Tempeste. Ada Negri
Diletta ora è felice....—
E, bianca al par di statua funeraria,
Quella sparita forma benedice.
III
La Fidanzata
Egli le disse: «I monti e l'oceàno
Frapporre io devo fra il tuo bacio e il mio;
Oh, pensami, mentr'io sarò lontano.
Oh, attendimi!... Giammai sonno d'oblìo
Col tempo graverà sul nostro amore:
Serberà la distanza alto il desìo.»
.... Ed ella attese.—Ed i minuti e l'ore
E i mesi e gli anni, i lunghi anni glaciali,
Passaron senza un raggio e senza un fiore
Su quei densi capelli verginali;
E quando cadder dal suo volto smorto
Le primavere e dal suo passo l'ali,
E una ruga ghignò sovra quel morto
Fascino (lenta pioggia il marmo scava)
Ei rïapparve alfin, come risorto.
Ma non confuser l'infocata lava
De' baci; non l'ebbrezze desïate;
Ella il padrone, egli guardò la schiava,
Per ritrovar le forme un giorno amate.
Per ritrovarle....—e poi stettero, fisso
Lo sguardo al suolo, querce fulminate;
E fra di lor si risquarciò l'abisso.
[pg!41]
TEMPIO ANTICO
(Chiesa di San Francesco, in Lodi.)
Antico tempio maestoso e nero
Ov'io, pensosa adolescente, orai,
Te grave d'anni e d'ombra e di mistero
Antico tempio, io non iscordo mai.
Sorridean le Madonne del trecento
Miti ed ingenue, sui giallastri muri.
Qualche prete sbucava a passo lento
Come una larva, dagli sfondi oscuri.
V'era come un odor di vecchie rose,
Un odore di mammole appassite;
V'era il silenzio de le antiche cose
Nel tramonto dei secoli sopite.
V'era una lampa giorno e notte accesa
Come un triste desìo, sopra un altar,
E a me là giù, sul bianco marmo stesa,
Parea dolce il pregare ed il sognar.
*
Ore inspirate, quando a me fanciulla
L'organo ripetea sacra un'istoria,
E m'assopiva come in una culla
Un'ebbrezza fatidica di gloria;
Ore inspirate, quando in me, bollente,
Spumeggiò l'onda de le strofe prime,
E mi travolse appassionatamente
La vertigine azzurra del sublime;
Ore perdute fra le nebbie d'oro
Di quel che non ritorna aulente Maggio,
Come di rondinelle agili un coro
Sciolto a volo pel ciel fra raggio e raggio;
Ore di sogno e d'ideale incanto,
Io vi ricordo, io vi ricordo ancor;
E mi strazia per voi sordo il rimpianto
Di chi rimembra un soffocato amor.
*
Avanti, avanti.—Il tempo mi sospinse
senza riposo, sul cammino incolto:
Una rete di fili aspri m'avvinse,
Ma lo sguardo a l'azzurro è ancor rivolto.
Avanti....—ma al passato un dolce, intenso
Desìo la torturata alma rimena.
.... O profumi di gigli e vecchio incenso,
Nel grave tempio ov'io pregai serena!...
O ceri, o arcate, o pace di convento,
O larve erranti negli sfondi oscuri,
O gracili Madonne del trecento
Che impallidite sui giallastri muri;
Tutto il mal ch'io commisi e ch'io soffersi
Fra voi, fra voi vorrei dimenticar;
Fra voi, sui marmi benedetti e tersi,
Le preci dei sereni anni cantar.
[pg!47]
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