Il Re prega. Ferdinando Petruccelli della Gattina
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Ferdinando Petruccelli della Gattina
Il Re prega
Romanzo
Pubblicato da Good Press, 2020
EAN 4064066072117
Indice
I.
Don Diego Spani.
Sulla strada di Napoli alle Calabrie, in mezzo alla catena degli Apennini, a qualche miglio dal passo di Campotenese, trovasi un grosso borgo chiamato Lauria.
Il borgo, addossato alla montagna, ha due piani: Lauria inferiore, nera, immonda, dalle strette viuzze, dai casolari screpolati, si accoccola nella valle. Lauria superiore, più moderna, si attacca quasi alle vette della montagna, là dove passa la strada consolare. Questa parte del borgo è più aristocratica. Le piccole case del popolo grasso, la chiesa, il palazzo del vescovo, le locande, il convento dei cappuccini, la casa municipale giacciono quivi, e tutto ciò è nuovo, gaio, netto, con delle pretese architettoniche. Un sentiero angusto, pericoloso, ai lembi di un precipizio, riunisce le due braccia del villaggio sul dorso della montagna, mediante un piccolo ponte traballante, gettato sul torrente. Giù poi, nella valle, le due Laurie sono congiunte da una strada pietrosa che fa un lungo circuito.
La montagna è nuda e scarna: un agglomeramento di pietre grige e di argilla rossastra dall'aspetto desolato. Non alberi, non terra coltivabile, non giardini. Alcune capre etiche si disputano qua e là i tristi ciuffi di ginestro e le macchie di cipresso. Lontano, altre montagne ugualmente nude o rivestite di pini selvaggi e di frassini, dei precipizi violentemente trambustati, delle gore che divengono torrenti; e più lontano ancora, un'aria azzurrastra e vaporosa: il mar Tirreno.
L'aspetto degli abitanti non è guari più prospero di quello del borgo. Bronzati, squallidi, vestiti di fustagno o panno bruno—filato, tessuto, tinto in casa dalle femmine della famiglia—essi hanno il portamento grave e la solennità dei vecchi mastini.
All'estremità del borgo inferiore, vicino al letto del torrente, sorgeva una casetta isolata, di un sol piano, coverta di tegole rosse pizzicate di muschio. Un muro di pietre senza cemento, coronato di rovi, inquadrava questa povera e nera dimora, e proteggeva un pezzetto di giardino di un paio di jugeri, cui il proprietario aveva disputato al torrente. Qualche alberi fruttiferi, dei cavoli, dei finocchi, delle radici, ed altri legumi spuntano dal suolo accuratamente pettinato. Un sentieruolo coverto da una pergola correva lungo la casa; due vialuzzi dividevano il giardino a croce.
Una porta dell'abituro sporgeva sulla strada; un'altra, di rincontro, sul giardino: ambo si aprivano in una larga sala.
Il fumo aveva annerita questa stanza, la quale serviva nel tempo stesso di tinello, di cucina, di salone, di legnaia, di credenziera, di forno, di tutto—eccetto di camera da letto. Due altre cellucce, alle due estremità della sala, avevano questo ufficio. Due grossi alari di ferro sostenevano i ceppi del focolare dal vasto mantello ed impedivano ai tizzoni di rotolare sulla pignatta che bolliva innanzi al fuoco.
Un maiale terminava il suo pasto della sera in un angolo della sala. Esso brontolava, si avvicinava di tempo in tempo al camino ove andava a scomodare un cane steso tutto di lungo. E questo, così rimescolato da quel figliuolo viziato della casa, se gli slanciava alle orecchie, lo mordeva, e lo rimandava al suo truogolo. Un piccolo gatto grigio e macilento, mezzo cacciato nelle ceneri, sollevava allora la testa per contemplare il cattivo umore di quei signori, e spazzolava col suo zampino i suoi baffi un po' arrostiti. Alcuni polli dormivano di già, accoccolati su degli stecchi al disopra del maiale. Ai neri assiti della sala pendevano ancora qualche brani del predecessore di questo animale petulante, ma esso non vi badava, perocchè, modesto come un seminarista, non levava giammai gli occhi al cielo a mo' de' poeti e dei devoti.
Al mantello del camino restava appeso traversalmente un archibugio a pietra, sur una fila di fusi, rigonfi dal filo di canape, cui la massaia di casa destinava alla confezione delle camice, e dell'altra biancheria della famiglia. Ad un lato del camino, bilicava su tre banche attortigliate un guindolo festonato di matasse a mettere in gomitolo. Dall'altro lato, sopra una tavoletta conficcata nel muro, giacevano un breviario ingrassato e affumicato, e vari volumi, meglio