei amica, sua o di Keira?”

      “Di entrambi,” rispose Shelby, incrociando le braccia.

      La sorella rimase impassibile. “Anche se lui l’ha tradita?”

      “Ragazze!” le interruppe Keira. Non aveva voglia di sentirle litigare. Aveva ancora gli occhi incollati sullo schermo del cellulare.

      All’improvviso, Bryn glielo strappò di mano.

      “Smettila di pensarci!” ordinò a Keira.

      “Non lo stavo facendo!” strillò lei, cercando di difendersi.

      Ma Bryn aveva ragione, c’era una piccola parte di lei che ci stava pensando. Zach, nonostante tutti i suoi difetti, teneva a lei. Avevano passato insieme due anni, avevano condiviso un appartamento. Per moltissimo tempo era stato fedele, affidabile. E di certo era familiare. Le cose tra di loro erano finite male solo perché aveva dato la priorità al lavoro invece che a lui, e così aveva alzato un muro che lo aveva spinto tra le braccia aperte di Julia.

      L’espressione sul volto di Bryn era tempestosa. Dondolò il telefono di Keira sopra il suo bicchiere di vino.

      “Non costringermi a rovinartelo,” disse.

      Con la coda dell’occhio, Keira vide Maxine e Shelby che scuotevano la testa, incredule davanti al comportamento aggressivo di Bryn.

      Sospirò rumorosamente. “Okay, okay. Non mi vedrò con lui. È questo che vuoi sentirmi dire?”

      Bryn annuì, soddisfatta, e restituì il telefono alla sorella.

      “Ora cancella il messaggio e eliminalo dai tuoi contatti.”

      Keira rimase senza fiato.

      “Questo è ridicolo,” borbottò Shelby sottovoce.

      Keira guardò il cellulare e il numero di Zachary. Erano anni che lo aveva. Non poteva semplicemente cancellarlo come se non fosse mai esistito.

      Ma doveva accettare che Bryn aveva ragione anche su quello, nonostante le sue tattiche eccessive. Perché rimettersi


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