Lea: dramma in tre atti in prosa con un prologo in versi. Felice Cavallotti
(fra sè scrivendo nel mastro)
Trenta... e dieci di coda... quaranta! Imparerai!
(chiude il mastro dispettosamente, e va via per l'ingresso interno che mette al bigliardo)
AUTORE.
(a Bardi nel correggere assieme il manoscritto)
Così ti par che vada?
BARDI.
Sì, sì... mi par... Però
S'intende, questa parte, ricordati, io la fo...
Per favore a te solo... Queste parti, noi, vedi,
Le chiamiam con un nome... lasciamo lì... ma credi
Che se non eri tu...
AUTORE.
Ti ringrazio.
BARDI.
Vuol dire
Che vedrai nei giornali di farlo ben capire...
Non ch'io ci tenga... Ma...
AUTORE.
Sta tranquillo.
BARDI.
(consulta l'orologio)
Ora vo
Alla prova...
(s'avvia)
AUTORE.
Anch'io vengo.
FULVIO.
(che stava leggendo o scrivendo, a questo punto si alza e ferma l'autore che sta per uscire)
C'è tempo. Aspetta un po'.
Quando va questa nuova?
AUTORE.
Va sabato — speriamo.
FULVIO.
E nemmeno a me proprio ne vuoi dir nulla? Andiamo!
Via!
AUTORE.
Ma lasciami.
FULVIO.
Il tema almen. Di me
Ti puoi fidare. Dopo dirotti anche il perchè.
AUTORE.
(impazientito)
Uff! La mia Nicarete l'hai vista sulle scene?
FULVIO.
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