Da Firenze a Digione: Impressioni di un reduce Garibaldino. Ettore Socci

Da Firenze a Digione: Impressioni di un reduce Garibaldino - Ettore Socci


Скачать книгу
sarebbero tornati indietro,… era troppo bella, troppo attraente la prospettiva, per poter stare un sol'attimo dubbiosi su ciò che dovevamo intraprendere.

      Io esposi queste idee agli amici, e, godo dire, che queste idee furono accolte con entusiasmo: ma a che parte rivolgersi per ottenere l'intento? Quali passi potevamo tentare con sicurezza? Quale speranze ci sorridevano? Quali probabilità di successo? Noi non lo sapevamo, il romanticismo di una avventura, che offriva in se stessa tanti pericoli, ci sorrideva certamente e noi eravamo contenti: contenti come il povero diavolo, abbandonato da tutti che incerto dell'indomani, si addormenta tranquillamente sull'erba di un viottolo, sotto un cielo sereno e popolato di stelle, sognando pace, agiatezza, fortuna… Oh! l'idea dì un dovere che si compie, malgrado gli ostacoli che frappongono gli uomini e la sorte, fa piovere in seno una consolazione che intender non la può chi non l'abbia provata.

      Andammo all'Agenzia dei vapori della compagnia Valery, e per quanto scongiurassimo l'agente, ci fu impossibile ottener da lui, anche pagandolo il doppio, un biglietto di imbarco. Gli ordini della questura erano precisi.

      —Noi glielo daremmo anche gratis, ci ripetevano quegli impiegati, ma…

      Quel ma era tanto eloquente, che noi non aggiungemmo parola.

      Con un po' di sconforto nell'anima, dopo aver girellato a casaccio un'altra mezz'ora afiaccolati e cascanti ci butammo sulle panche di un caffè di Via Grande; un tavoleggiante, giovinetto che avrà avuto appena appena quindici anni, dopo averci ben bene sbirciato, venne da me e chiamommi dapparte.

      —Lei vuole imbarcarsi per la Francia? Mi sussurrò a bassissima voce.

      —Sì—risposi io francamente, chè non potevo credere in sì giovine età nequizia veruna.

      —Ebbene… le dò il mezzo d'imbarco.

      —Non scherzi?

      —Sulla mia parola d'onore.. Aspetti un momentino e le porto l'uomo per la quale!…..

      —Bravo, e se farai bene ti prometto una buona mancia.

      Il giovinetto se ne andò saltellante e fece poco dopo ritornò, accompagnato da un barcaiolo, un pezzo di diavolone, tarchiato e traverso; che era un piacere a vederlo; intanto io aveva messo i compagni a parte della peregrina scoperta e, quando questi ultimi videro avvicinarsi quel colosso in giacchetta, gli si fecero incontro con una grazia e con certe fisonomie così gentilmente ridenti, che si poteva credere che non un omaccio, ma la più vaga figlia di Eva fosse entrata in quel mentre nel nostro caffè.

      —Dunque loro vogliono, andare? Dandomi una seconda, stretta di mano, cominciò a dirmi il barcaiolo.

      —Sicuro!—Rispondemmo noi tutti—Ma vediamo tante difficoltà.

      —Si fidino di me, che non fo per dire, ma lo può domandare a tutta la piazza sono uno di quei buoni.. si figurino, ho fatte tutte le campagne e anche Aspromonte e Mentana e se non fosse perchè; perchè… e questo non è nulla: quello che ho fatto per salvare i compromessi politici!… Le son cose che forse non le crederebbero… Hanno fatto bene a rivolgersi a me, perchè ci è di gran canaglia tra i barchettaioli e.. e….

      —E insomma t'impegni di farci entrare in un bastimento, deludendo la vigilanza delle guardie?…

      —Se me ne impegno…. Faccian conto di esserci sopra…

      —Tu potrai contare sulla nostra riconoscenza.

      —Oh! io per il partito darei un bicchier del mio sangue.

      —Dopo ti daremo qualche cosa….

      —Oh! mi contento di un trentino per uno:

      —Così poco!—Esclamammo noi, credendo che ragionasse di centesimi:

      —Sicuro,… vedono che mi adatto: per lor signori cosa son trenta franchi?

      Ammirammo tutti insieme lo spìrito patriottico che ci faceva pagare 150 lire, quello che nella stagione dei bagni si ottiene a dir molto con ottanta centesimi; pure, strìngemmo la mano al generoso, dicendogli che ci saremmo riveduti più tardi; poichè eravamo decisi, con nostro gran sacrifizio, ad appigliarci a quest'ultimo partito, se gli altri ci fossero falliti.

      —Ci movemmo dal caffè, e vedemmo un insolito brulichìo in quella contrada, sempre brulicante di popolo: che è, che non è?… Hanno arrestato un maggiore Garibaldino: la questura si era avveduta, e non ci voleva una gran fatica, che molti giovanotti volevano partire per la Francia e cominciava a allungar le sue grinfe. Lo sconforto cominciava a impossessarsi anche di noi.

      —Ettore—Sento gridarmi vicino. Mi voltai e vidi il Colonnello

       Perelli.

      —Dunque si parte? Gli domandai immediatamente.

      —Parli a bassa voce… chè io son tenuto d'occhio, guardi, ecco subito due musi proibiti che ci osservano…

      —Ma dunque?

      —Dunque venga stasera, alla Locanda della Luna.

      —Ma ci è speranza?

      —Credo che ci sia sicurezza… A rivederci

      —A rivederci a stasera..

      —Allegri amici, dissi subito appena ebbi lasciato il mio interlocutore—Allegri amici, le speranze non che diminuire, prendono tutte le probalità di un vicino successo.. Andiamo a mangiare all'Ardenza.

      Senza rispondere alle mille domande colle quali mi oppressero gli altri, che tutti di certo conoscevano il colonnello, accesi un sigaro, e strascinai i reluttanti all'Ardenza.

       Indice

      Il sole, avvolgendosi in un lenzuolo di porpora, si era coricato dietro le ultime linee del tranquillissimo mare; non la più piccola nube nel cielo, non il più leggiero maroso in quella superficie azzurra, e dolcemente increspata dal venticello della sera che ci carezzava la faccia: l'isola della Gorgona appariva modestamente su quel sereno Orizzonte, nel quale cominciava qua e là a apparir qualche stella, tutto ispirava una calma e una pace divina; il creato ti sembrava quasi un'arpa sterminata, da cui si elevasse un canto grandioso: il canto dell'accordo e dell'armonia delle sfere. Era insomma l'ora che la giovinetta, la quale non ha ancora fatto all'amore, prova desiderio di piangere, senza farsene una ragione e contempla malinconicamente il fiorellino che sboccia e la foglia che cade, e risponde con meno affetto agli amplessi materni, chè il cuore in quel momento vuole qualchecosa di più di quello che ha avuto fin qui; era l'ora in cui il perduto, l'irreconciliabile, quello che non ha niente da perdere, rianda tutte le opere buone che ha fatto, si sente superbo di trovare nella sua vita più pagine onorevoli che tristi, ripensa a coloro che languono, non invidia quelli che godono, e affissando gli sguardi alla nuvoletta diafana che va sfumandosi nell'azzurro padiglione dei cieli, finisce col dire a se stesso: sien pur gli uomini dappoco e malvagii, io ho in me un patrimonio d'affetto che mi rende contento; il borghese a quest'ora sorbisce sibariticamente una buona tazza di Moka per digerire il pranzo.

      Esatto più di un'impiegato il giorno della riscossione della paga, lasciai la trattoria e mi avviai, pian pianino, in via Grande esaminando distrattamente il bello spettacolo che mi si offriva davanti e le nuvolette grigiastre che mi uscivano di bocca a causa del sigaro.

      Arrivai alla Locanda della Luna, e dopo essermi fatto annunziare dal cameriere, passai in un salotto, dove, intorno ad un tavolino nel quale erano varie bottiglie stappate se ne stavano a chiacchiera tre o quattro individui che formavano una specie di stato Maggiore del Colonnello Perelli. Con mia gran meraviglia vidi tra loro una giovine donna.

      Il Colonnello era più brusco del solito e, appena mi vide, si affrettò a parlarmi in tal modo: Anche lei vorrà sapere qualche cosa.. me lo immagino.. ma per ora, purtroppo, siamo sempre alle solite: vede, qui siamo in un piccolo consiglio di famiglia e cerchiamo….

      —Se


Скачать книгу